Padri che producono "questi" figli e che dicono tali cose sono anch'essi frutto di questo sistema sociale capitalista in cui la maggioranza delle donne deve subire un doppia oppressione, anch'essi introiettano in generale l'humus nero, maschilista, moderno fascista che dall'alto viene diffuso a livello istituzionale, oggi ancora in modo più pressante con il governo fascio-sessista Meloni, arrivando alcuni, come fa questo padre, a giustificare, a sminuire, 'dopotutto ci sono stati tanti altri femminicidi', e questo si aggiunge agli altri! Dice gravemente il padre di Turetta al figlio assassino femminicida che ha ucciso Giulia in modo assolutamente premeditato, organizzando il femminicidio da giorni, massacrando a coltellate Giulia e fuggendo per non essere arrestato. Altro che debolezza o fragilità mentale o malattia! Ma figlio di una "debolezza" sociale di un sistema sociale sempre più putrido quale quello attuale di cui stupri e femminicidi sono uno dei prodotti più marci.
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- “Non sei stato te, non ti devi dare colpe perché tu non potevi controllarti”. E ancora: “Hai fatto qualcosa, però non sei un mafioso, non sei uno che ammazza le persone, hai avuto un momento di debolezza. Non sei un terrorista. Devi farti forza. Non sei l’unico. Ci sono stati parecchi altri. Però ti devi laureare”. Sono alcune delle frasi che Nicola Turetta indirizza al figlio Filippo, in carcere per l’omicidio di Giulia Cecchettin, nel colloquio che assieme alla madre ha avuto il 3 dicembre scorso nel carcere di Verona.
- La conversazione, intercettata dagli investigatori e all’interno del fascicolo processuale, è stata pubblicata dal settimanale Giallo e riportata oggi dal Corriere della Sera e da L’Arena di Verona.
- Si è trattato del primo incontro dei genitori con Turetta, dopo la sua cattura in Germania al termine della fuga dopo l’uccisione e l’abbandono del corpo di Giulia in un bosco in Friuli.
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