07/12/15

Torturata dopo essere stata catturata dai soldati turchi a Varto

Lo stato fascista turco è illegittimo e va rovesciato, terrorista è l'ISIS e l'imperialismo che lo finanzia. La lotta contro il Daesh passa per la lotta contro l'imperialismo!

Una combattente delle YJA-Star (Unione delle Donne Libera Star) è stata torturata dopo essere stata catturata dai soldati Turchi durante un bombardamento contro un cimitero di guerriglieri a Varto.
Ayşe Topçu, guerrigliera delle YJA-STAR, ha inviato una lettera alla DIHA (agenzia di stampa), dicendo di aver subito pesanti torture e molestie nelle mani di soldati turchi dopo la sua cattura avvenuta il 18 settembre, due giorni dopo il bombardamento contro il cimitero “Martire İsmail e Martire Ronahi” nella città di Varto (distretto di Mus)
Nella sua lettera inviata dalla prigione di massima sicurezza in cui è reclusa, racconta che i soldati l’hanno torturata e molestata sia fisicamente che verbalmente dopo averla catturata ferita.
“Sono stata fotografa nuda”
“Sono stato catturata ferita il 18 settembre, i soldati mi hanno trascinato a terra e portato via dal vicino cimitero, dove sono stato trovata. Mi hanno tolto i vesti, denudata dicendomi che sarei stata portata in un avamposto.
Nel frattempo sono stata ricoperta di insulti sessisti mentre discuteva di come imbottire il mio corpo con esplosivi per uccidermi.
Più tardi mi hanno fotografato completamente nuda, nel frattempo, mi hanno anche molestato fisicamente”.
“Quando siamo arrivati a Mus, mi hanno portato al TEM (dipartimento di polizia anti-terrorismo), invece che in ospedale. Per molto tempo, sono stata trattenuta lì con le mani ammanettate dietro la schiena. Più tardi mi hanno portato in ospedale dove non ricevuto nessuna cura e sono stata sottoposta ad un altro interrogratorio.a un altro interrogatorio.
Durante i tre giorni in ospedale nessuno medico o infermiera mi ha visitato o curato. Nessuno ha visto le mie ferite.
Sono stata tenuta in una stanza molto sporca, con le mani ammanettate al letto. Più volte i soldati hanno ripetuto ai medici di non visitarmi dicendo “questa donna è l’assassina dei nostri soldati”.
Dopo tre giorni in ospedale sono stata portata in carcere, ed anche qui non ho ricevuto nessuna cura”.

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