MARCIA CHE VEDE LA PRIMA TAPPA L’11 DICEMBRE ALLA FIAT SATA DI MELFI, IN SOLIDARIETA’ CON LE OPERAIE DA MESI IN LOTTA, CHE SONO UN ESEMPIO VIVO DEL CORAGGIO, DELLA FORZA E DELLA RIBELLIONE DELLE DONNE, NELLA DOPPIA BATTAGLIA, DI CLASSE E DI GENERE, CHE LE OPERAIE/LAVORATRICI/DONNE SONO COSTRETTE A PORTARE AVANTI CONTRO IL FASCSISMO PADRONALE, OLTRECHE’ CONTRO IL MODERNO FASCISMO DEL GOVERNO RENZI ED IL MODERNO MEDIOEVO
Se è vero, e lo è, che la classe operaia è il “motore umano del processo produttivo, che agita i sonni della borghesia”, e pertanto, “la classe rivoluzionaria per eccellenza”, le operaie, in quanto donne/lavoratrici, maggiormente sfruttate, discriminate,derise, colpite ed oppresse, sono doppiamente rivoluzionarie, perché non hanno proprio nulla da perdere, se non le loro doppie catene…!
Questa è la ragione per cui il viaggio verso un nuovo SCIOPERO DELLE DONNE comincia proprio dalle operaie di Melfi in lotta.
Operaie che oltre a vedere il peggioramento delle proprie condizioni di lavoro, grazie all’avanzamento del fascismo padronale, di cui Marchionne e la Sata sono il simbolo, sono state colpite anche nella propria dignità femminile, umana.
La questione della tuta bianca con la quale sono costrette a lavorare, e che durante il ciclo mestruale capiti spesso che si sporchi di sangue, dato, peraltro, le condizioni schiavistiche in cui lavorano (sempre in piedi,nella catena di montaggio, con pochissime pause, con turni a ciclo continuo, compresi sabato e domenica,con taglio anche degli spazi, che costringe le operaie a lavorare attaccate ai maschi), e l’aberrante e tremendamente offensiva risposta dei vertici Fiat (“vi forniremo gratis una culottes”) alla legittima richiesta delle operaie di poter indossare un pantalone scuro, ne sono un esempio eclatante.
Un esempio del MODERNO MEDIOEVO in cui sono state ricacciate le donne, a cominciare dalle operaie, a causa di un sistema barbaro il cui fine essenziale, fondamentale, è “la realizzazione e l’accumulazione di profitti, di capitale”, passando come un carro armato sui diritti, sulla dignità e sulla vita della classe operaia e del proletariato.
La politica antioperaia e reazionaria del governo Renzi (di cui il jobs act è solo una delle più infami espressioni), che ha spianato la strada al fascismo padronale, e che colpisce maggiormente le operaie/lavoratrici/donne, pone oggi più che mai la necessità di una lotta a tutto campo soprattutto da parte di quest’ultime, che sono il soggetto che più di ogni altro ha interesse a trasformare lo stato di cose esistente.
Lo sviluppo delle lotte delle operaie, delle lavoratrici, delle precarie, delle disoccupate, delle giovani, soprattutto in questi ultimi anni, dal nord al sud del Paese, dalle fabbriche alla scuola, alla sanità ecc., e la scintilla accesa con lo SCIOPERO GENERALE E NAZIONALE DELLE DONNE DEL 2013, lanciato ed organizzato dal MFPR e dalle lavoratrici dello SLAI Cobas s.c., che solo nella scuola ha visto scioperare 14 mila lavoratrici, sono la chiara dimostrazione che quando le donne dicono basta, si ribellano e lottano, sono una forza poderosa, capace di “incendiare la prateria…”.
DIAMO VITA AD UN NUOVO SCIOPERO DELLE DONNE CHE TURBI ANCORA DI PIU’ I SONNI DI GOVERNO, STATO E PADRONI, COME ULTERIORE TAPPA DELLA “LUNGA MARCIA RIVOLUZIONARIA” CHE L’ALTRA META’ DEL CIELO E’ CHIAMATA AD INTRAPRENDERE PER LIBERARSI REALMENTE DI QUESTA BARBARA E MISOGINA SOCIETA’
Pa, 06.12.15
Lavoratrici SLAI Cobas s.c. Policlinico - Palermo
Questa è la ragione per cui il viaggio verso un nuovo SCIOPERO DELLE DONNE comincia proprio dalle operaie di Melfi in lotta.
Operaie che oltre a vedere il peggioramento delle proprie condizioni di lavoro, grazie all’avanzamento del fascismo padronale, di cui Marchionne e la Sata sono il simbolo, sono state colpite anche nella propria dignità femminile, umana.
La questione della tuta bianca con la quale sono costrette a lavorare, e che durante il ciclo mestruale capiti spesso che si sporchi di sangue, dato, peraltro, le condizioni schiavistiche in cui lavorano (sempre in piedi,nella catena di montaggio, con pochissime pause, con turni a ciclo continuo, compresi sabato e domenica,con taglio anche degli spazi, che costringe le operaie a lavorare attaccate ai maschi), e l’aberrante e tremendamente offensiva risposta dei vertici Fiat (“vi forniremo gratis una culottes”) alla legittima richiesta delle operaie di poter indossare un pantalone scuro, ne sono un esempio eclatante.
Un esempio del MODERNO MEDIOEVO in cui sono state ricacciate le donne, a cominciare dalle operaie, a causa di un sistema barbaro il cui fine essenziale, fondamentale, è “la realizzazione e l’accumulazione di profitti, di capitale”, passando come un carro armato sui diritti, sulla dignità e sulla vita della classe operaia e del proletariato.
La politica antioperaia e reazionaria del governo Renzi (di cui il jobs act è solo una delle più infami espressioni), che ha spianato la strada al fascismo padronale, e che colpisce maggiormente le operaie/lavoratrici/donne, pone oggi più che mai la necessità di una lotta a tutto campo soprattutto da parte di quest’ultime, che sono il soggetto che più di ogni altro ha interesse a trasformare lo stato di cose esistente.
Lo sviluppo delle lotte delle operaie, delle lavoratrici, delle precarie, delle disoccupate, delle giovani, soprattutto in questi ultimi anni, dal nord al sud del Paese, dalle fabbriche alla scuola, alla sanità ecc., e la scintilla accesa con lo SCIOPERO GENERALE E NAZIONALE DELLE DONNE DEL 2013, lanciato ed organizzato dal MFPR e dalle lavoratrici dello SLAI Cobas s.c., che solo nella scuola ha visto scioperare 14 mila lavoratrici, sono la chiara dimostrazione che quando le donne dicono basta, si ribellano e lottano, sono una forza poderosa, capace di “incendiare la prateria…”.
DIAMO VITA AD UN NUOVO SCIOPERO DELLE DONNE CHE TURBI ANCORA DI PIU’ I SONNI DI GOVERNO, STATO E PADRONI, COME ULTERIORE TAPPA DELLA “LUNGA MARCIA RIVOLUZIONARIA” CHE L’ALTRA META’ DEL CIELO E’ CHIAMATA AD INTRAPRENDERE PER LIBERARSI REALMENTE DI QUESTA BARBARA E MISOGINA SOCIETA’
Pa, 06.12.15
Lavoratrici SLAI Cobas s.c. Policlinico - Palermo
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