Un massacro, sì.
Questo è sotto gli occhi di tutti, specialmente di chi lo vuol vedere.
Non bastano foto di corpi dilaniati, giovani o meno che siano, o edifici distrutti a raccontare l’ennesimo violento attacco di Israele alla Striscia di Gaza. Non basta romanzare o indurre a compassione intorno una manciata d’immagini strazianti, con il calcolo gelido che quella foto “venda” o che faccia il giro del mondo, regalando qualche migliaio di click al sito web di riferimento.
Non basta a chi dentro a quest’attacco muore o resiste, non basta a chi dietro quest’attacco riconosce 66 anni di violenza coloniale, per mano militare. La Striscia di Gaza, pezzo di terra palestinese che tutti i media acconsentono a tener separato dalla Palestina quasi fosse un’isola, è stata occupata dai coloni e dall’esercito israeliano fino al 2005 e successivamente messa sotto assedio militare in tutte le frontiere: terra, mare e cielo.
“Protective edge” è solo l’ultima accelerazione della pulizia etnica della Palestina perché il progetto sionista vuole: conquistare tutte le terre palestinesi, espellere, uccidere o costringere alla schiavitù la popolazione palestinese, e saccheggiare tutte le risorse, tra cui gas, acqua e terre coltivabili.
66 anni di colonialismo brutale sono 24161 giorni di colonialismo brutale.
Massacri, prigionia, deportazioni, segregazione, campi profughi e diaspora in 66 lunghi anni che non potete ridurre a una guerra tra Hamas e lo stato israeliano. Giornali e televisioni, seppur con sgomento davanti l’ennesima carneficina, stanno accettando la solita tesi difensiva di Israele.
Ogni giorno l’informazione rende totalmente invisibile il colonialismo sionista e tutta la popolazione palestinese che, quando uccisa dai bombardamenti incessanti, viene considerata un “danno collaterale nella guerra contro il terrorismo di Hamas”.
Data la vostra passiva accettazione, veniamo a dirvelo in faccia: non restiamo immobili a contare i morti, domani 24 luglio, alle 18 da Piazza Vittorio, saremo in corteo per le vie di Roma, al fianco di chi resiste in Palestina contro il colonialismo di Israele.
Antifascisti e Antifasciste di Roma
Questo è sotto gli occhi di tutti, specialmente di chi lo vuol vedere.
Non bastano foto di corpi dilaniati, giovani o meno che siano, o edifici distrutti a raccontare l’ennesimo violento attacco di Israele alla Striscia di Gaza. Non basta romanzare o indurre a compassione intorno una manciata d’immagini strazianti, con il calcolo gelido che quella foto “venda” o che faccia il giro del mondo, regalando qualche migliaio di click al sito web di riferimento.
Non basta a chi dentro a quest’attacco muore o resiste, non basta a chi dietro quest’attacco riconosce 66 anni di violenza coloniale, per mano militare. La Striscia di Gaza, pezzo di terra palestinese che tutti i media acconsentono a tener separato dalla Palestina quasi fosse un’isola, è stata occupata dai coloni e dall’esercito israeliano fino al 2005 e successivamente messa sotto assedio militare in tutte le frontiere: terra, mare e cielo.
“Protective edge” è solo l’ultima accelerazione della pulizia etnica della Palestina perché il progetto sionista vuole: conquistare tutte le terre palestinesi, espellere, uccidere o costringere alla schiavitù la popolazione palestinese, e saccheggiare tutte le risorse, tra cui gas, acqua e terre coltivabili.
66 anni di colonialismo brutale sono 24161 giorni di colonialismo brutale.
Massacri, prigionia, deportazioni, segregazione, campi profughi e diaspora in 66 lunghi anni che non potete ridurre a una guerra tra Hamas e lo stato israeliano. Giornali e televisioni, seppur con sgomento davanti l’ennesima carneficina, stanno accettando la solita tesi difensiva di Israele.
Ogni giorno l’informazione rende totalmente invisibile il colonialismo sionista e tutta la popolazione palestinese che, quando uccisa dai bombardamenti incessanti, viene considerata un “danno collaterale nella guerra contro il terrorismo di Hamas”.
Data la vostra passiva accettazione, veniamo a dirvelo in faccia: non restiamo immobili a contare i morti, domani 24 luglio, alle 18 da Piazza Vittorio, saremo in corteo per le vie di Roma, al fianco di chi resiste in Palestina contro il colonialismo di Israele.
Antifascisti e Antifasciste di Roma
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