Un'altra bracciante è morta di sfruttamento, di fatica, sotto il sole cocente a 45 gradi. Dopo la morte di Paola Clemente per le schiave dei campi non è cambiato niente, si continua a morire di fatica, di disperazione, 10 ore al giorno per un misero salario... e si muore a soli 39 anni!
A pochi giorni dalla morte della bracciante Giuseppina Spagnoletti, nelle campagne di Ginosa (Taranto), si cerca ora di dare la colpa della sua morte al fatto che soffrisse di una cardiopatia. Il duro lavoro nella campagna, piegata per tante ore, come nel caso di Giuseppina, a piantare finocchi con il caldo e l'umidità soffocante, essere comunque costretta ad andare a lavorare anche se non stai bene, lo sfruttamento delle aziende per pochi soldi, tutto questo viene subito messo in ombra.
GIUSEPPINA, COME PRIMA PAOLA CLEMENTE, SVOLGEVA UN LAVORO CHE METTE A RISCHIO LA VITA DI TANTE DONNE BRACCIANTI, LE FA INVECCHIARE PRECOCEMENTE. MA È PROPRIO QUESTO SUPERLAVORO, SUPERSFRUTTAMENTO CHE FA AUMENTARE I PROFITTI DELLE AZIENDE.
A queste si aggiungono le agenzie interinali, i caporali, utilizzati dalle aziende per avere manodopera pronta, a disposizione, quando e come serve, a basso costo. Il caporalato è il braccio necessario delle grandi aziende per fare super profitti, non si può separare dalle aziende, nè alcuna legge che punta a colpire il caporalato serve, perchè esso (illegale o legale) rinasce per forza.
Il lavoro in agricoltura è parte del sistema del capitale, non è un'anomalia rispetto al capitale legale. Per questo, è sempre la fine del modo di produzione capitale il problema.
Serve la lotta autorganizzata delle braccianti, serve lottare contro i padroni assassini, serve organizzarsi e unirsi per rompere anche le paure, i ricatti.
Questo sì che farebbe paura ai padroni, alle Istituzioni (che parlano, denunciano dopo ogni morte, ma non cambiano, non vogliono cambiare niente)!
Le lavoratrici Slai cobas per il sindacato di classe ci sono e sono pronte ad aiutare le braccianti ad organizzarsi e lottare per la difesa delle proprie condizioni di lavoro, della propria vita - contattateci: 3475301704 - slaicobasta@gmail.com
LAVORATRICI SLAI COBAS per il sindacato di classe - Taranto
GIUSEPPINA, COME PRIMA PAOLA CLEMENTE, SVOLGEVA UN LAVORO CHE METTE A RISCHIO LA VITA DI TANTE DONNE BRACCIANTI, LE FA INVECCHIARE PRECOCEMENTE. MA È PROPRIO QUESTO SUPERLAVORO, SUPERSFRUTTAMENTO CHE FA AUMENTARE I PROFITTI DELLE AZIENDE.
A queste si aggiungono le agenzie interinali, i caporali, utilizzati dalle aziende per avere manodopera pronta, a disposizione, quando e come serve, a basso costo. Il caporalato è il braccio necessario delle grandi aziende per fare super profitti, non si può separare dalle aziende, nè alcuna legge che punta a colpire il caporalato serve, perchè esso (illegale o legale) rinasce per forza.
Il lavoro in agricoltura è parte del sistema del capitale, non è un'anomalia rispetto al capitale legale. Per questo, è sempre la fine del modo di produzione capitale il problema.
Serve la lotta autorganizzata delle braccianti, serve lottare contro i padroni assassini, serve organizzarsi e unirsi per rompere anche le paure, i ricatti.
Questo sì che farebbe paura ai padroni, alle Istituzioni (che parlano, denunciano dopo ogni morte, ma non cambiano, non vogliono cambiare niente)!
Le lavoratrici Slai cobas per il sindacato di classe ci sono e sono pronte ad aiutare le braccianti ad organizzarsi e lottare per la difesa delle proprie condizioni di lavoro, della propria vita - contattateci: 3475301704 - slaicobasta@gmail.com
LAVORATRICI SLAI COBAS per il sindacato di classe - Taranto
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