04/04/25
Questo sistema sociale capitalista/patriarcalista produce gli uomini che odiano le donne fino ad ucciderle
FEMMINICIDI: MOBILITAZIONI IN TUTTA ITALIA - BRESCIA contro il convegno "Pro-Vita" - Da Radio Onda d'Urto
I femminicidi di Roma e Messina portano a 23 le persone ammazzate da uomini in Italia quest’anno, ma per il ministro Nordio la colpa è “certe etnie che non hanno la nostra sensibilità verso le donne”. Parole, oltre che razziste, smentite dalla cronaca: il femminicida di Roma è un 27enne di Siracusa, di buona famiglia e studente universitario, al pari di Roma. Tutt’altra lettura rispetto al Guardasigilli arriva dalle manifestazioni di piazza di queste ore, a partire da martedì a Messina e – ieri sera – dalla “passeggiata rumorosa” a Roma e dall’assemblea in piazza Maggiore a Bologna, diventata un corteo da 5mila persone.
Oggi pomeriggio ancora mobilitazioni; sempre a Roma 3mila persone partite in corteo spontaneo da La Sapienza dietro lo striscione “Sapienza transfemminista. Bruciamo tutto”. A Milano mobilitazione “Ci vogliamo vive” nel pomeriggio con collettivi universitari e il non meneghino di NUDM, che a livello nazionale denuncia: “La paura è dolore e il dolore è rabbia. Solo insieme possiamo stringerci in un abbraccio collettivo, solo la sorellanza può abbattere il patriarcato”. Mobilitazioni in programma anche a Prato e Firenze.
A Brescia infine il Collettivo Onda Studentesca chiama a un presidio, sabato alle ore 15, contro il convegno dell’organizzazione misogina e omofobica “Pro Vita” in calendario in via Piamarta, 6.
Su Radio Onda d’Urto Liliana, del COS Brescia.
Esplode la rabbia a Messina per il femminicidio di Sara, tante ragazze donne in piazza
In Galleria Vittorio Emanuele la manifestazione organizzata da Udu, Non una di meno e Rete degli studenti di Messina 24 ore dopo l'omicidio della studentessa 22enne palermitana
Rabbia e dolore per l'ennesima ragazza uccisa per "motivi passionali". Questi i sentimenti dei ragazzi messinesi che nel pomeriggio hanno affollato la galleria Vittorio Emanuele partecipando alla fiaccolata in ricordo di Sara Campanella, la 22enne uccisa a coltellate ieri pomeriggio in viale Gazzi. Un delitto per il quale si trova in stato di fermo il 26enne Stefano Argentino, collega universitario della vittima. In tanti hanno aderito alla manifestazione organizzata da Udu, Non una di meno e Rete degli studenti di Messina. In tanti, con cori e striscioni, hanno gridato basta davanti all'ennesimo femminicidio.
Un grido che coinvolge simbolicamente una città ancora attonita per quanto accaduto. Tutti i presenti hanno scandito più volte e ad alta voce il nome di Sara. Nel frattempo gli inquirenti continuano ad indagare per far luce su quanto avvenuto intorno alle 17.30 di ieri a due passi dal Policlinico dove la 22enne frequentava le lezioni del terzo anno in Tecniche di Laboratorio biomedico. Proprio tra quei banchi ha conosciuto quello che al momento la Procura ritiene essere il suo assassino che alla fine delle lezioni l'ha seguita e accoltellata dopo un rifiuto. Il giovane, originario di Noto, è stato fermato la scorsa notte dai carabinieri. Aveva raggiunto case dei genitori proprio nella cittadina siracusana.
E poco prima di morire Sara ha inviato un messaggio alle amiche che adesso suona come ultima richiesta d'aiuto: "Dove siete che sono con il malato che mi segue?".
03/04/25
Formazione rivoluzionaria delle donne - Uccisioni delle donne oggi
Dopo l'ennesimo femminicidio, il ministro Nordio da bravo fascista da la colpa agli immigrati. Il governo Meloni fa dell'ideologia fascio razzista patriarcalista, dove gli uomini sono i possessori del diritto di vita e di morte sulle donne che si ribellano, la sua posizione l
Femminicidi, Nordio: “Da alcune etnie sensibilità diverse sulle donne”
Un'altra di noi uccisa - ANCORA UNA VOLTA: SEMPRE LA STESSA STORIA!
Ieri Sara Campanella, oggi Ilaria Sula. Due giovanissime donne, uccise per mano di un giovane uomo. L’ennesimo femminicidio. L’ennesimo approccio ai fatti che sposta la responsabilità sulla vittima mentre il problema è un altro: un sistema di prevenzione che non funziona.
“Era invaghito e non corrisposto”; “Non aveva mai denunciato”; “Non si era accorta del pericolo”.
Le parole pronunciate dal procuratore di Messina non spiegano un femminicidio. Lo minimizzano, lo spostano sulla donna che ha subìto violenza. Ancora una volta, davanti a un femminicidio, si sposta l’attenzione sulla donna, sulla sua presunta incapacità di riconoscere il pericolo, sulla sua mancata denuncia.
Ancora una volta, davanti a un femminicidio, si evita di parlare di un sistema che non previene, che non intercetta, che non protegge.
Quante volte ancora dobbiamo sentire parole che, invece di interrogarsi sull’assenza di strumenti efficaci di protezione, sottolineano ciò che la donna non ha fatto?
BASTA narrazioni che colpevolizzano le donne. Serve un sistema che prevenga. Serve un impegno concreto delle istituzioni. Serve smettere di chiedere alle donne di salvarsi da sole.
Chi insegna l’affettività ai giovani uomini?
Chi tutela le donne?
Sicuramente non lo Stato. Non questo governo che si fa solo auto propaganda sulla morte di tante ragazze, donne (come ha fatto l'8 marzo) e che crea un humus fascista, di prevaricazione, di esasperato individualismo che fa ritenere normale per tanti uomini reagire col femminicidio alla volontà delle donne, al loro NO.
Ogni anno da gennaio si inizia a contare: in quante saremo stavolta? Chi vive, chi muore, chi sopravvive?
Ilaria e Sara sono state uccise da due giovanissimi uomini che non sanno amare, anche se la stampa vuole dipingerli come innamorati tristi. Ma è una descrizione sbagliata, pericolosa. Amori non corrisposti, cuori infranti: nulla di tutto ciò ha a che fare con l’amore. Ha a che fare con la rabbia verso le donne, l’incapacità di accogliere un no, l’idea che siamo a disposizione e proprietà di un uomo.
Le nuove generazioni stanno crescendo nel periodo storico peggiore perché sono fomentati da un mondo politico e sociale fortemente sessista. Più ci emancipiamo e più aumenta la risposta violenta degli uomini.
Mentre la politica di palazzo si pulisce la coscienza con l’istituzione del reato di femminicidio (che arriva quando già siamo morte, non si combatte la violenza di genere nelle aule di tribunale), le donne sono lasciate a sé stesse di fronte ad istituzioni inutili e costantemente prevenute.
Le scuole sono volutamente spogliate della loro primaria funzione ovvero quello di insegnare. E invece, nessuna educazione sessuale e affettiva, nessuna educazione al consenso, nessuna educazione al rispetto delle libertà di ogni individuo. Anzi: questo governo la osteggia apertamente perché secondo la becera propaganda di destra queste cose non vanno insegnate ai nostri bambini.
Ignorare la prevenzione, ignorare l’importanza della cultura femminista nel contrasto a questi fenomeni vuol dire non avere a cuore il futuro.
E se la politica non vuole ascoltare, se è disposta a lasciarci in balìa del caso (chi sarà la prossima? chi verrà molestata oggi? A chi di noi non verrà accolta dalla polizia una richiesta di aiuto?), noi non retrocediamo un passo. ANZI.
Vogliamo soluzioni. Vogliamo prevenzione. Vogliamo tutela. E, soprattutto, ci vogliamo vive!
La storia ci insegna una cosa: ogni volta in cui noi donne, noi femministe abbiamo fermato il mondo, abbiamo ottenuto sempre maggiori conquiste verso la tanto agognata liberazione.
Non ci siamo, basta stereotipi e pregiudizi nei confronti di noi donne.
BASTA! L'unica strada "che ci difende" dalla violenza sessuale è la nostra lotta.
02/04/25
Onore alle compagne combattenti della guerra popolare in India - Renuka era una rivoluzionaria maoista organizzatrice nel movimento femminile e una scrittrice rivoluzionaria
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Fino all'ultima goccia di sangue hanno sventolato la bandiera della rivoluzione