13/05/24

Gli Stati generali della natalità riaffermano la propaganda contro le donne - E Bergoglio vi contribuisce con indegne affermazioni

Gli Stati generali della natalità di quest’anno sono stati ancora e più di prima sponsorizzati dal governo Meloni per tornare alla carica nella propaganda ideologica/politica di stampo fascista contro le donne in questo paese che per questo governo hanno un peso sociale se principalmente fanno figli.
E lo dicono apertamente, senza più veli o giri di parole, basti pensare alla vergognosa circolare del MIM con a capo il reazionario ministro Valditara, inviata alle scuole per invitare agli Stati Generali le studentesse e gli studenti a partire dalla scuole medie, in cui è stato scritto “… si analizzeranno le cause del costante declino demografico e si discuteranno le possibili misure da attuare per contrastare il fenomeno della denatalità, che, ripercuotendosi sull’invecchiamento della popolazione e la conseguente  diminuzione  del  numero  di  lavoratori  attivi  in  grado  di  mantenere  elevati  livelli  di Prodotto Interno Lordo, rischia di inficiare la sostenibilità del debito pubblico, nonché le prospettive di sviluppo sociale e culturale del Paese…”
Più chiaro di così non si può! Le donne devono fare figli innanzitutto perché lo chiedono i padroni, perché sono le esigenze del Capitale in questa società a dettare legge, e il governo, utilizzando tutti i mezzi, compreso la scuola, si fa rappresentante di queste esigenze che pongono come urgente il ricambio generazionale delle braccia da sfruttare per continuare ad arricchirsi di profitto e che oggi, nella fase che viviamo, è strettamente collegato alla questione della guerra imperialista e dell’economia di guerra.
Figli per il Capitale e per la loro guerra/patria, a questo la maggioranza delle donne deve servire per il governo Meloni e i suoi ministri oscurantisti come la Roccella, contestata più che giustamente dalle studentesse e studenti sia all’interno degli Stati Generali, e costretta di fatto ad andarsene, sia all’esterno con una manifestazione in cui gli studenti ancora una volta manganellati dalla polizia non si sono tirati indietro.
Questo è un governo che vuole avanzare rapidamente nel moderno fascismo e le donne sono uno dei settori da controllare socialmente, da qui l’attacco di questo governo che ogni giorno si alimenta di nuovi tasselli al cuore dei diritti delle donne, il diritto di aborto, sotto ogni aspetto ideologicamente, politicamente e praticamente, vedi  il recente grave provvedimento che dà il via libera agli antiabortisti nei consultori pubblici con l’emendamento al decreto del Pnrr approvato il 18 aprile alla Camera e successivamente al Senato.
E a questa marcia del governo Meloni che vuole imporre alla maggioranza delle donne il moderno medioevo, da man forte piena e attiva la Chiesa cattolica, la Chiesa di Papa Bergoglio, il Papa definito a destra e a manca “innovatore” ma che sul piano delle donne, dall’ultimo documento emesso dal Vaticano alla sua recente partecipazione agli Stati Generali della natalità, conferma la condanna del diritto di aborto riaffermando con forza come centrale in questa società il ruolo riproduttivo delle donne.
Addirittura agli Stati generali della natalità il Papa ha detto che secondo alcuni “studi di demografia” oggi “…"gli investimenti che danno più reddito sono la fabbrica di armi e i contraccettivi: uno distrugge la vita, l'altro la impedisce".
Oltretutto il Papa cerca di elevare queste squallide posizioni a "studi demografici", quando si tratta di basse affermazioni simili a "chiacchiere da bar"; ma non è che siccome stai al potere ti puoi permettere di sbandierare "cazzate" di questo tipo... 
L’ipocrisia della Chiesa è senza fine: non si condanna senza se e senza ma il governo Meloni che è complice del genocidio in Palestina in cui sono morti migliaia e migliaia di bambini, ed è il mandante delle morti di tantissimi bambini migranti nel Mediterraneo, ma addirittura si usa strumentalmente la questione della armi e del profitto che i padroni ricavano dalla loro produzione per dire le donne perchè usando i contraccettivi contribuiscono al profitto di chi attacca la vita, e quindi le donne che ricorrono agli anticoncezionali (che salvano le vite di tante donne) sono di fatto delle deliberate criminali o assassine. 
"Il problema del nostro mondo - ha proseguito Bergoglio - non sono i bambini che nascono: sono l’egoismo, il consumismo e l’individualismo, che rendono le persone sazie, sole e infelici… porre una madre nella condizione di non dover scegliere tra lavoro e cura dei figli, oppure liberare tante giovani coppie dalla zavorra della precarietà occupazionale e dell’impossibilità di acquistare una casa".
Anche qui c'è altrettanta ipocrisia della Chiesa: il Papa non può fare a meno di dovere ammettere che oggi in generale ma in particolare le donne devono subire una condizione di vita che è fatta sempre più di salari bassi, anche ridotti rispetto ai lavoratori uomini, di precarietà dilagante, di disoccupazione, di sempre più carovita, di servizi pubblici insufficienti e addirittura mancanti, di un carico di lavoro di cura che si scarica essenzialmente sulle spalle delle donne che in tantissimi casi devono rinunciare al lavoro, ma non vi è una altrettanta condanna del governo che sta mettendo in campo politiche sempre più antioperaie, antiproletarie e antipopolari ma vi è invece una richiesta dialogante al governo di “politiche più efficaci” perché le donne, che comunque non devono essere libere di scegliere in tema di maternità a prescindere dalle specifiche condizioni economiche, possano essere messe nelle condizioni di fare figli e di allinearsi al ruolo di salvaguardare lo stato di cose presenti in cui la Chiesa nel nostro paese ha un posto determinante.
In passato – ha continuato il Papa Francesco – non sono mancati studi e teorie che mettevano in guardia sul numero degli abitanti della Terra, perché la nascita di troppi bambini avrebbe creato squilibri economici, mancanza di risorse e inquinamento. Mi ha sempre colpito constatare come queste tesi, ormai datate e superate da tempo, parlassero di esseri umani come se si trattasse di problemi. Ma la vita umana non è un problema, è un dono. E alla base dell’inquinamento e della fame nel mondo non ci sono i bambini che nascono, ma le scelte di chi pensa solo a sé stesso, il delirio di un materialismo sfrenato, cieco e dilagante, di un consumismo che, come un virus malefico, intacca alla radice l’esistenza delle persone e della società. Il problema non è in quanti siamo al mondo, ma che mondo stiamo costruendo; non sono i figli, ma l’egoismo, che crea ingiustizie e strutture di peccato, fino a intrecciare malsane interdipendenze tra sistemi sociali, economici e politici».
In effetti il Papa con queste parole descrive a suo modo cosa è oggi il marcio sistema capitalista e imperialista in profonda crisi tale da ricorrere anche alla guerra per risolvere le “malsane interdipendenze tra sistemi sociali, economici e politici” causa di “fame, inquinamento, ingiustizie, di un materialismo sfrenato, cieco e dilagante, di un consumismo che, come un virus malefico, intacca alla radice l’esistenza delle persone e della società…”
Ma il Papa non può certamente andare oltre la denuncia e si deve per forza fermare, perché è questo ordine sociale che per interessi di classe si deve perpetuare e le donne, e in particolare le proletarie doppiamente sfruttate e oppresse, devono essere socialmente funzionali alla conservazione/perpetuazione del sistema capitalista mettendo al mondo figli.
La libertà delle donne di decidere della propria vita non si tocca! come hanno gridato in questi giorni tante giovani, femministe, compagne, donne che sono scese in piazza e che hanno ben fatto nelle proteste contro gli Stati generali delle natalità.
Continuare con le necessarie battaglie immediate in difesa del diritto di aborto in primis, contro questo governo e tutti i suoi apparati che ne sostengono la marcia moderno fascista e da moderno medioevo per la maggioranza delle donne, allargando però la visuale e impugnando la lotta più generale volta a rovesciare questo sistema marcio nella prospettiva di una vera liberazione sociale.

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