Estendiamo anche in altri posti di lavoro il punto della piattaforma delle donne/lavoratrici che dice:
-
NO a discriminazioni legate
allo stato familiare, maternità, razza, orientamento sessuale, nelle
assunzioni, licenziamenti e nella vita lavorativa
Andiamo unite verso la "Giornata d'azione" di gennaio per unificare le lotte delle lavoratrici dal nord al sud, per mandare un "grido forte" a livello nazionale a tutti i padroni, al governo, per portare ovunque la nostra piattaforma e farne arma di ribellione, di lotte estese dovunque c'è doppio sfruttamento, discriminazioni, oppressione, attacchi ai diritti delle donne lavoratrici, per contribuire ad un ruolo di prima fila delle lavoratrici nello sciopero generale del 29 gennaio.
Lavoratrici Slai cobas per il sindacato di classe
Sabato 12 dicembre le lavoratrici della Yoox, in lotta da oltre un mese insieme a centinaia di lavoratori e solidali, si sono prese il centro della città.
Un corteo colorato ma determinato che davanti ad una città frenetica e in crisi da shopping, ha rimesso all’ordine del giorno, le ragioni della loro lotta: l’imposizione unilaterale di un cambio dei turni di lavoro che impedisce alle operaie di immaginarsi in un qualunque tipo di futuro, i ripetuti atteggiamenti razzisti e discriminatori esercitati nei loro confronti, la riduzione delle pause, il mancato riconoscimento di buoni pasto mentre i padroni dell’ e-commerce festeggiano una crescita esponenziale dei profitti.
Il presidio convocato in Piazza Maggiore ha condiviso le ragioni della lotta raccontata nei numerosi interventi delle operaie.
L’assemblea si è presto trasformata in un corteo che ha raggiunto la Prefettura, l’istituzione che rappresenta il governo sul territorio e che dall’inizio di questa grave vicenda è rimasta silente di fronte alle numerose richieste di intervento.
Istituzioni disinteressate da ciò che succede alla Yoox, forse consigliate a questo silenzio da chi ha interesse, per responsabilità diretta a silenziare e isolare questa lotta che va oltre le operaie che la stanno portando avanti e che mostra tutte le responsabilità anche dei sindacati confederali
Il corteo è poi proseguito arrivando davanti al comune di Bologna, dal quale è sopraggiunto un flebile vagito da chi governa questa città che nulla ha smosso.
E sotto l’albero luccicante di Natale sono stati lasciati in dono alla città e alle sue istituzioni dei pacchi contenenti ciascuno le difficoltà quotidiane che queste coraggiose operaie stanno vivendo e che siamo certi condividano con molte altre lavoratrici soprattutto in questo periodo.
La determinazione delle lavoratrici del S. I. Cobas e di chi le sostiene, la certezza della loro ragioni, la difesa del proprio futuro di donne, la dignità di lavoratrici, la determinazione della lotta sono le armi a disposizione contro un sistema predatore, di cui la Yoox fa parte, che tenta di determinare non solo i tempi di lavoro, ma anche quelli di vita.
S.I. Cobas Bologna
Qui un video della manifestazione delle compagne lavoratrici Yoox a Bologna:https://www.facebook.com/baklou.kaka/videos/4240940592588039
"Due giorni fa un camion ha cercato di investire le scioperanti provando a forzare il picchetto davanti allo stabilimento".
DA UN COMUNICATO DELLE LAVORATRICI DELLA YOOX:
Siamo le operaie che lavorano da anni negli appalti Yoox, il colosso dell’e-commerce dell’abbigliamento, che nel mondo vende la sua immagine di azienda “sensibile”, che si cura dei bambini, della diversità e delle persone.
Noi però lavoriamo dall’alba alla sera dietro i vetri scintillanti della grande sede dell’Interporto di Bologna. Siamo quasi tutte donne che lavorano per vivere e costruirsi un futuro, siamo madri che lavorano per dare un futuro ai propri figli e alle proprie figlie. Siamo tante e proveniamo da tutti i paesi del mondo, siamo italiane e siamo migranti.
Essere costrette a licenziarsi significherebbe per noi dover rinunciare alla nostra autonomia e mettere a rischio i nostri permessi di soggiorno legati al nostro posto di lavoro.
Accettare queste condizioni di lavoro significherebbe rinunciare a stare con le nostre figlie e i nostri figli.
Siamo quelle che con il loro lavoro hanno fatto crescere quest’azienda, oggi diventata una multinazionale leader nel suo settore.
Durante la pandemia non ci siamo fermate, abbiamo controllato i capi di abbigliamento, li abbiamo imbustati, rammendati, preparati per essere spediti nelle case. Il nostro lavoro ha permesso a Yoox di aumentare i suoi profitti grazie al Covid-19.
Ma siamo anche le donne coraggiose che in queste settimane si sono svegliate ancora all’alba per scioperare, per lottare per tenerci un lavoro che ci permetta di vivere, ma anche per dire che il lavoro che Yoox si vanta di offrire per noi è solo un ricatto.
I turni che Yoox ci sta imponendo unilateralmente con la sua ‘sensibilità’ non ci lasciano quella che si può chiamare una vita.
Il primo turno comincia alle 5.30 di mattina, il secondo finisce alle 22.30. La grande azienda che si cura dei bambini non ci permette di portare a scuola i nostri, o di metterli a letto la sera, e con i salari che ci paga non possiamo permetterci una babysitter.
Il pranzo dobbiamo portarcelo da casa perché non abbiamo accesso alla mensa né ai buoni pasto che l’azienda dice di non potersi permettere. Dobbiamo mangiare in 15 minuti perché questo è il tempo della pausa che ci viene concessa.
A lavoro dobbiamo affrontare le pressioni dei capi, gli atteggiamenti sprezzanti e razzisti di chi crede di poterci comandare perché siamo donne e migranti e per loro siamo solo operaie da sfruttare: così Yoox si cura della diversità e delle persone.
Yoox ci vuole costringere a licenziarci approfittando del fatto che, come madri, non possiamo essere sempre disponibili. Cerca di liberarsi di noi perché lavoriamo da anni per loro e non ci siamo mai stancate di lottare per quello che ci spetta.
Per l’azienda dell’innovazione i nostri contratti a tempo indeterminato sono roba antica, da svecchiare con contratti flessibili e precari, più adatti allo spirito dei tempi e dei loro profitti.
Sul sito di Yoox ci sono immagini di donne indipendenti, di giovani di colore, di bimbi e bimbe belli e felici. Nei suoi magazzini ci siamo noi, operaie e operai, donne e uomini, migranti, nere, esteuropee che si affannano e si inventano di tutto per portare avanti casa e lavoro.
Della nostra indipendenza a Yoox non importa, del permesso di soggiorno che dobbiamo pagare e per cui siamo costrette ad accettare lavori massacranti a Yoox non importa, o meglio gli conviene per poterci sfruttare.
Dei nostri bimbi e bimbe che crescono senza di noi e senza la cittadinanza che dovremmo avere, ma non otteniamo perché il nostro reddito è troppo basso, a Yoox non importa.
Questa è la Yoox, questa è la realtà innovativa dietro i vetri scintillanti: razzismo, sfruttamento e maschilismo sono i veri “talenti” di questa azienda del lusso, questa è la loro innovazione.
Durante lo sciopero del 25 novembre il responsabile del reparto ci ha urlato che lui “non ci vede”.
Il mondo però ci vede e grazie a noi ora vede anche oltre la vetrina della Yoox e di tutti quei posti che all’Interporto, e non solo, fanno i soldi sulla nostra pelle.
Come donne, come migranti e come madri facciamo un appello a tutte le donne e a tutti coloro che possano sostenerci in questa battaglia per ottenere da Yoox quello che ci spetta, e perché questa battaglia riguarda la libertà di tutte le donne e la possibilità di lottare contro lo sfruttamento razzista e maschilista.
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