21/07/24

Altra sentenza shock in merito al femminicidio di Lorena: annullato l'ergastolo all'uomo che l'ha uccisa perchè stressato da covid


Scrivevamo al tempo dello scoppio e della prima fase della pandemia da Covid a proposito della condizione delle donne  "... stare chiuse dentro casa significa anche esasperare e amplificare le situazioni in cui le donne sono costrette a vivere 24 ore su 24 con mariti, partner violenti. In queste settimane, sono decini i femminicidi, le varie forme di violenza sessuale, maltrattamenti incentivati dalla convivenza forzata, non ultima la ragazza uccisa a Messina dal suo compagno. Per le donne, che dalle stesse statistiche risultano più forti, meno contagiate dal coronavirus, la morte viene più stando chiuse in casa col proprio assassino che dal coronavirus. E la tragica beffa viene dallo stesso Stato, come è successo a Taranto, in cui un giudice ha mandato ai domiciliari un marito che aveva tentato di uccidere la moglie..." 

Uno Stato che con tutti i suoi apparati continua a legittimare/giustificare di fatto gli odiosi femminicidi di uomini che uccidono le donne perchè le considerano una loro proprietà di cui farne quello che vogliono fino a sbarazzarsene uccidendole.

Un' altra sentenza aberrante con cui si attenua, si banalizza un femminicidio con il pretesto dello stress da covid a fronte di una perizia pschiatrica che ha giudicato  l'imputato in grado di intendere e di volere. 

TOCCA A NOI DONNE DIFENDERE LE NOSTRE VITE E LOTTARE CONTRO QUESTO STATO BORGHESE CHE NON CI TUTELA IN ALCUN MODO, SERVE CHE CI ORGANIZZIAMO PER FARLO! 


Covid, sentenza shock: stressato da pandemia, annullato ergastolo per femminicidio


La giovane fu strangolata dal fidanzato, che ha confessato in una villetta di Furci Siculo (Messina), il 31 marzo 2020.

Lorena Quaranta, con la febbre, lo aveva cercato: «Amore ti prego, torna!». Lui, il fidanzato, Antonio De Pace, era infatti scappato a Messina per reimbarcarsi verso la Calabria, dove risiedeva la famiglia, in preda al timore di essere contagiato dal Covid (nonostante anche i familiari fossero malati): siamo infatti a fine marzo del 2020, in pieno lockdown per la pandemia di Covid 19. De Pace dopo vari messaggi era tornato, ma per strangolarla a mani nude poco dopo. Aveva chiamato lui stesso i carabinieri, dopo un tentativo di suicidio, spiegando di aver temuto di essere stato contagiato dalla fidanzata. Arrestato, dopo due gradi di giudizio che lo avevano condannato all'ergastolo, oggi vede una svolta nella sua vicenda processuale: la Cassazione ha annullato con rinvio, limitatamente all’applicabilità delle attenuanti generiche, la condanna all’ergastolo per il crimine del 31 marzo 2020. Ha accolto cioè le istanze dalla difesa, secondo cui De Pace era affetto da una temporanea infermità mentale dovuta allo stress e alla paura del virus, che rappresenterebbe un'attenuante.


Close-up of gavel on judge desk, symbolizing court trial, justice and legal decisions in courtroom

Nessun commento: