12/02/21

Una sentenza della Cassazione ancora contro le donne: niente assegno se la donna divorziata non cerca lavoro

Una sentenza che oggettivamente mette i bastoni tra le ruote al divorzio.
Sono le donne colpevoli di non trovare lavoro: una cosa che se non fosse grave sarebbe ridicola, in un periodo in cui se mai le donne perdono il lavoro - e non considerando che se, come succede a tante donne anche non giovani, di avere sì un lavoro ma a nero.
La colpa della donna inoltre è di avere una nuova relazione; ragion per cui, siccome per questa società è normale che le donne non abbiano una indipendenza economica, se hai un uomo... fatti mantenere da lui...
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Da Il Messaggero: "...l'ex coniuge, ancora giovane e in ottima salute, si rifiuta di cercare un lavoro? Per la Cassazione non ha più diritto all'assegno di mantenimento. Per ottenerlo, infatti, deve dimostrare, quantomeno, di essersi impegnato per cercare un impiego e di non avere avuto successo. I supremi giudici hanno messo questo principio nero su bianco in una sentenza pubblicata il 4 febbraio, con la quale hanno revocato il mantenimento a una quarantaseienne di Torino che aveva «un atteggiamento rinunciatario» nella ricerca di un'occupazione. La donna per anni ha incassato l'assegno divorzile, che negli ultimi tempi era stato ridotto a circa 200 euro. Ma l'ex marito, stanco di pagare, ha chiesto l'annullamento degli accordi, visto che l'ex consorte non aveva nemmeno cercato di rendersi indipendente economicamente,

La Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di secondo grado, che avevano sottolineato che, in questo caso, il mantenimento non era giustificato. La donna aveva deciso di impugnare la sentenza sottolineando che non era stato tenuto conto del tenore di vita ai tempi del matrimonio. Sosteneva anche che il fatto di non avere lavorato per più di 20 anni l'avesse messa praticamente fuori mercato. Gli ermellini le hanno dato torto su tutta la linea. Per prima cosa hanno specificato che quando era sposata non viveva nel lusso. La Corte ha poi tenuto conto dell'età della donna - «di soli 46 anni e quindi non particolarmente avanzata» -, delle buone condizioni di salute e dell'assenza di impedimenti alla ricerca di un impiego. D'altronde, sottolineano i magistrati, la signora potrebbe tornare a «lavorare come addetta alle pulizie», come aveva fatto saltuariamente in passato. In questo modo i giudici hanno risposto alla lamentela della ricorrente: sosteneva di essere stata ritenuta solo «astrattamente idonea a svolgere attività lavorativa», senza esempi concreti e senza tenere conto delle difficoltà che avrebbe sicuramente incontrato se si fosse messa alla ricerca di qualsiasi occupazione. Ma c'è di più. I giudici hanno annullato l'assegno anche perché, come dimostrato dall'ex marito, la donna avrebbe da tempo una nuova relazione stabile, sfociata in una convivenza tenuta nascosta". 

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