da Milano
La strage avvenuta a Macerata è un
gravissimo atto fascista e xenofobo. La nostra solidarietà va a
tutte le persone ferite.
Ancora una volta, il tema della violenza
maschile sulle donne viene strumentalizzato per alimentare e
giustificare discorsi e azioni che seminano l'odio razzista e
mettono in pericolo la vita di molte donne e uomini
quotidianamente nelle strade, nelle case, sui confini e nei
centri di accoglienza.
Discorsi e retoriche che sollecitano
paura, odio, rabbia fine a se stessa che degenera in ottuso
rancore vengono definiti “di pancia”, ma i sentimenti che tutte
e tutti proviamo non sono solo questi: esiste la gioia, l’amore,
la speranza, il coraggio, la rabbia che ci spinge ad opporci
alle ingiustizie, la solidarietà…
Le femministe di ieri e di oggi ci hanno
insegnato a ragionare, parlare e lottare a partire dalla propria
esistenza, dal proprio corpo, dai propri desideri...
Abbiamo bisogno di ripartire dalla nostra
capacità di sentire le ingiustizie ovunque e comunque si
presentino, di identificarci con le oppresse/i e le sfruttate/i,
di usare la nostra rabbia per continuare a lottare, di
affrontare la paura di stare insieme tra diverse/i…
...Noi siamo femministe e in quanto tali
antisessiste, antirazziste e antifasciste perché essere
femministe significa avere attenzione alle dinamiche di potere,
all'oppressione di alcune/i, al dominio di altre/i...
Lasciate stare i nostri corpi.
Noi siamo rabbia, gioia e coraggio. Noi
siamo il cambiamento.
Non Una Di Meno
da
Bologna
Questa notte le matrioske giganti di
NonUnadiMeno sono tornate per le strade della città, lasciando
i loro messaggi sui muri e sulle vetrine, contro il razzismo
che nasconde il patriarcato, contro il patriarcato che
sostiene il razzismo! Dalle sedi dei partiti politici e dei
sindacati, alle sedi dei giornali e delle televisioni,
dall'Hub di via Mattei che il sindaco di Bologna vorrebbe
trasformare in nuovo CIE, a Porta Lame, luogo simbolo
dell'antifascismo cittadino. Dallo curva dello Stadio, che
annovera tra i suoi tifosi ultras componenti di estrema destra
fino al Liceo Leonardo Da Vinci di Casalecchio, dove qualche
giorno fa il gruppo Blocco Studentesco aveva affisso manifesti
neofascisti. Dalla chiesa di Via Libia, il cui parroco si era
scagliato contro la ragazza stuprata a novembre, dicendo che
se l'era cercata, alla sede della CEI...
...la nostra risposta agli attacchi
fascisti, al razzismo istituzionale e ad ogni forma di
strumentalizzazione dei nostri corpi è lo
sciopero globale delle donne e dei/dai generi dell'8 marzo!
Verso
lo sciopero de #lottomarzo, anche a Macerata! Contro
il razzismo che nasconde il patriarcato, contro il
patriarcato che sostiene il razzismo!
Il fascista che ha sparato a Macerata
ha sparato a bersagli dalla pelle nera. Per giustificarsi ha
detto di voler vendicare l’omicidio di una donna bianca,
Pamela, nel quale parrebbe coinvolto un uomo nero. Che il gesto di vendetta e le
pallottole abbiano colpito anche una donna migrante e
nera, Jennifer Otioto, non sembra rilevante per nessuno...
Nelle tante prese di parola di questi
giorni, le donne scompaiono o compaiono solo come vittime,
le migranti non esistono. Esistono maschi bianchi che
provano a “farsi giustizia da soli” quando qualcuno tocca le
“loro donne”, come ripetono non solo i militanti di estrema
destra che difendono l’attentatore fascista, ma anche gli
psicologi di turno, i magistrati e il Ministro degli
interni. Esistono maschi bianchi, appoggiati da partiti di
destra e sostenuti dai gruppetti neofascisti, che se ne
vanno in giro con le svastiche tatuate in faccia per sparare
al uomo nero...
La brutale
unione tra il razzismo e la violenza sessista del
patriarcato, però, non si è esplicitata soltanto a
Macerata. Solo pochi giorni fa il
segretario del PD di Bologna, Francesco Critelli, ha accolto
con entusiasmo la proposta del sindaco Merola di aprire “CIE
per delinquenti”, dichiarando che grazie a queste strutture
si ridurrebbe il numero degli stupri. Il razzismo
democratico invoca la violenza patriarcale per giustificare
ulteriori restrizioni alla libertà di movimento ed
espulsioni. Ancora una volta scompaiono le donne migranti,
che a causa di quelle restrizioni incontrano quotidianamente
lo stupro nei campi di detenzione in Libia, le violenze più
brutali sui confini, e poi ancora le molestie sui posti di
lavoro, che sono costrette ad accettare perché il lavoro è
l’unica condizione per rinnovare il permesso di soggiorno. Così, i razzismi istituzionali
riducono le donne a vittime e oggetti di protezione e
lavoro da sfruttare, ma sapientemente tacciono sulla lotta
per la libertà che le migranti praticano ogni giorno
contro la violenza del patriarcato. Una
violenza che si alimenta proprio dei confini che i razzismi
democratici vogliono rafforzare...
In piazza a
Macerata per dire che siamo stanche del razzismo violento e
squadrista, istituzionale e democratico, ma anche
dell’antifascismo democratico di facciata e di tutte le
culture politiche che relegano le donne nell’angolo delle
vittime invisibili...
lo sciopero
sarà la nostra risposta anche ai fatti
di Macerata e ai fatti di Bologna, dove qualche mese fa si è
sparato di fronte all’hub di via Mattei...
Non vogliamo
essere protette, vogliamo essere libere. L’antifascismo o
è femminista o non è. A fianco delle migranti, contro il
razzismo, contro la violenza maschile e patriarcale, l’8
marzo noi scioperiamo!
NONUNADIMENO Bologna
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