Da
L’esplosione di rabbia è stata generale. 30 delle 91 donne attualmente recluse nel cpr di Ponte Galeria hanno agli operatori di Gepsa delle dichiarazioni in cui afferma che non avrebbero ritirato la cena per scioperare contro la pessima qualità del cibo distribuito all’interno della struttura...
Aggiornamento: Il giorno dopo l’inizio dello sciopero,
la difficoltà del direttore del lager nel gestire la rabbia delle
recluse pare sia stata tanta; è iniziato così il solito scaricabarile
che ha portato ovviamente il direttore ad addossare tutta la
responsabilità alla ditta che consegna i pasti, cercando così di placare
la protesta. Al secondo giorno di sciopero, le donne hanno deciso di
mangiare,
intenzionate però a non desistere dalla loro lotta.
Infatti, ieri 11 ottobre, 8 delle 91 donne attualmente recluse nel cpr
hanno deciso di continuare lo sciopero della fame a oltranza, finché le
loro richieste di mangiare cibo sano non verranno ascoltate. Il
direttore, estremamente in affanno, pare abbia assicurato le recluse che
farà reclamo contro la ditta del catering chiedendone la sostituzione.
In cambio ha chiesto alle donne in lotta di interrompere lo sciopero e
di pazientare, a causa dei tempi burocratici. Da parte loro, le recluse
ci dicono invece di non aver alcuna intenzione di mollare.
Ieri in tarda serata, un piccolo e rumoroso gruppo di solidali ha scelto di sostenere le donne ribelli andando sotto le mura del lager di Ponte Galeria, con grida, fuochi d’artificio e palline da tennis contenenti messaggi solidali. Già ai primi lanci di palline, la risposta delle recluse è stata intensa e gioiosa. Stamattina, inoltre, la stazione di Ponte Galeria ha offerto alla vista dei suoi frequentatori alcune scritte di solidarietà con le detenute in lotta e altre che ricordano la presenza lì di un lager e la complicità di Gepsa nella detenzione e deportazione di migranti.
Per finire, vorremmo aggiungere alcune parole riguardo associazioni come Lasciatecientrare che hanno approfittato della diffusione delle notizie riguardo le lotte di chi è reclusa, per chiedere a parlamentari e politicanti di vario genere di far ingresso nel lager e verificare cosa succede. Sappiamo bene che queste sfilate di paladini dei diritti umani, oltre a essere mere operazioni di facciata, si sono confermate sempre solo strumenti repressivi che affossano le lotte e cercano vanamente mediazioni per soffocare la rabbia che esplode. Non ci interessa e non può interessarci l’opinione e la versione dei fatti di rappresentanti di uno stato che reprime, ingabbia e uccide e contemporaneamente ogni tanto si riscopre difensore delle stesse persone a cui regala vite oppresse. La parola di chi si ribella con coraggio e lotta per la propria sopravvivenza e libertà ci basta.
I lager non si possono migliorare né riformare, e le uniche conquiste e la chiusura dei centri d’espulsione sono state ottenute con la rabbia di chi dentro vi era reclusx.
Solidarietà alle ribelli del CPR di Ponte Galeria. Delle prigioni solo macerie!
Ieri in tarda serata, un piccolo e rumoroso gruppo di solidali ha scelto di sostenere le donne ribelli andando sotto le mura del lager di Ponte Galeria, con grida, fuochi d’artificio e palline da tennis contenenti messaggi solidali. Già ai primi lanci di palline, la risposta delle recluse è stata intensa e gioiosa. Stamattina, inoltre, la stazione di Ponte Galeria ha offerto alla vista dei suoi frequentatori alcune scritte di solidarietà con le detenute in lotta e altre che ricordano la presenza lì di un lager e la complicità di Gepsa nella detenzione e deportazione di migranti.
Per finire, vorremmo aggiungere alcune parole riguardo associazioni come Lasciatecientrare che hanno approfittato della diffusione delle notizie riguardo le lotte di chi è reclusa, per chiedere a parlamentari e politicanti di vario genere di far ingresso nel lager e verificare cosa succede. Sappiamo bene che queste sfilate di paladini dei diritti umani, oltre a essere mere operazioni di facciata, si sono confermate sempre solo strumenti repressivi che affossano le lotte e cercano vanamente mediazioni per soffocare la rabbia che esplode. Non ci interessa e non può interessarci l’opinione e la versione dei fatti di rappresentanti di uno stato che reprime, ingabbia e uccide e contemporaneamente ogni tanto si riscopre difensore delle stesse persone a cui regala vite oppresse. La parola di chi si ribella con coraggio e lotta per la propria sopravvivenza e libertà ci basta.
I lager non si possono migliorare né riformare, e le uniche conquiste e la chiusura dei centri d’espulsione sono state ottenute con la rabbia di chi dentro vi era reclusx.
Solidarietà alle ribelli del CPR di Ponte Galeria. Delle prigioni solo macerie!
12 ottobre.
nemiche e nemici delle frontiere
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