Lavoratrici MFPR Taranto
(dalla stampa locale) - Orario di uscita da scuola. Una
        mamma, dipendente di Teleperformance, va a prendere i suoi
        bambini. Si accorge di essere pedinata. Impaurita, decide di
        allertare le forze dell’ordine per capire chi fossero quei
        malintenzionati. La scoperta è ancora più sconvolgente: alle sue
        calcagna, c’erano investigatori privati assoldati dal suo datore
        di lavoro.
    
La denuncia arriva dalla Slc Cgil e fa comprendere il clima teso
      che si è raggiunto in azienda. La multinazionale francese ha
      scelto una linea durissima contro assenteismo e cali di
      produttività. In questo caso valicando tutti i diritti e la
      dignità di una persona, secondo il duro attacco dei sindacati.
    
«Accade anche questo quando si lavora per Teleperformance a
      Taranto - contesta la nota della Slc Cgil - Dopo le bandierine per
      andare in bagno, le lettere di licenziamento per scarso rendimento
      e altre iniziative che hanno dell’incredibile, la multinazionale
      di call center ha deciso di utilizzare investigatori privati per
      controllare i dipendenti in malattia. La giovane lavoratrice, dopo
      essersi insospettita della presenza di un’auto fuori dalla sua
      abitazione, ha avuto seriamente paura in quanto il veicolo la
      seguiva nei suoi spostamenti. Qualche giorno dopo si è ritrovata
      destinataria di un provvedimento disciplinare per una presunta
      infrazione commessa dopo il termine dell’orario di reperibilità
      per la malattia».
    
Secondo il sindacato, la donna era al di fuori dell’orario di
      visita fiscale. Quindi, sostanzialmente, in regola. Non è tutto
      perché il seguito amaro sta nella replica dell’azienda. Dopo
      essere stata informata dell’accaduto, Teleperformance ha risposto
      alla giovane mamma di aver preso atto “di quanto comunicato in
      ordine alla richiesta di intervento della Polizia, riservandoci
      ogni azione a tutela dei nostri diritti, ove da ciò derivassero
      conseguenze pregiudizievoli per nostra società”. «Riteniamo tutto
      questo fuori legge e contrario alla normativa vigente, oltre che
      lesivo della privacy e della dignità della lavoratrice – ha
      tuonato Andrea Lumino, segretario della Slc Cgil Taranto – e,
      ritenendo questa modalità con cui Teleperformance controlla i
      dipendenti che sono in malattia assolutamente vessatoria, abbiamo
      deciso di denunciare tutta la vicenda prima alla Procura della
      Repubblica e poi all’intera opinione pubblica»
Teleperformance
          ammette che la notizia è vera
    
In una nota, Teleperformance chiarisce che «in seguito alle
      notizie riportate oggi (ieri - ndr) da alcuni organi di stampa, la
      Società precisa che tutte le azioni svolte a favore di una
      migliore organizzazione aziendale sono sempre state effettuate nel
      pieno rispetto della Legge, seguendo pertanto le disposizioni
      previste dalla normativa in materia».
    
Frasi sibilline che non chiariscono del tutto la vicenda e
      lasciano ampie zone d’ombra sul caso. Ma per avere un background
      di questa storia, è forse utile fare un passo indietro. Le parole
      dell’amministratore delegato della multinazionale, Gabriele Piva,
      erano state premonitrici. Nel pieno di una trattativa
      complicatissima che portò, quest’estate, al ritiro in extremis
      della societarizzazione, il dirigente ammonì: «Abbiamo raggiunto
      un assenteismo pari all’8%, a Roma è il 3% e questo ci costa 200
      mila euro in più al mese. Abbiamo anche scritto ai medici più
      propensi alla firma: ci sono malattie strategiche prima dei week
      end o in occasione delle feste e dei ponti. Non vedo iniziative
      sindacali che evidenzino questi comportamenti. Bisogna capire che,
      così, un’azienda non può sopravvivere».
    
Una
          campagna aziendale contro le donne lavoratrici
    L’assenteismo è stato da sempre uno dei fattori negativi che proprio
    non scende giù all’azienda. Il problema ha però diverse
    sfaccettature e generalizzare diventa un problema. Una delle
      spiegazioni sta in una percentuale: il 75% dei dipendenti di
      Teleperformance è costituito da donne. Meglio ancora, da
    mamme. Nelle ultime settimane si sono poi ripetute azioni che hanno
    indispettito sindacati e lavoratori. Alle bandierine esposte per
    poter andare in bagno sono susseguite lettere di licenziamento o di
    richiamo per scarsa produttività. 
 
 
 
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