Altre venti persone erano state trattenute in Questura per oltre 7 ore in maniera illegittima e denunciate per “reati surreali come tentato delitto e violenza privata”... Riporta il movimento.
Ha dovuto togliersi le scarpe, i vestiti e la biancheria intima, e piegarsi sotto gli occhi dell’agente che la stava perquisendo. Alle sue richieste di spiegazione le è stato risposto che si tratta di una normale procedura, una prassi a cui sono sottoposte tutte le persone in stato di fermo, nonostante nessuna delle altre venti persone presenti abbia subito lo stesso trattamento umiliante. “I nostri avvocati ci hanno confermato che perquisire una persona con queste modalità non è assolutamente una prassi. È una procedura discrezionale, applicata sulla base di valutazioni puntuali. Quello che è accaduto ieri è un trattamento degradante e ingiustificato” dichiara Annalisa, del supporto legale di Extinction Rebellion.
Di fronte alle ripetute richieste di spiegazione, gli ispettori di Polizia e gli agenti della DIGOS hanno giustificato l’accaduto come un errore, un fraintendimento, come una prassi che avrebbero dovuto applicare a tutti ma che, per gentilezza, sarebbe stata applicata a una sola attivista. “Ho da subito preteso che l’accaduto fosse messo a verbale, ma il verbale che mi è stato presentato contiene falsità” dichiara la donna che ha vissuto l’abuso. “Vi è scritto che mi sarebbe stato chiesto se volessi essere assistita da un avvocato o da una persona di fiducia durante la perquisizione e che io avrei risposto no. Questo è falso. Quella domanda non mi è mai stata rivolta e io, certamente, avrei avuto piacere di essere assistita”.
Questo è solo l’episodio più grave tra quelli che hanno accompagnato la protesta pacifica e nonviolenta svoltasi a Palazzo d’Accursio, per evidenziare “l’ipocrisia dei governi, nel celebrare quella scienza i cui allarmi sulla crisi ecoclimatica sono invece ignorati da decenni.
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