06/04/18

Migrante incinta trascinata giù dal treno dalla polizia francese.


Già sotto accusa per il caso di Bardonecchia, sfociato in un braccio di ferro diplomatico tra Parigi e Roma e in un’inchiesta della magistratura, la polizia francese torna di nuovo nell’occhio del ciclone a causa dei suoi metodi spicci nei confronti dei migranti fermati alla frontiera con l’Italia. Il nuovo caso riguarda un controllo per così dire «energico» effettuato da alcuni gendarmi su un treno proveniente da Ventimiglia e fermo alla stazione di Mentone.
«Non toccatela, è incinta!»
Nel video postato su Facebook e che ha già ottenuto oltre 400.000 visualizzazioni si vedono (e si sentono) le voci dei poliziotti e di due migranti di colore, marito e moglie. Lei è incinta e viene trascinata a forza giù dal vagone. L’uomo che è con lei protesta, fa resistenza e urla «non toccatela, è incinta!»; gli agenti però non demordono e si vede uno di loro che porta via una culla dove c’è un neonato. «Dammi il tuo bambino!» urla uno degli uomini in divisa. La scena è molto cruda e si sente in sottofondo anche qualche passeggero del treno dire spaventato «Per favore, ci sono dei bambini...». All’origine della lite ci sarebbe il rifiuto dei passeggeri di mostrare i documenti.
Da Ventimiglia a Bardonecchia
L’episodio risale alla fine di marzo ed è stato da tre ragazzi, attivisti di associazioni per i diritti umani, che si trovavano casualmente sul convoglio. Sono studenti universitari di Cannes e rientravano a casa dopo aver compiuto un reportage proprio sui migranti da anni fermi alla frontiera di Ventimiglia e che quotidianamente tentano il passaggio clandestino in Francia, spesso pagando l’aiuto di passeurs. L’intransigenza dei doganieri francesi, che non ammettono nessuno nel loro territorio se sprovvisto di permesso di soggiorno e lo rimandano in Italia, ha indotto i migranti a cercarsi una nuova «rotta». Ed è per questo che la pressione si è spostata sulle montagne della Val di Susa e del Monginevro, dove gli stranieri, principalmente africani, si avventurano per i sentieri innevati rischiando la vita. Ma anche qui si è riprodotta la guerra tra migranti e Ong che li assistono da un lato e polizia francese dall’altro.

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