Contro tutte le violenze di padroni, governo,
Stato, uomini che odiano le donne
le donne proletarie chiamano allo sciopero delle donne!
Stato, uomini che odiano le donne
le donne proletarie chiamano allo sciopero delle donne!
il
25 novembre lavoratrici, precarie, disoccupate, immigrate, di varie
città, dal sud al nord, in nome di tutte le donne più sfruttate,
oppresse da questo sistema sociale, hanno fatto una manifestazione in
piazza Montecitorio combattiva e vivace, piena di interventi, denunce,
piena delle loro esperienze di lotta.
Affermando che “Noi donne proletarie siamo contro tutte le violenze, e la prima violenza è quella sistemica di padroni, governo, Stato capitalista, imperialista che alimenta e produce le orribili stupri e femminicidi”, abbiamo assediato il palazzo del parlamento, rappresentativo di tutti i Palazzi del potere, e abbiamo detto “Basta! Non ci fermeremo! Noi lottiamo e lotteremo fino in fondo per mettere fine a questo orrore senza fine”. E' questo sistema capitalista che va rovesciato, dalla terra al cielo, e come donne dobbiamo rompere non una ma mille catene perchè tutta la nostra vita deve cambiare, perchè non ci sia oppressione, doppio sfruttamento delle donne, violenze sessuali.
il 25 novembre abbiamo fatto anche altro. Abbiamo sintetizzato tutte le istanze che vengono dalle nostre lotte in una piattaforma, in un “quaderno” in cui abbiamo raccontato, raccolto le nostre condizioni di lavoro/non lavoro, di vita, tutti gli attacchi verso noi donne, dai padroni grandi e piccoli sui posti di lavoro, dai governi di questi anni che con le loro leggi hanno peggiorato la condizione della maggioranza delle donne sui posti di lavoro, nei quartieri, nelle case, tagliando spese e servizi sociali essenziali - dagli asili alle pensioni, ai diritti alla loro salute sul territorio, pensiamo alle donne dei quartieri di Taranto e delle città inquinate, mentre riprendono attacchi al diritto di aborto e attacchi razzisti che colpiscono due volte le nostre sorelle immigrate.
Questa Piattaforma/quaderno l'abbiamo portata come sfida ai Palazzi. questo ha prodotto due primi incontri, in parlamento e col ministero del lavoro, risultato solo della forza delle nostre lotte.
Ma in questi incontri, dove “rompendo le loro regole” siamo andate in ampie delegazioni, e tante lavoratrici disoccupate hanno fatto duri interventi, abbiamo detto che noi donne non vogliamo sentire le loro parole ipocrite, siamo noi donne che vogliamo parlare e pretendere risposte ai nostri bi/sogni, porre le nostre condizioni. E la loro mancata risposta o falsa risposta sarà anche la ragione dell'innalzamento, indurimento della nostra lotta.
Ai giornali abbiamo detto: non “parlate su di noi” una volta all'anno, con grigie statistiche o articoli scoop che ci offendono, ma “parlate con noi!” E a dimostrazione che la maggior parte di essi sono contro le donne, ieri “Il Messaggero”, dove era andata una delegazione di lavoratrici per parlare, ha chiamato la polizia, venuta in forza con uomini e camionette, per impedirci di entrare.
il 26 novembre siamo con tutte le donne alla manifestazione nazionale per dire:
E ora lo sciopero delle donne! Come in Argentina, in Polonia, in Francia...
Nel nostro paese lo sciopero delle donne è già cominciato: 20mila donne, lavoratrici, precarie, disoccupate, immigrate, hanno partecipato finora, nel novembre 2013 e quest'anno, allo sciopero indetto dal Movimento femminista proletario rivoluzionario.
Lo sciopero delle donne è una forte arma di lotta. E' lo sciopero delle donne che fa paura a padroni, governi, sindacati collaborazionisti, agli uomini!
le donne proletarie che hanno acceso in Italia questa “scintilla” e hanno lanciato un messaggio anche in altri paesi, chiamano tutto il movimento delle donne a prenderla in mano.
Grandi manifestazioni di donne, come questa, non bastano per cambiare i rapporti di forza tra i nostri veri nemici e la maggioranza di noi donne, se non sono all'interno di un percorso di lotta continua contro l'intero sistema sociale, i padroni, il governo, lo Stato, i loro maschi fascisti, sessisti, razzisti.
Lo sciopero delle donne, l'autorganizzazione del femminismo proletario sono le tappe attuali del percorso della nostra liberazione, che deve essere rivoluzionario.
Perchè senza rivoluzione non c'è liberazione!
26.11.16
Affermando che “Noi donne proletarie siamo contro tutte le violenze, e la prima violenza è quella sistemica di padroni, governo, Stato capitalista, imperialista che alimenta e produce le orribili stupri e femminicidi”, abbiamo assediato il palazzo del parlamento, rappresentativo di tutti i Palazzi del potere, e abbiamo detto “Basta! Non ci fermeremo! Noi lottiamo e lotteremo fino in fondo per mettere fine a questo orrore senza fine”. E' questo sistema capitalista che va rovesciato, dalla terra al cielo, e come donne dobbiamo rompere non una ma mille catene perchè tutta la nostra vita deve cambiare, perchè non ci sia oppressione, doppio sfruttamento delle donne, violenze sessuali.
il 25 novembre abbiamo fatto anche altro. Abbiamo sintetizzato tutte le istanze che vengono dalle nostre lotte in una piattaforma, in un “quaderno” in cui abbiamo raccontato, raccolto le nostre condizioni di lavoro/non lavoro, di vita, tutti gli attacchi verso noi donne, dai padroni grandi e piccoli sui posti di lavoro, dai governi di questi anni che con le loro leggi hanno peggiorato la condizione della maggioranza delle donne sui posti di lavoro, nei quartieri, nelle case, tagliando spese e servizi sociali essenziali - dagli asili alle pensioni, ai diritti alla loro salute sul territorio, pensiamo alle donne dei quartieri di Taranto e delle città inquinate, mentre riprendono attacchi al diritto di aborto e attacchi razzisti che colpiscono due volte le nostre sorelle immigrate.
Questa Piattaforma/quaderno l'abbiamo portata come sfida ai Palazzi. questo ha prodotto due primi incontri, in parlamento e col ministero del lavoro, risultato solo della forza delle nostre lotte.
Ma in questi incontri, dove “rompendo le loro regole” siamo andate in ampie delegazioni, e tante lavoratrici disoccupate hanno fatto duri interventi, abbiamo detto che noi donne non vogliamo sentire le loro parole ipocrite, siamo noi donne che vogliamo parlare e pretendere risposte ai nostri bi/sogni, porre le nostre condizioni. E la loro mancata risposta o falsa risposta sarà anche la ragione dell'innalzamento, indurimento della nostra lotta.
Ai giornali abbiamo detto: non “parlate su di noi” una volta all'anno, con grigie statistiche o articoli scoop che ci offendono, ma “parlate con noi!” E a dimostrazione che la maggior parte di essi sono contro le donne, ieri “Il Messaggero”, dove era andata una delegazione di lavoratrici per parlare, ha chiamato la polizia, venuta in forza con uomini e camionette, per impedirci di entrare.
il 26 novembre siamo con tutte le donne alla manifestazione nazionale per dire:
E ora lo sciopero delle donne! Come in Argentina, in Polonia, in Francia...
Nel nostro paese lo sciopero delle donne è già cominciato: 20mila donne, lavoratrici, precarie, disoccupate, immigrate, hanno partecipato finora, nel novembre 2013 e quest'anno, allo sciopero indetto dal Movimento femminista proletario rivoluzionario.
Lo sciopero delle donne è una forte arma di lotta. E' lo sciopero delle donne che fa paura a padroni, governi, sindacati collaborazionisti, agli uomini!
le donne proletarie che hanno acceso in Italia questa “scintilla” e hanno lanciato un messaggio anche in altri paesi, chiamano tutto il movimento delle donne a prenderla in mano.
Grandi manifestazioni di donne, come questa, non bastano per cambiare i rapporti di forza tra i nostri veri nemici e la maggioranza di noi donne, se non sono all'interno di un percorso di lotta continua contro l'intero sistema sociale, i padroni, il governo, lo Stato, i loro maschi fascisti, sessisti, razzisti.
Lo sciopero delle donne, l'autorganizzazione del femminismo proletario sono le tappe attuali del percorso della nostra liberazione, che deve essere rivoluzionario.
Perchè senza rivoluzione non c'è liberazione!
26.11.16
Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario
mfpr.naz@gmail.com -3475301704
mfpr.naz@gmail.com -3475301704
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