I dati sono più forti delle parole - ma noi
non possiamo solo registrare i dati, noi dobbiamo lottare
e organizzarci. Le due assemblee nazionali telematiche
donne/lavoratrici hanno cominciato a porre le condizioni
dell'unità per la lotta - A gennaio una "Giornata di
azione" porterà in tanti posti di lavoro, in tante città
il nostro grido: "Noi la crisi non la paghiamo le doppie
catene unite spezziamo!"
con tante testimonianze di operaie-lavoratrici e delle loro lotte
MFPR
Da l'Organizzazione internazionale del lavoro:
“Una crisi «senza precedenti» si è abbattuta assieme
al Covid sulle economie del globo. Scaricandosi sui lavoratori – specie donne,
giovani, precari – in modo spietato. L’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo)
calcola che nei primi tre trimestri dell’anno sono andate in
fumo nel mondo il 12,1% delle ore lavorate, equivalenti a 345
milioni di posti a tempo pieno. E laddove sussidi e stop ai
licenziamenti hanno conservato le occupazioni, i salari sono
crollati del 10,7%, bruciando 3,5 trilioni di dollari. Vale a
dire 3.500 miliardi.
Poi le donne che pagano carissimo: il 70% lavora
nella sanità e nei servizi sociali, esposto ai rischi
maggiori, rappresentano i due terzi dei 55 milioni di
lavoratori domestici, sono impiegate più degli uomini in
occupazioni informali, hanno sopportato un carico enorme
tra smart working e figli. Eppure la busta paga degli
uomini è scesa globalmente del 5,4%, quella delle donne
dell’8,1%. In Italia -6,4% contro -9,7%, nona in Europa.
Peggio di noi il Regno Unito che registra una distanza di
genere di sei punti: -6,8% contro -12,9%. Cinque punti in
Francia e Portogallo, quattro in Spagna:
è sempre la lavoratrice a perdere di più..."
Nessun commento:
Posta un commento