06/03/25

8 marzo: Femminismo rivoluzionario! No femminismo riformista

Intervento di Antonietta, compagna del Mfpr di Taranto all'assemblea on line del 4 marzo

Il Rendiconto di genere 2024 dell’INPS fotografa, ancora una volta, un Paese in cui le donne restano bloccate in una condizione di svantaggio strutturale. Le donne portano il peso del lavoro di cura, affrontano una violenza sessuale in crescita, sul lavoro sono l'espressione più chiara della precarietà, ricevono salari miseri, discriminazioni e, al termine, ricevono pensioni notevolmente inferiori a quelle degli uomini. Questo quadro evidenzia come la disuguaglianza di genere sia alla radice non solo di disparità economiche, ma anche di forme subdole di violenza e dominazione che impediscono la piena emancipazione femminile.

disparità occupazionale

solo il 52,5% delle donne occupate contro il 70,4% degli uomini, un gap di 17,9 punti percentuali che evidenzia una discriminazione persistente.

contratti e instabilità lavorativa

le assunzioni femminili rappresentano il 42,3% del totale, ma con prevalenza di contratti a tempo determinato e part-time involontario tra le donne.

gap retributivo

le donne percepiscono stipendi mediamente oltre il 20% inferiore rispetto agli uomini, differenza che nel lavoro dipendente privato raggiunge il 44,1%.

Questa realtà non è solo una questione economica ma la manifestazione di strutture di potere storicamente diseguali che si traducono in violenza e discriminazione. La violenza maschile alle donne non è un'emergenza ma una conseguenza di leggi che non bastano, di servizi insufficienti, di un'impostazione culturale che tiene le donne sempre un passo dietro l'uguaglianza di genere. Per prevenire la violenza contro le donne bisogna affrontare queste disuguaglianze, è un dovere sociale che richiederebbe l'impegno di tutti gli attori istituzionali, politici e associativi.

L'ultradestra dipinge le femministe come donne desiderose di dominio che vogliono sottomettere gli uomini e che odiano gli uomini; eppure dati alla mano non siamo noi a votare per annientare i diritti dell'altro genere. Ormai l'ascesa delle destre di ispirazione nazifascista è a un punto tale che non ci sorprenderebbe nemmeno la resurrezione di Hitler. Ma tralasciando l'orrore per i risultati del partito di destra (AfD – Germania) i primi dati sull'anagrafica della popolazione votante corroborano un trend che si osserva da un po’: le giovani donne votano radicalmente a sinistra, i giovani uomini radicalmente a destra. Quindi, sono davvero le femministe che odiano gli uomini o sono gli uomini al potere terrorizzati che se abbiamo troppo potere poi li trattiamo come loro hanno fatto con noi? Non è un caso che gli oligarchi come Musk e Zuckerberg siano disposti a vendere l'anima per rendere i loro social i più violenti possibili, un humus fertile per l'ideologia dell'uomo forte che difende la famiglia dalle spaventose minacce del woke dove per woke si intende chiunque abbia a cuore il prossimo le sorti del prossimo suo.

Di fronte a questa avanzata delle destre, di un moderno fascismo a livello nazionale, europeo ed internazionale, occorre ripercorrere i valori, i princìpi e i temi ispiratori del femminismo che non è di certo un mucchio di donne arrabbiate che vogliono essere uguali agli uomini - a chi pensa questo non viene neppure in mente che il femminismo abbia a che vedere con i diritti delle donne e che, soprattutto, il femminismo è un movimento mirato a porre fine al sessismo, allo sfruttamento sessista e all'oppressione.

Per capire il femminismo è necessario capire il sessismo poiché la nostra società continua ad essere principalmente una cultura cristiana, masse di persone continuano a credere che Dio abbia disposto che le donne siano subordinate agli uomini nella sfera domestica.

Tra le prime attiviste femministe che hanno reagito con la collera al dominio maschile c'era davvero un forte sentimento antiuomo, la partecipazione a queste rotte radicali per la libertà ha risvegliato lo spirito di rivolta e di resistenza nelle donne progressiste e le ha guidate verso la lotta per la liberazione delle donne. Con il progredire del femminismo contemporaneo man mano che le donne si rendevano conto che i maschi non erano l'unico gruppo nella nostra società a sostenere il pensiero e il comportamento sessista, il sentimento antiuomini ha smesso di modellare la coscienza del movimento e l'attenzione si è spostata sul tentativo a tutto campo di creare una giustizia di genere che all’interno del patriarcato capitalista suprematista bianco esistente era difficile da ottenere.

Il movimento femminista si è polarizzato fin dall'inizio tra le pensatrici riformiste che hanno scelto di mettere l'accento sulla parità di genere e le pensatrici rivoluzionarie che non intendevano semplicemente modificare il sistema esistente in modo che le donne avessero più diritti ma volevano trasformare quel sistema, mettere fine al patriarcato e al sessismo, oltre alle riforme chiedevano una ristrutturazione complessiva della società che liberasse la nostra condizione da ogni traccia di sessismo.

Lotta di classe femminista

Nel movimento femminista la questione delle differenze di classe è stata affrontata molto prima della questione della razza. Il conflitto è scoppiato tra la versione riformista della liberazione delle donne che in sostanza invocava parità di diritti per le donne all'interno della struttura di classe esistente e i modelli più radicali e rivoluzionari che miravano a un cambiamento radicale della struttura esistente di modo che i modelli della mutualità e dell'uguaglianza potessero prendere il posto dei vecchi paradigmi. Eppure man mano che il movimento femminista cresceva e gruppi privilegiati di donne bianche istruite cominciano ad avere accesso al potere di classe al pari della loro controparte maschile, la lotta di classe femminista ha smesso di essere considerata importante.

Le questioni più rilevanti per le donne della classe operaia e per le masse di donne non sono mai state messe in primo piano dai mezzi di informazione mainstream eppure nel paese un'enorme maggioranza di donne è parte della forza lavoro e molte di queste lavoratrici che sfacchina ore e ore per paghe irrisorie, continuando a sobbarcarsi tutto il lavoro domestico, hanno diritto di essere sostenute.

Le donne della classe operaia sapevano già che i salari che ricevevano non le avrebbero liberate eppure il fatto che le privilegiate abbiano acquisito maggiore potere di classe mentre masse di donne non godono ancora neanche della parità salariale con gli uomini indica che gli interessi di classe borghesi hanno prevalso sugli sforzi femministi per cambiare il mondo del lavoro e ottenere che le donne ricevano pari retribuzione.

Il patriarcato mainstream ha rafforzato l'idea che i problemi delle donne provenienti dai gruppi socialmente privilegiati erano i soli degni di ricevere attenzione mirando ad ottenere parità sociale per le donne in seno alla struttura esistente, ovvero quello che praticamente è diventato un femminismo riformista bianco di potere ha consentito al patriarcalismo bianco suprematista mainstream di consolidare il proprio potere e al contempo di pregiudicare la politica radicale del femminismo man mano che le donne privilegiate ottenevano maggiore accesso al potere economico al fianco degli uomini della loro classe. Questo tipo di lotte raramente ha cambiato il destino delle donne povere e della classe operaia. La libertà delle donne delle classi privilegiate di tutte le razze richiedeva la subordinazione prolungata dalle donne povere della classe operaia e alla fine il potere di classe borghese si è dimostrato più importante del femminismo e quando le donne hanno acquisito uno stato di classe più elevato e un potere maggiore senza comportarsi diversamente dagli uomini, la politica femminista si è svigorita.

Il tradimento più profondo delle tematiche femministe è stata l'assenza di una protesta femminista di massa contro l'attacco del governo allo smantellamento del sistema di welfare (meno soldi agli asili nido, ai consultori, ai centri antiviolenza).

La fine del welfare creerà una nuova sottoclasse di donne e di bambini esposte a maltrattamenti, allo sfruttamento delle strutture di dominio esistente, all'ampliarsi del divario tra ricchi e poveri e alla persistente femminilizzazione della povertà.

L'unica autentica speranza di liberazione femminista consiste in una visione del cambiamento sociale che combatta l'elitarismo di classe.

Abbiamo un disperato bisogno di un movimento femminista rivoluzionario di massa che sappia costruire sulla forza del passato un movimento che faccia tesoro ma ripristini le condizioni di solidarietà in un mondo in cui le risorse sono condivise e la possibilità di crescita personale abbondi per tutte indipendentemente dalla loro classe.

Che sia, dunque, un 8 marzo di lotta, di rivendicazione, di liberazione e di conquista per tutte le donne!

Nessun commento: