28/10/22

Dall'Aquila a Trezzo siamo tutte e tutti operaie Beretta

Dall'Assemblea al CSOA case matte L'Aquila

Se lotta una lottano tutte!

"...L'attacco che viene fatto alle operaie, le discriminazioni, ricatti, trasferimenti, licenziamenti - anche se colpiscono spesso tutti i lavoratori - per le donne è di più, sia in termini quantitativi che qualitativi, perchè colpisce non solo il problema del salario, del posto di lavoro, ma colpisce l'indipendenza economica delle donne... colpisce il fatto che le donne possano lavorare, riconoscersi in una realtà collettiva, unirsi e non essere relegate individualmente nelle case..."

(Da un intervento alle Assemblee Donne/Lavoratrici )

La voce e la lotta delle operaie della Beretta di Trezzo, raccolta dall’assemblea donne lavoratrici del 9 giugno 2022, rappresenta un'esperienza preziosa per la lotta di liberazione di tutte e tutti dal capitale e dallo sfruttamento, dalla doppia, tripla oppressione che produce, anche in termini repressivi, sui nostri corpi e sulle nostre vite.

Senza la mobilitazione coraggiosa delle operaie della Beretta, che lo scorso 8 marzo sono state protagoniste del primo sciopero di sole donne nello stabilimento, la sofferenza di tante lavoratrici ed ex lavoratrici del salumificio sarebbe rimasta chiusa e inascoltata all’interno di qualche recensione su indeed o di qualche assemblea dei sindacati confederali, e utilizzata anzi come ulteriore arma di ricatto da parte del padrone e dei sindacati asserviti e complici di questo sistema neoschiavistico, che vede le donne, soprattutto immigrate, vittime di una plurima discriminazione.

Dalle discriminazioni sulla paga e sulle condizioni contrattuali (a parità di mansioni le operaie dell’appalto sono costrette a lavorare di più per una paga più bassa) alle assunzioni umilianti e discriminatorie da parte di capi uomini, le operaie della Beretta di Trezzo stanno combattendo apertamente contro tutte le discriminazioni e gli abusi. Sono tutte donne, a parte il magazziniere, e sono discriminate perché donne, perché proletarie, perché mamme, e se si ammalano o subiscono infortuni o devono assistere i propri figli o familiari malati o disabili a cui questo Stato, questi governi non garantiscono possibilità di cura e assistenza collettiva, scatta per loro una sanzione che è una vera e propria estorsione, rendendo impossibile a molte operaie percepire anche 600 euro!

L’infame accordo che UIL ha firmato all’oscuro di tutte le operaie con MPM (appalto Beretta di Trezzo) prevede la riduzione di una parte del loro stipendio che scatterà progressivamente con tre giorni di assenza per malattia, maternità e infortuni (- 25%, 50%, 100%). A queste discriminazioni si aggiunge, per le operaie immigrate, il ricatto del permesso di soggiorno e la beffa del sostegno alla natalità, elemosina annunciata dal governo Meloni, dalla quale le donne immigrate sono comunque escluse.

E si aggiunge la repressione di quelle che lottano e denunciano infortuni. “Eliminare il cobas…” è il messaggio al centro degli appunti smarriti da una dirigente alla Beretta di Trezzo.

Ma è proprio dalla lotta, dagli scioperi e dall’unità delle donne/lavoratrici, che anche attraverso questa assemblea le operaie della Beretta di Trezzo stanno cercando di costruire senza farsi intimidire, che la sofferenza di tutte le lavoratrici, della Beretta come di altre fabbriche e luoghi di lavoro, esce dalla dignità della denuncia dove non si lotta ancora e diventa forza e faro per una lotta di tutte, per una lotta collettiva contro la repressione del padrone e dello Stato, per la difesa del posto di lavoro e delle condizioni di lavoro e di vita, per una nuova società, libera da sfruttamento, violenza, discriminazioni, guerra.

La loro lotta è perciò la nostra lotta

Siamo tutte operaie Beretta!

L’Aquila 26.10.2022

Mfpr-aq

Collettivo Fuori Genere

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