07/05/18

“Pussy Riot” annulla uno spettacolo a Tel Aviv. Le donne palestinesi le invitano a fare un ulteriore passo avanti …

L’Unione generale delle donne palestinesi (GUPW) ringrazia Pussy Riot per aver dato ascolto agli appelli dei loro fan e aver annullato il loro spettacolo a Tel Aviv, capitale dell’apartheid israeliano.
27 aprile 2018

GUPW è la più grande coalizione di donne palestinesi che rappresenta tutte le donne palestinesi nella Palestina occupata e nei campi profughi in altri paesi. GUPW è membro dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP) e del Comitato nazionale palestinese di Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BNC).

Invitiamo inoltre tutti i membri di Pussy Riot a cancellare qualsiasi partecipazione programmata al Festival Internazionale degli Scrittori a Gerusalemme, sponsorizzata dalla cosiddetta municipalità di Gerusalemme guidata dal suo sindaco di estrema destra e profondamente razzista, Nir Barkat.
Barkat ha definito il numero di palestinesi autoctoni di Gerusalemme una “minaccia strategica” e ha detto che l’obiettivo del suo comune è di ridurre il numero di palestinesi nella città per mantenere una maggioranza ebraica del 70% contro il 30%. Barkat è il principale motore delle politiche municipali di discriminazione razziale contro i palestinesi in materia di alloggi, pianificazione, istruzione e di tutti gli altri servizi.
Partecipare a un qualsiasi festival sponsorizzato da Israele sarebbe particolarmente offensivo in un momento in cui l’esercito di occupazione israeliano sta attuando una sistematica politica di “sparare per uccidere o mutilare” contro pacifici dimostranti palestinesi nella Striscia di Gaza occupata e assediata. Dal 30 marzo, cecchini israeliani hanno ucciso almeno 42 civili palestinesi disarmati e ne hanno feriti circa 5.000, utilizzando spesso munizioni appositamente progettate per infliggere ferite particolarmente crudeli e causare invalidità permanenti.
Come il Sudafrica dell’apartheid, Israele usa eventi internazionali e la partecipazione a festival per fare “attraverso l’arte una ripulitura” del suo regime di apartheid.
“Vi esortiamo a non contribuire con il vostro nome e la vostra reputazione all’occultamento dell’occupazione militare israeliana”, dice l’Unione generale delle donne palestinesi (GUPW) a Pussy Riot.
“La partecipazione a questo festival minerebbe le proteste non violente palestinesi e la nostra lotta contro l’oppressione in tutte le sue forme. Come donne, comprendiamo appieno cosa significa combattere l’ingiustizia, sia essa politica o sociale, contemporaneamente. E come donne, vi chiediamo di non minare le nostre lotte per l’emancipazione, la giustizia e l’uguaglianza”, conclude la GUPW.
Traduzione: Simonetta Lambertini – Invictapalestina.org

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