Abbiamo appreso, in mattinata, con raccapriccio e rabbia, dell’aggressione subita da una studentessa di 17 anni al Vomero, ieri sera, in via Caldieri, da parte di energumeni armati di coltello, che le hanno procurato una ferita al collo e, cosa assai più grave, l’hanno molestata sessualmente. Solo grazie al suo coraggio la giovane, cui va il nostro più caloroso e solidale abbraccio, richiamando, con le sue urla, l’attenzione di un passante, è riuscita a sfuggire ai suoi brutali e vigliacchi aguzzini.
Riteniamo che l’episodio, di inusitata gravità, non possa essere semplicisticamente liquidato come casuale effetto del mancato controllo del territorio, perché la violenza contro le donne, a differenza di altri atti criminali, ha sempre una matrice ideologica, e, segnatamente, fascista. Fascista è l’odioso pregiudizio che ancora, pateticamente, rappresenta le donne come deteriori e inferiori; fascista è la concezione della donna come oggetto sessuale da predare o come fattrice la cui funzione debba esaurirsi nella cura domestica; fascista è la pratica dello “stupro punitivo” come feroce e bestiale atto di riaffermazione del potere patriarcale (emblematico il caso di Franca Rame), perpetrato contro le donne che rivendichino pari dignità, diritto all’autodeterminazione, libertà di espressione e di movimento, potere decisionale e partecipazione, allo scopo di relegarle nella dimensione privata, di umiliarle espropriandole del proprio stesso corpo, di sancirne la subordinazione e soggezione antropologica, politica e civile.
Come insegnanti e lavoratori della Scuola, cioè del luogo per eccellenza deputato a smascherare la pretesa “naturalità” del patriarcato, a denunciarne le implicazioni e le forme e ad estirpare dalla società ogni residuo di violenza sessista, non possiamo non esprimere la nostra grave preoccupazione di fronte al regresso culturale cui si assiste nel paese, e a cui non sono estranee le (contro)riforme che negli ultimi due decenni hanno quasi paralizzato l’azione educativa e formativa della Scuola.
Consideriamo parimenti inaccettabili la diffusa tolleranza e l’agibilità politica e sociale concesse, anche sul nostro territorio, ad associazioni e bande che si richiamano statutariamente e incostituzionalmente al fascismo, laddove registriamo, invece, con dolore e rammarico, un alto livello di repressione poliziesca dei movimenti e collettivi studenteschi che scendono in piazza, come lo scorso 13 novembre, per difendere la Costituzione, il pluralismo e il rispetto delle regole democratiche.
Chiediamo a tutti i dirigenti scolastici e a tutti i colleghi di reagire compattamente e pubblicamente all’oltraggio fatto alla Scuola tutta, per il tramite della violenza esercitata su una nostra alunna, una giovane impegnata nella difesa di valori che la Scuola non può non incarnare e proclamare. Da docenti, sappiamo quanto sia rischioso e controproducente invocare politiche securitarie, che immancabilmente si trasformano in mortificante e paternalistica “protezione” di chi non è affatto debole, ma rappresenta, anzi, la forza trainante e progressista del paese; sappiamo, altresì, quanto ipocrita e retorica possa diventare la condanna generica della violenza sulle donne, specie se espressa nell’ambito di contesti e momenti ormai canonizzati e perciò depotenziati quanto ad impatto sociale e comunicativo.
E’ necessario, dunque, far sentire la nostra vicinanza agli studenti scendendo in piazza con loro, e affrontare la questione collocandola nella sua giusta dimensione, che è quella a largo raggio politica. Se lasceremo soli i nostri ragazzi e le nostre ragazze in questo drammatico momento in cui il fascismo, nella sua variata e sempre mostruosa fenomenologia, torna con virulenza e con avalli istituzionali irresponsabili a proporsi come soluzione alla crisi politica, culturale, economica ed etica, rischiamo di non avere più l’autorevolezza e la legittimità necessarie a proporci come educatori.
Coordinamento Regionale Lavoratori della Scuola
18/11/15
Sull'aggressione fascista alla studentessa dal coordinamento regionale campano dei lavoratori della scuola
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