L’Unione generale delle donne palestinesi (GUPW) ringrazia Pussy Riot
per aver dato ascolto agli appelli dei loro fan e aver annullato il
loro spettacolo a Tel Aviv, capitale dell’apartheid israeliano.
27 aprile 2018
GUPW è la più grande coalizione di donne palestinesi che rappresenta
tutte le donne palestinesi nella Palestina occupata e nei campi profughi
in altri paesi. GUPW è membro dell’Organizzazione per la liberazione
della Palestina (OLP) e del Comitato nazionale palestinese di
Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BNC).
Invitiamo inoltre tutti i membri di Pussy Riot a cancellare qualsiasi
partecipazione programmata al Festival Internazionale degli Scrittori a
Gerusalemme, sponsorizzata dalla cosiddetta municipalità di Gerusalemme
guidata dal suo sindaco di estrema destra e profondamente razzista, Nir
Barkat.
Barkat ha definito il numero di palestinesi autoctoni di Gerusalemme
una “minaccia strategica” e ha detto che l’obiettivo del suo comune è di
ridurre il numero di palestinesi nella città per mantenere una
maggioranza ebraica del 70% contro il 30%. Barkat è il principale motore
delle politiche municipali di discriminazione razziale contro i
palestinesi in materia di alloggi, pianificazione, istruzione e di tutti
gli altri servizi.
Partecipare a un qualsiasi festival sponsorizzato da Israele sarebbe
particolarmente offensivo in un momento in cui l’esercito di occupazione
israeliano sta attuando una sistematica politica di “sparare per
uccidere o mutilare” contro pacifici dimostranti palestinesi nella
Striscia di Gaza occupata e assediata. Dal 30 marzo, cecchini israeliani
hanno ucciso almeno 42 civili palestinesi disarmati e ne hanno feriti
circa 5.000, utilizzando spesso munizioni appositamente progettate per
infliggere ferite particolarmente crudeli e causare invalidità
permanenti.
Come il Sudafrica dell’apartheid, Israele usa eventi internazionali e
la partecipazione a festival per fare “attraverso l’arte una
ripulitura” del suo regime di apartheid.
“Vi esortiamo a non contribuire con il vostro nome e la vostra
reputazione all’occultamento dell’occupazione militare israeliana”, dice
l’Unione generale delle donne palestinesi (GUPW) a Pussy Riot.
“La partecipazione a questo festival minerebbe le proteste non violente palestinesi e la nostra lotta contro l’oppressione in tutte le sue forme. Come donne, comprendiamo appieno cosa significa combattere l’ingiustizia, sia essa politica o sociale, contemporaneamente. E come donne, vi chiediamo di non minare le nostre lotte per l’emancipazione, la giustizia e l’uguaglianza”, conclude la GUPW.
Traduzione: Simonetta Lambertini – Invictapalestina.org
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