15/03/25

"Dio, patria, famiglia" - la corsa a chi lo applica per primo: per ora vince l'America di Trump ma segue l'Italia della Meloni/Valditara

Non aspettiamo in Italia, nè illudiamoci che resteranno "parole" le linee guida integraliste/reazionarie di Valditara. Occorre anche da noi combattere subito nelle scuole, nelle università il governo che vuole fare della scuola un luogo centrale per una cultura fascista, suprematista, razzista, militarista. 

Chi ancora chiede nel campo del femminismo piccolo borghese che questa scuola sia aperta all'educazione sessuale contro le concezioni e pratiche sessiste, maschiliste sempre più dilaganti che alimentano l'odio verso le donne che vogliono "rompere le catene", fino ai femminicidi, si dovrà rendere conto che questa scuola, sempre più anche in Italia a Ministri ignoranti e incompetenti, fomenterà le concezioni di subordinazione delle donne e del loro ruolo principe che deve essere nel produrre figli (non è un caso che vogliono fare corsi sì, ma sulla fertilità o infertilità).

E' chiaro poi che con queste "linee guida" gli insegnanti, il personale scolastico che non si adegua farà la fine dell'America di Trump: licenziato, denunciato, e... arrestato 

Educazione americana: dio, patria, famiglia

Da Il Manifesto - stralci

Ministero dimezzato I procuratori generali di 21 stati fanno causa al governo: il licenziamento del 50% del personale rende impossibile svolgere le funzioni del dipartimento. L’intento è liquidarlo

Nel panorama delle nomine del governo Trump, quella di Linda McMahon, dirigente della federazione di wrestling Wwe, a ministra della pubblica istruzione, si distingue per aver messo assieme la materiale incompetenza della designata con il conflitto di interesse del presidente, socio nel business degli incontri di finta lotta sin dai tempi in cui era titolare del Trump Casino di Atlantic City. Non che la titolare dello stesso dicastero nel primo mandato, la miliardaria integralista religiosa Betsy DeVoss, fosse più idonea (all’epoca si dichiarò contraria al concetto di scuole pubbliche).

McMahon, però ha la distinzione di aver assunto il mandato con la missione esplicita di eliminare del tutto il proprio ministero. Questa settimana ha iniziato l’opera, col licenziamento in tronco di 1.315 impiegati, quasi metà del totale, ai quali nel pomeriggio di martedì è stato comunicato, con consueto tatto, che non sarebbe stato necessario tornare in ufficio l’indomani, o mai più.

NELL’ATTUALE bombardamento a tappeto dell’impianto statale, non si è trattato di una sorpresa. L’istruzione è da tempo fronte incandescente della “guerre culturali” della destra radicale che la considera focolaio di indottrinamento woke e vi concentra il risentimento per quello che considera il decennale monopolio esercitatovi dalla sinistra. Stati rossi come il Texas, e soprattutto la Florida, sono da tempo laboratori di decostruzione delle istituzioni scolastiche per purgarle del disfattismo anti americano (in primis la critical race theory, ovvero l’insegnamento dei trascorsi razzisti del paese) e rifondarle come motori di un nuovo egemonismo conservatore. In quest’ottica, ad esempio, il governatore della Florida Ron DeSantis ha commissariato scuole ed università statali, licenziato docenti e consigli di amministrazione, epurato biblioteche scolastiche di libri “sovversivi” come testi di educazione sessuale, ed istituito nuovi programmi scolastici compresi cartoni animati per le elementari, come quelli prodotti dalla PragerU, fra cui almeno uno in cui un simpatico Cristoforo Colombo difende la schiavitù...

...IL DEPARTMENT of Education ha un ruolo soprattutto di controllo della qualità dell’istruzione, raccolta di dati statistici, consulenza e come garante delle regole anti discriminazione e per le pari opportunità. Ma proprio queste funzioni lo hanno storicamente reso inviso alla destra, specialmente quella liberista, integralista e “anti woke” di cui Trump si è servito per prendere il potere. Quale migliore capro espiatorio dunque, nell’attuale epurazione, per colpire i programmi di equità di minoranze svantaggiate, e perfino studenti portatori di handicap, e farne un esempio della «decostruzione» dello stato in paradiso «meritocratico».

«Nella nostra società pluralista – si legge a pagina 319 del Project 2025 – studenti e genitori devono poter scegliere da una gamma variata di opzioni scolastiche a seconda dei loro desideri e bisogni». Traduzione: i fondi pubblici devono essere massicciamente trasferiti alla sfera privata con particolare attenzione per l’istruzione religiosa e «conservatrice». Si tratta dopotutto di uno dei cardini della dottrina sviluppata negli ultimi anni da incubatori di pensiero reazionario come la Heritage Society, il Claremont Insititute o il Manhattan Institute dove lavora Christopher Rufo, uno degli architetti della crociata contro la critical race theory, nominato plenipotenziario della nuova istruzione pubblica in Florida. Italoamericano e cattolico integralista, Rufo è stato principale fautore delle audizioni parlamentari di amministratori universitari liberal lo scorso anno (alcuni dei quali come Claudine Gay di Harvard hanno perso il posto).

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