Riportiamo alcune informazioni principalmente dalla stampa.
Ma sottolineiamo una cosa che ci deve far riflettere. Mai come quest'anno la televisione, la stampa anche allineata al governo ha parlato delle manifestazioni dell'8 marzo. La TV ha aperto il 9 parlando di 60 manifestazioni. Perchè questo, con un governo all'insegna di "Dio, patria, famiglia", che vuole far tornare le donne indietro di più di 50 anni, togliere anche i pochi diritti esistenti e che sparge un humus fascista, sessista?
Dice una frase popolare: "Quando il nemico ti accarezza, vuole la tua anima"...
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TORINO - Azioni contro Carrefour e la Leonardo
«Se le nostre vite non valgono noi scioperiamo".
Mentre il corteo sfilava accanto all'università le manifestanti hanno affrontato il tema del lavoro precario che spesso colpisce le giovani generazioni: «La maggior parte dei camerieri che lavora nel fine settimana non ha un contratto regolare pur stando a contatto con fornelli e oggetto di vetro. Questi sono i lavoretti che spesso sono costretti a fare gli studenti, non ci sono lavoretti ma solo lavori di merda»
Davanti al Duomo partono gli slogan pro aborto: «Libero e accessibile a tutti».
«Davanti alla chiesa vogliamo gridare alla necessità di un aborto libero. Rivendichiamo un aborto gratuito accessibile a tutti». Tra i cartelli presenti molti attaccano i finanziamenti alle associazioni antiabortiste voluti dal governo regionale.
«Lavoratrici sfruttate» Sfilando in via XX settembre, in una delle aree dello shopping più frequentate, le attiviste hanno scandito alcuni slogan sul mondo del commercio e delle aziende. «Ci sono contratti di lavoro che creano condizioni di ricatto, non si arriva mai ad un posto stabile. Le aziende si avvalgono di personale insufficiente per risparmiare e i turni cambiano senza preavviso. Scioperiamo anche per chi non può farlo».
Slogan per la Palestina - «In Palestina muoiono anche donne, è in corso un genocidio». Il collettivo universitario «Cambiare Rotta» ha esposto alcuni cartelloni che raffigurano le principali personalità politiche italiane ed europee con le mani sporche di sangue
Blitz in mattinata in una delle sedi torinesi della catena Carrefour - “Carrefour ti sporca le mani. Compra altrove finché sarà complice dei crimini di Israele”, si legge in alcuni adesivi sparsi dalle attiviste nel supermercato.
Il motivo della contestazione (parte della rete BDS, attiva da diversi anni), riguarda, semplificando, due filoni: l’apertura di punti vendita in territori occupati da Israele e gli accordi con aziende attive nella tecnologia militare.
La multinazionale francese Carrefour (87 miliardi di ricavi e 15 miliardi di utile lordo) ha aperto una serie di punti vendita nei territori occupati da Israele in particolare in Cisgiordania; queste zone sono state invase illegalmente secondo questo documento della Corte Internazionale di Giustizia.
Per fare questo Carrefour ha stretto accordi con due grandi aziende: Electra Consumer Products e la sua controllata Yenot Bitan. Diversi punti vendita di Yenot Bitan, ora con marchio Carrefour, si trovano in territori occupati dai coloni israeliani; uno, ad esempio, si trova a Modi’in-Maccabim-Re’ut, un territorio la cui sovranità israeliana era già discussa anni fa e che viene considerata un insediamento coloniale israeliano.
La seconda ragione riguarda questo accordo di Carrefour con sei aziende israeliane specializzate, tra le altre cose, in intelligenza artificiale e cybersicurezza. La catena di supermercati ha detto che voleva utilizzare queste collaborazioni per migliorare i propri servizi (ad esempio la sicurezza dei propri siti), ma alcune di queste aziende, ad esempio Vulcan, forniscono anche software utilizzati nel settore militare. Per completezza, c’è da dire che è stato scoperto che Israele utilizza l’AI e alcuni servizi di Microsoft nella scelta delle zone della Palestina da bombardare.
Le partecipanti ad uno dei cortei dell'8 Marzo si sono date appuntamento in piazza Massaua da dove hanno raggiunto la sede di Leonardo lanciando uova di vernice viola contro il cordone di polizia posto a protezione dei cancelli dell'azienda aerospaziale con il chiaro intento di denunciare le politiche di militarizzazione e le crescenti spese per la guerra.
Tra i messaggi più potenti della manifestazione c’è stato anche quello che recitava: «Attenzione: il patriarcato ti trasforma in un soldato». Le attiviste hanno spiegato che «la violenza patriarcale e bellica sono due facce della stessa medaglia», parte di un sistema che, a loro avviso, sfrutta le disuguaglianze di genere e taglia i fondi per il welfare e la sanità a favore degli armamenti.
GENOVA - Anche l’Università viene simbolicamente presa di mira: al passaggio del corteo le attiviste chiudono il portone con i sigilli e accendono fumogeni per denunciare gli episodi di molestie che coinvolgono anche l’ateneo ma anche la complicità con Israele.
Le attiviste ricordano che l’8 marzo “non c’è nulla da festeggiare, ma proprio nulla. Anche ultimamente di dati che sono usciti da un report dell’Inps emerge che le donne sono assolutamente sacrificate, nel senso che hanno meno lavoro, meno soldi, meno permessi, meno possibilità di fare carriera, nonostante siano più preparate, più laureate e abbiano studiato di più".
Le femministe bocciano il nuovo disegno di legge che introduce il reato autonomo di femminicidio.
ROMA - 20 mila persone. «Ergastolo inutile, non ci ridà le sorelle ammazzate». Cori contro Trump, Milei, la presidente Ue Ursula von der Leyen e Roccella. Le militanti: «Rifiutiamo il ruolo di vittime. Su scuola, diritti e precariato Meloni fa passi indietro»
Si sentono cori contro il presidente degli Stati Uniti («Più trans, meno Trump» è stato uno degli slogan più ripetuti), contro quello argentino Javier Milei e contro la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyer. E non è un caso: la piattaforma di ieri chiamava allo sciopero contro le guerre in corso e chiedeva il disarmo.
La guerra la fanno i governi autoritari e nazionalisti per il loro profitto ma la pagano i lavoratori e le lavoratrici
Di fatto è la prima manifestazione con una posizione netta per la pace e contro l’escalation militare... appello per boicottare la piazza «per l’Europa» del 15 marzo e a partecipare invece a quella dell’otto, siamo indignate per le complicità del nostro governo, della Ue e degli Usa e per gli 800 miliardi destinati al ReArm Europe che verranno sottratti alla sanità, alla scuola, ai servizi sociali».
Bocciano il riconoscimento del femminicidio come reato, approvato il 7 marzo dall’esecutivo Meloni. «È solo una misura giustizialista e carceraria che non risolve il problema alla radice – afferma una militante di Nudm – Noi non chiediamo più galera e più repressione ma che si combatta la logica patriarcale: sbattere una persona in carcere per tutta la vita è solo un tappabuchi, ma non è questo che ci ridarà le compagne e sorelle ammazzate»; il provvedimento sia stato «calato dall’alto senza un confronto con i centri antiviolenza: il governo si muove moltiplicando reati ma si dimentica che con l’aumento delle pene non c’è deterrenza».
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