21/10/22

IRAN - "NON POSSIAMO TORNARE INDIETRO" - BERGAMO MOBILITAZIONI, SOLIDARIETÀ

Nel corteo condiviso tra gli studenti iraniani e i lavoratori dello Slai Cobas sc lo striscione  tradotto.  

A sostegno della mobilitazione delle donne in Iran, divampata dopo l’assassinio di Mahsa Amini per una ciocca di capelli in vista da sotto il velo, la protesta di massa che ‘è diventata una rivoluzione, indietro non possiamo tornare, perché le donne devono continuare a vivere in Iran...’ per le vie di Bergamo una nuova manifestazione, per la fine della dittatura, con le donne e le masse iraniane in lotta..., mentre in alcune sale cinematografiche la programmazione viene modificata per serate di solidarietà. Martedì è toccato al Conca Verde per iniziativa di Amnesty International (giovedì all’Anteo di Treviglio con IL CERCHIO) dove è stato proiettato BE MY VOICE, un travolgente film documentario sull’infaticabile azione militante di Masih Alinejad, attivista, giornalista, blogger, che smaschera la feroce repressione del regime della Repubblica Islamica degli Ayatollah; spinge all’azione ‘Gente di tutto il mondo, perché state in silenzio?’ grida una madre a cui hanno appena ucciso la figlia che si rifiutava di mettere il velo. Documenta la grande opposizione e resistenza di massa e popolare, in prima fila le donne, i giovani, che in questi anni in Iran non si è mai fermata, contro quelle leggi che vorrebbero le donne discriminate e sottomesse agli uomini, anche con l’imposizione dell’hijab.


Una dura lotta, fatta anche dei 1500 tra messaggi video che arrivano al giorno a Masih Alinejad, che diventa così portavoce e rende pubbliche le botte, le aggressioni, quelle tremende con l’acido versato in faccia alle donne, gli omicidi fino alle impiccagioni sulla pubblica piazza; diventa un simbolo della ribellione, da voce a chi lotta e vuole far sapere, pur consapevole che ogni forma di opposizione può essere pagata con il sangue o con anni di carcere.

Un film che va oltre la solidarietà, ci aiuta a comprendere perché oggi è potuta crescere, con questa intensità e sviluppo, l’ondata rivoluzionaria, dalle università con un coinvolgimento crescente di settori popolari e di lavoratori, dagli operai dei centri strategici petrolchimici a quelli del settore dello zucchero, e che ora rappresenta una minaccia il regime.

Dal corteo di Bergamo.









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