Tre giorni fa sono state massacrate a freddo dalla polizia e forze paramilitari del governo fascista indiano di Modi, 37 persone - tra cui 7 donne.
E' una orreda strage verso chi lotta contro l'operazione Green Hunt che vuole per conto delle multinazionali imperialiste cacciare le popolazioni e distruggere interi villaggi.
L'MFPR fa appello a sviluppare in tutti i modi denuncia, iniziative di solidarietà, a far conoscere questa guerra contro un intero popolo che viene nascosta, fatta anche di stupri, pure verso le bambine, immani violenze sessuali, uccisioni, torture sessuali nelle carceri, perpetrate da uno Stato che viene considerato anche dallo Stato italiano "la più grande democrazia nel mondo".
Materiali possono essere richiesti a: mfpr.naz@gmail.com
In allegato, un comunicato dall'India e sotto il comunicato del Comitato Internazionale di Sostegno alla Guerra Popolare in India
India: ancora un
massacro in un falso scontro
37 presunti maoisti
trucidati a Gadchiroli
Tra il 22 e il 23 aprile non meno di
37
presunti maoisti sono stati massacrati, dopo essere stati
circondati
da forze di polizia e paramilitari.
Il massacro potrebbe anche essere
maggiore. Dal fiume Indravati sono affiorati
cadaveri diverse ore dopo le uccisioni e le acque potrebbero
restituirne altri.
Inoltre il
distretto
è stato completamente isolato dalle forze di polizia e
paramilitari
che continuano incursioni e persecuzioni illegali nei villaggi
inermi.
Né, come in tante
occasioni precedenti, si sa se e quanti di questi fossero
effettivamente maoisti e armati e quanti semplice abitanti dei
villaggi.
Quello che è certo che
non è stato un vero e proprio scontro armato ma un attacco di
sorpresa con lanciagranate mentre gli aggrediti facevano colazione
o
riposavano.
Quello che è certo
è che l’ennesimo massacro della guerra al popolo che lo Stato
indiano ha scatenato con la Operazione Green Hunt e che oggi,
sotto
il regime fascista hinduista di Modi, si fa ancora ancor più
cruenta
e spietata, fino a diventare un genocidio.
La polizia ha diffuso un
video che mostra soldati che festeggiano la “vittoria” danzando
tra i cadaveri. Che in tutto il mondo si mostri la rabbia e
indignazione contro questo barbaro massacro e il regime fascista e
genocida che lo ha ordinato.
Onoriamo a modo nostro i
martiri di Godchiroli, caduti al servizio del popolo!
Organizziamo ovunque
possibili proteste ad ambasciate e consolati e iniziative di
denuncia
e solidarietà!
Sosteniamo lo Spring
Thunder Tour che prossimamente attraverserà l’Europa!
Fermiamo Green Hunt!
Fermiamo la guerra al
popolo in India!
Comitato
Internazionale di Sostegno alla Guerra Popolare in India
26.4.2018
25 aprile 2018
Dichiarazione del PUDR (Unione popolare per i diritti democratici)
L’uccisione di almeno 37 maoisti da parte di forze combinate CRPF e
C-60, corpo scelto della polizia di Gadchiroli, il 22 e il 23 aprile 2018 pone
interrogativi assai inquietanti sui metodi con cui lo Stato conduce gli
"scontri". La mattina del 22 aprile, 64 agenti di polizia e
paramilitari hanno ucciso 16 maoisti nella giungla del Karnasur, nella zona di
Bhamragod, nel Maharashtra orientale. La sera seguente, il 23 aprile, i
commando della polizia e il personale di sicurezza hanno ucciso altri sei
maoisti nella giungla di Rajaram Khandla, nell'area di Jimalgatta nel distretto
di Gadchiroli. Successivamente, il 24 aprile, la polizia ha ritrovato 15 corpi
di sospetti maoisti affiorati dalle acque del fiume Indravati. A tuttora, il
bilancio è di 37 morti. Nessun commento dei maoisti sull'attacco. La polizia ha
dichiarato che i maoisti hanno perso tre comandanti di alto grado e sette
donne. È stata acclamata come la più grande operazione anti-maoista degli
ultimi 40 anni. L'intero distretto di Gadchiroli è stato isolato e forze
congiunte di polizia e paramilitari stanno effettuando rastrellamenti e
incursioni.
Quando lo Stato fa guerra al suo popolo gente con scontri armati, raramente
il modus operandi dello Stato viene messo in discussione, dato che si ritiene
che lo stato stia combattendo una guerra giusta contro terroristi e
anti-nazionali, i maoisti, che per di più taglieggiano con estorsioni e vessano
la popolazione locale. Ma c’è stato davvero un scontro a Tadgaon?
Fonti di stampa dei media lasciano supporre che lo scontro del 22
aprile sia iniziato dopo che un'unità di pattugliamento aveva ricevuto
informazioni dettagliate su movimenti in Perimilli Dalam, presso Tadgaon, a circa
150 km
dal quartier generale di polizia a Bhamragod. La polizia ha circondato i
maoisti mentre facevano colazione o riposavano. Neanche un effettivo delle
forze di sicurezza è stato ferito seriamente o ucciso. Non c’è stato scontro;
lo stato ha usato la collaudata strategia di attacco unilaterale con
lanciagranate sotto-canna, allo scopo di infliggere il maggior numero di
vittime. Il sovrintendente di polizia di Gadchiroli, Abhinav Deshmukh, ha detto
di non sapere quanti colpi sono stati sparati. Come noto, gli "specialisti
degli scontri" sono premiati con promozioni e ricompense. Non sorprende
percio che a Tadgaon abbiano festeggiato, le “vittorie” del 22 e 23 aprile e in
un video diffuso si mostrano poliziotti e soldati che ballano al ritmo di una
nota canzone Haryanvi di Sapna Choudhary.
Si potrebbe sostenere che i anche maoisti sono responsabili di attacchi
simili: a Chintalnar (Chhattisgarh) nel 2010, quando 76 militi del CRPF sono
stati uccisi o a Burkapal (Chhattisgarh) nel 2017, quando 25 effettivi CRPF
sono caduti in un'imboscata. Il punto saliente, che facilmente si dimentica, è
che lo Stato ha un arsenale che i maoisti non hanno. E, quando lo Stato decide
di uccidere e non di impegnarsi in un dialogo politico con i suoi avversari,
allora occorre considerare come lo stato guarda ai suoi nemici e perché. Nel 2010 l'allora Ministro
dell'Interno, P. Chidambaram, aveva detto: "Questa è guerra, è una guerra
cui lo Stato è stato costretto da coloro che non hanno il diritto legittimo di
portare armi o uccidere ". Nel 2016, il suo successore, Rajnath Singh, ha
dichiarato: "Non c'è posto per la violenza in una società sviluppata ed è
mio desiderio vedere che a questi episodi sia posta fine in questo paese".
Non c’è miglior riscontro di queste "volenterose" dichiarazioni dei
nostri ministri degli interni, passati e presenti che il modus operandi
dell'attuale primo ministro delll’UP, che ha autorizzato non meno di 1000
scontri in meno di un anno.
Se lo Stato si considera il protettore del popolo, deve attenersi
strettamente dalla legalità. Il PUDR critica fermamente le uccisioni di massa
del 22 e 23 aprile a Gadchiroli e i soprusi che la popolazione locale sta
subendo illegalmente per mano di personale di sicurezza in nome di
perquisizioni e incursioni.
Shashi Saxena e Shahana Bhattacharya
Segretari, PUDR
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