INDIETRO NON TORNIAMO! ABBIAMO TANTO ANCORA DA LOTTARE
PER DIFENDERE IL DIRITTO D'ABORTO, PER CAMBIARE LA NOSTRA
VITA!
Il 22 maggio ricorre il 40° dall’approvazione della L.194. Una legge
frutto di anni di straordinaria mobilitazione e lotta delle donne. Fu
certamente una vittoria parziale, tanto che alla vigilia e in seguito alla sua
approvazione, il movimento delle donne denunciò fortemente il compromesso che
sul corpo delle donne fu commesso - consentendo l'obiezione di coscienza ai
medici, le condizioni limitative e il percorso a cui si dovevano sottoporre le
donne - rispetto alle parole d’ordine chiare del movimento: CONTRACCETIVI PER
NON ABORTIRE- ABORTO LIBERO PER NON MORIRE.
Uno straordinario movimento delle donne
che denunciò fortemente l’ipocrisia, l’odiosa oppressione di Stato, dei
governi, del Vaticano che punivano le donne costrette a ricorrere all’aborto
clandestino.
La battaglia per l'aborto fu una
battaglia di classe: perché erano soprattutto le proletarie che erano costrette
a fare l'aborto con metodi e in condizioni terribili che procuravano
mutilazioni, atroci sofferenze, sino alla morte.
In questi anni sia nel nostro paese sia
in Europa e nel mondo insieme al peggioramento della possibilità di abortire,
sta emergendo un nuovo attacco al diritto d'aborto, con nuove leggi restrittive
che colpiscono ancora una volta la maggioranza delle donne, ragazze delle masse
popolari, e in particolare le migranti, costringendo le donne a interventi
pericolosissimi per la salute e la vita stessa. In Spagna lo hanno denunciato
fortemente le donne in lotta contro il progetto di legge Gallardon, che hanno
giustamente gridato “le ricche abortiscono, le povere muoiono”. Tutto questo si
accompagna a sporche campagne sia istituzionali sia della
destra-fascisti-integralisti di virulenta propaganda, e spesso iniziative, anti
abortiste, contro le donne.
Nel nostro paese va avanti sempre più
l'aumento dell’obiezione di coscienza che in intere regioni rende impossibile
il ricorso all’IVG e determina il fenomeno del pendolarismo in altre regioni o
addirittura il ritorno dell'aborto “fai da te”. L'obiezione di coscienza
raggiunge oggi una media nazionale del 70% con interi reparti, soprattutto al
sud Italia, in cui la totalità dei medici è obiettore; nello stesso tempo la
politica del governo, delle Regioni sta portando al taglio di strutture
ospedaliere e soprattutto proprio dei reparti in cui si poteva praticare
l'aborto.
Ma a questo, anche in Italia, si accompagna
una ripresa di oscene campagne di “condanna delle donne che abortiscono”.
La questione della libertà di scelta
delle donne in tema di maternità e gli attacchi ripetuti ad essa alludono
sempre alla libertà di scelta delle donne in ogni ambito della vita. E' questo
che fa paura. E per questo, a fronte di una ripresa grande del movimento delle
donne, ora spandono a piene mani un humus reazionario, concezioni oscurantiste
che vogliono ricacciare le donne in un Moderno Medioevo, e che portano
all’aumento delle violenze contro le donne, sino alle uccisioni.
Lo vediamo in questi giorni con lo
striscione alla Casa internazionale delle donne di Roma dei neonazi di FN “194,
strage di stato” e i manifesti dei pro life di Citizen Go, comparsi sempre a
Roma: “l’aborto è la prima causa di femminicidio nel mondo”; come i manifesti
di Casa pound a Genova, difesi dal sindaco di centro-destra. Si tratta di
pericolosi prodromi di un forte attacco al diritto d’aborto che il prossimo
governo fascio-leghista favorirà, come già preannuncia. Attacco funzionale in
una fase di crisi, di tagli a servizi in cui per prime le donne vengono
ricacciate a casa, sia perché sono le prime ad essere licenziate, sia perché si
scarica su di esse il ruolo di “supplente” dei servizi di cura sempre più
carenti.
Per questo oggi – in cui anche
femministe borghesi, donne delle istituzioni, stampa, televisione, parleranno
di difesa della L.194 – noi diciamo, invece, che si tratta di difesa e
miglioramento del diritto d’aborto con in primis l'eliminazione dell'obiezione
di coscienza, di difesa delle condizioni di vita generali delle donne più
sfruttate e oppresse, di difesa della libertà di scelta.
SIAMO PRONTE ALLA LOTTA! CONTRO GOVERNO, STATO,
FASCISTI-SESSISTI! CONTRO L'INTERO SISTEMA SOCIALE BORGHESE!
Movimento femminista
proletario rivoluzionario
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