Con un presidio spontaneo come risposta immediata al massacro degli studenti, la comunità del Bangladesh sabato pomeriggio ha fortemente protestato contro le forze di polizia e governo colpevoli di aver brutalmente assassinato più di cento manifestanti e compiuto numerosi arresti nel tentativo di reprimere la lotta contro la legge che assegna con un privilegio contestatissimo, il 30% dei posti pubblici ai parenti dei reduci della guerra di indipendenza del 1971, denunciata come un provvedimento oggi senza più alcun legame con i fatti del 1971, una forma clientelare e di corruzione politica e sociale ‘va bene i figli, va bene i figli dei figli… ma ora basta’. Una protesta partita dagli studenti, che ora si è molto allargata, con la forte partecipazione delle donne, delle studentesse, violando i divieti di uscire dopo le 21.00 dai loro dormitori.
Una protesta partita con l'esposizione di alcune bandiere italiane in segno di 'rispetto' verso il paese 'ospitante', ammainate dopo che abbiamo spiegato che un popolo che lotta non può aver rispetto per un governo della guerra, che reprime le opposizioni, fortemente sostenitore del sistema di sfruttamento delle operaie tessili in Bangladesh e delle aziende italiane coinvolte.
Nessun commento:
Posta un commento