«Ha
aggredito me e la figlia» La moglie di De Falco (l’anti Schettino candidato 5
Stelle) va dalla polizia
La donna: «Aggredite mentre era
alterato». Denuncia non formalizzata ma il verbale è stato trasmesso a Roma. La
relazione sarebbe andata a gonfie vele fino a qualche tempo fa
«Mio marito, in stato di alterazione, durante
un’accesa lite in casa ha aggredito me e una delle nostre due figlie». Potrebbe
essere l’incipit di una delle centinaia di denunce che vengono presentate alle
forze dell’ordine in caso di violenze in famiglia. Invece sono le parole con
cui, di fronte ai poliziotti di Livorno, una moglie ha parlato di suo marito
Gregorio De Falco. È il capitano di fregata che la notte del 13 gennaio 2012
intimò in modo colorito (il famoso «Salga a bordo c…!») a Francesco Schettino
di risalire sulla Costa Concordia, e che un mese fa è stato scelto dal M5S come
candidato al Senato, sia nel collegio uninominale di Livorno, sia come
capolista nel collegio plurinominale Toscana 2. Raffaella, questo il nome della
signora De Falco, si è rivolta alla polizia di Livorno una settimana fa,
raccontando agli agenti che, poco prima, il marito aveva alzato le mani contro
di lei e sua figlia, appena maggiorenne, durante un pesante diverbio in
famiglia.
Secondo il racconto della donna, De Falco avrebbe
agito in maniera violenta mentre era in uno stato di alterazione, non meglio
precisato. E la figlia, dopo essere stata presa per i capelli dal padre,
sarebbe fuggita di casa per tornarvi solo dopo molte ore. La signora De Falco,
visibilmente scossa per l’accaduto, ha spiegato tutto nei dettagli agli
investigatori.E forse soltanto quando ha terminato il proprio racconto si è
resa conto della conseguenze e ha preferito non formalizzare la denuncia. Le
dichiarazioni della donna rimangono comunque agli atti perché rese davanti a
pubblici ufficiali. E visto che il presunto autore della violenza è candidato
alle politiche del 4 marzo, la segnalazione di quanto accaduto è arrivata sino
agli uffici centrali di Roma. Il capitano De Falco e la moglie Raffaella —
entrambi napoletani — sono sposati dal 1997 e, sempre secondo quanto riferito
dalla signora, la relazione sarebbe andata a gonfie vele fino a qualche tempo
fa, quando sarebbero iniziate le intemperanze del capo famiglia. Il carattere
non facile di De Falco, sebbene la violenza in famiglia sia formalmente tutta
da verificare, avrebbe anche concorso al trasferimento dell’ufficiale, rimosso
dai vertici della Marina da incarichi operativi e destinato a mansioni di
ufficio. La notte della Concordia ha cambiato per sempre la vita di De Falco,
trasformandolo in una sorta di eroe nazionale, per il piglio con cui spronò
Schettino a riprendere il controllo delle operazioni di salvataggio mentre la
nave stava affondando. E lui stesso ha riconosciuto come quella vicenda gli
abbia cambiato l’esistenza. «Mi hanno sottoposto ad una rilevante attenzione
mediatica — ha spiegato De Falco, quindici giorni fa, in un’intervista al Corriere
della Sera — Questo inevitabilmente ha comportato, talvolta, la necessità
di dover prendere provvedimenti a tutela della mia vita privata e della mia
famiglia. D’altra parte la considerazione sociale mi ha ampiamente ripagato».
Una notorietà su cui anche Luigi Di Maio ha puntato, facendolo salire a bordo
del M5S: «C’è stata una grandissima partecipazione e io sono felicissimo —
aveva detto il candidato premier dei Cinque Stelle — Migliaia e migliaia di
cittadini che hanno deciso di candidarsi con noi. Nomi noti, uno su tutti
quello del comandante De Falco, ma anche personaggi del giornalismo e
dell’università. Persone non organiche al movimento ma che hanno sempre
simpatizzato per noi e che condividono i nostri valori».
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