Abbiamo tutte gridato nelle manifestazioni dell'8 marzo "Siamo tutte palestinesi!", solidarizzando con le nostre sorelle. Il rapporto della commissione ONU dimostra ancor più delle nostre parole il livello di crimine compiuto dallo stato genocida d'Israele e ci chiama oltre l'8 marzo a continuare la mobilitazione. Tutte di nuovo in piazza per le nostre sorelle ovunque e in ogni forma.
Movimento femminista proletario rivoluzionario.
Dagli interventi e materiali dell'8 marzo:
AL FIANCO DELLE DONNE PALESTINESI CHE SUBISCONO ATROCI VIOLENZE DA VERA E PROPRIA PULIZIA ETNICA MESSE IN ATTO DALLO STATO NAZISIONISTA DI ISRAELE, SOSTENUTO PIENAMENTE DALL'IMPERIALISMO, USA IN PRIMIS, MA ANCHE DALL'IMPERIALISMO ITALIANO, OGGI RAPPRESENTATO DAL GOVERNO DI STAMPO FASCISTA MELONI.
IL SANGUE VERSATO DALLE DONNE, BAMBINI, POPOLO PALESTINESE NON DEVE RESTARE IMPUNITO!
LA NOSTRA DENUNCIA, AZIONE, LOTTA A SOSTEGNO DELLE DONNE PALESTINESI CHE NONOSTANTE LE IMMANI SOFFERENZE TRASFORMANO IL DOLORE IN LOTTA E SONO PARTE DELLA RESISTENZA DEL POPOLO PALESTINESE CHE SOSTENIAMO PIENAMENTE.
COMBATTERE AD AMPIO RAGGIO IL GOVERNO MELONI PIU' CHE COMPLICE DEL GENOCIDIO DEL POPOLO PALESTINESE, DELLE DONNE, DEI BAMBINI CON LE SUE POLITICHE GUERRAFONDAIE E DI SOSTEGNO ALLO STATO TERRORISTA DI ISRAELE
PALESTINA: ISRAELE COMMETTE STUPRI E ATTI DI GENOCIDIO, secondo un’altra inchiesta dell’ONU
La ferocia nazisionista viene messa ancora una volta in luce da questa inchiesta di una commissione indipendente dell’ONU che elenca i fatti accertati del terrorismo sistematico usato dal cane da guardia degli Stati Uniti in Medio Oriente, e cioè dall’entità sionista di Israele, contro la popolazione palestinese.
Dalle violenze sessuale e stupri, usati come arma di guerra contro le donne, ad ogni tipo di violenza immaginabile…
Una ferocia che continua nonostante la tregua durante la quale non si sono fermati un attimo gli attacchi in diverse forme nella stessa Gaza (ieri è stato ucciso un altro bambino di 3 anni), dove la popolazione in questo momento è di nuovo senza elettricità e cibo, e si sono aggravati ancora di più gli attacchi in Cisgiordania dove le popolazioni sono costrette a fuggire davanti agli attacchi quotidiani dell’esercito e dei coloni israeliani: sono già “40mila palestinesi sfollati su ordine dell’esercito israeliano dai campi profughi di Jenin, Tulkarem, Faraa e altri centri della Cisgiordania occupata, al centro dell’offensiva militare «Muro di ferro» lanciata dal governo Netanyahu il 21 gennaio” (il manifesto) sempre con la solita scusa di «sbaragliare i terroristi armati».
Questa inchiesta dell’ONU dal titolo "Più di quanto un essere umano possa sopportare", dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, chi sono i veri terroristi.
Contro questo orrore quotidiano sosteniamo fino in fondo la resistenza del popolo palestinese, lottando affinché venga spazzato via dalla faccia della terra il nazisionismo, cane da guardia dell'imperialismo USA, e ogni imperialismo.
***
Inchiesta Onu: "A Gaza Israele commette stupri e atti di genocidio". Netanyahu: "Bugie"
Una commissione indipendente Onu denuncia violenze sessuali usate da Israele come arma di terrore contro i civili palestinesi. Netanyahu: "Il Consiglio dei diritti umani Onu è un circo antisemita"
04:26 14 Marzo
L'inchiesta dell'ONU che accusa Israele, ecco i contenuti
Distruzione sistematica degli ospedali e delle strutture riproduttive palestinesi, stupri, abusi e minacce sessuali a danno di uomini e donne, l'obbligo di togliere i vestiti in pubblico: sono alcune delle pratiche che rientrano tra gli "atti di genocidio" e "violenze sessuali" come strategia di guerra, secondo l'accusa che un nuovo rapporto delle Nazioni Unite muove contro Israele, nell'ambito delle offensive militari condotte nella Striscia di Gaza e nei Territori palestinesi occupati dopo il 7 ottobre 2023.
Il nuovo report dal titolo "More than a human can bear" ("Più di quanto un essere umano possa sopportare") è stato realizzato dalla Commissione internazionale indipendente d'inchiesta delle Nazioni Unite sui Territori palestinesi occupati, tra cui Gerusalemme Est, e Israele, ed è stato reso pubblico ieri dall'Alto commissariato Onu per i diritti umani presso la sede di Ginevra, dove in settimana sono state ascoltate anche le testimonianze di diverse vittime direttamente coinvolte.
Le autorità israeliane, attraverso la loro rappresentanza diplomatica a Ginevra, hanno bocciato il report definendo le accuse "infondate, parziali e prive di credibilità".
Il report parte documentando "un'ampia gamma di violazioni perpetrate contro donne, uomini, ragazze e ragazzi palestinesi nei Territori palestinesi occupati dal 7 ottobre 2023, che costituiscono un elemento importante del maltrattamento dei palestinesi e sono parte dell'occupazione illegale e della persecuzione dei palestinesi come gruppo". Nel dettaglio, tra le forme di violenza sessuale e di genere rilevate, i ricercatori citano "l'obbligo di togliersi i vestiti in pubblico e il restare nudi, le molestie sessuali - comprese le minacce di stupro - e le aggressioni sessuali". Tutte pratiche che, come scrivono ancora i ricercatori, "fanno parte delle procedure operative standard delle forze di sicurezza israeliane nei confronti dei palestinesi", ma sono perpetrate anche dai "coloni israeliani in Cisgiordania, con l'obiettivo di incutere paura nelle comunità ed espellerle". Lo studio sostiene che "altre forme di violenza sessuale e di genere, tra cui lo stupro e le violenze commesse sui genitali" delle vittime sarebbero state commesse "dietro ordine esplicito, o attraverso l'incoraggiamento implicito, dei massimi vertici civili e militari di Israele".
Il rapporto delle Nazioni Unite continua affermando inoltre che nelle sue operazioni militari, "le autorità israeliane hanno sistematicamente distrutto strutture sanitarie sessuali e riproduttive in tutta Gaza. Hanno simultaneamente imposto un assedio e impedito l'assistenza umanitaria, inclusa la fornitura di farmaci e attrezzature necessarie per garantire gravidanze, parti e cure post-partum e neonatali sicure". Così, secondo i ricercatori, "donne e ragazze sono morte per complicazioni legate alla gravidanza e al parto, dovute alle condizioni imposte dalle autorità israeliane che hanno negato l'accesso all'assistenza sanitaria riproduttiva: atti che costituiscono un crimine contro l'umanità di sterminio".
Quanto a Gaza, la Commissione "ha scoperto che le autorità israeliane hanno distrutto in parte la capacità riproduttiva dei palestinesi di Gaza come gruppo attraverso la sistematica distruzione dell'assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva, che costituisce due categorie di atti genocidi nello Statuto di Roma e nella Convenzione sul genocidio, tra cui l'imposizione deliberata di condizioni di vita volte a provocare la distruzione fisica dei palestinesi e l'imposizione di misure volte a impedire le nascite".
Navi Pillay, presidente della Commissione, commenta così: "Le prove raccolte dalla Commissione rivelano un deplorevole aumento della violenza sessuale e di genere. Non si può non concludere che Israele abbia impiegato la violenza sessuale e di genere contro i palestinesi per terrorizzarli e realizzare un sistema di oppressione che mina il loro diritto all'autodeterminazione". Atti intorno ai quali, come evidenziano i ricercatori, sussisterebbe "un clima di impunità".
Pillay aggiunge: "Le dichiarazioni e le azioni discolpanti dei leader israeliani e la mancanza di responsabilità". Secondo l'esperta, "in questo contesto è essenziale un'azione di responsabilità attraverso efficacia dimostrata dal sistema giudiziario militare nel perseguire i casi e condannare i colpevoli inviano un messaggio chiaro ai membri delle Forze di sicurezza israeliane che possono continuare a commettere tali atti senza timore la Corte penale internazionale e i tribunali nazionali, attraverso il loro diritto interno o esercitando la giurisdizione universale, se si vuole che lo stato di diritto sia sostenuto e che alle vittime venga riconosciuta giustizia".
Nessun commento:
Posta un commento