17/12/15

L'MFPR invita a partecipare le donne proletarie alla campagna contro il 41 bis e 'pagine contro la tortura'

Come Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario abbiamo aderito al progetto di un nuovo soccorso rosso proletario e lanciato da tempo un appello  a mobilitarsi per la fine della tortura bianca su Nadia Lioce.  Nel seminario del 6 giugno a Palermo, l'assemblea del 20° anniversario del MFPR ha espresso solidarietà alla prigioniera politica, con l'impegno a mobilitarsi per porre fine alla sua attuale detenzione.
Da oltre 10 anni Nadia Lioce è sottoposta a un regime di "carcere duro, più duro degli altri": il carcere di L'Aquila in 41 bis, dove "le detenute sono trattate peggio dei boss mafiosi" e le condizioni di isolamento già gravi, riservate ai prigionieri politici, sono state per lei ulteriormente inasprite da oltre un anno, con la misura dell'isolamento disciplinare.
Particolarmente odioso e inaccettabile, già sotto il profilo costituzionale, è il limite imposto dal dipartimento di amministazione penitenziaria alla lettura/cultura per chi è sottoposto a un regime di 41 bis, come è avvenuto per Nadia Lioce, contro le stesse sentenze della magistratura.
Su questo aderiamo alla campagna "pagine contro la tortura".
 
A noi, come compagne, donne proletarie, comuniste rivoluzionarie preme, é denunciare con forza alle masse proletarie l'aspetto controrivoluzionario dell'applicazione del regime del 41 bis a Nadia Lioce e agli altri prigionieri rivoluzionari. Quello punitivo, disumano e degradante è innegabile, lo si è visto con la morte da Stato di Diana Blefari e noi non vogliamo ricordare queste donne, le donne combattenti, la loro vita, le loro scelte solo dopo morte o solo per il passato, ma guardando in prospettiva verso il futuro.
Queste donne, al di là di scelte di lotta alla fine perdenti poiché non basate sulla mobilitazione delle masse nella guerra di popolo contro questo sistema capitalista, hanno avuto il merito di riaffermare, dopo gli anni della Resistenza, contro una visione delle donne “pacifiche e non violente”, la necessità della lotta rivoluzionaria in cui le donne siano in prima fila per mettere fine all'unica vera violenza, quella reazionaria dello Stato borghese, fascista e maschilista.
 
Con l'applicazione del 41 bis ai comunisti rivoluzionari è proprio l'emergenza della necessità della lotta rivoluzionaria che si vuole colpire.
Che questa necessità sia diventata un'emergenza non è certo un mistero per chi ci governa ed è la naturale conseguenza delle politiche da macelleria sociale, attuate con la complicità di sindacati venduti.
Che questa necessità sia diventata un'emergenza non è neanche più un mistero per le stesse masse proletarie, sempre più a fare i conti con la repressione quando si battono per il diritto al lavoro, alla casa, alla salute.
Quello che forse è ancora un mistero per il proletariato è il nesso tra "lotta alla mafia", come la chiama lo Stato, e lotta alla classe proletaria, così come disciplinata dall'estensione, nel 2002, dell'applicazione del 41 bis ai prigionieri rivoluzionari.
 
Capire questo nesso non è facile, soprattutto se si fa della campagna contro il 41 bis una pura questione di civiltà, perché al di là delle approssimazioni giustizialiste che anche i proletari sono portati a fare, il 41 bis viene percepito dalle masse come una forma di protezione dei cittadini dalla mafia.
 
Ma se la funzione del 41 bis è "ostacolare le comunicazioni dei detenuti con le organizzazioni criminali operanti all'esterno e interrompere i flussi comunicativi che rappresentano la linfa vitale delle organizzazioni criminali", perché accanirsi sui prigionieri politici quando la loro organizzazione non esiste più? Quale "organizzazione criminale operante all'esterno" teme oggi lo Stato?
Qui il carattere oscurantista e controrivoluzionario dell'estensione del regime del 41 bis ai prigionieri e alle prigioniere politiche rivoluzionare.
E' in quello spettro che si aggira per l'Europa "l'organizzazione criminale" da colpire ed è in quei 'Proletari di tutti i paesi, unitevi!' la "linfa vitale dell'organizzazione criminale"
... e uccidendo la conoscenza, la solidarietà di genere e di classe vogliono sterilizzare l'idea stessa di rivoluzione!

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