Comunicato Stampa
Il Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute chiederà ai giudici di
potersi costituire parte civile a sostegno della giovane M.U. la cittadina
Romena barbaramente aggredita e violentata da due soldati americani di stanza
presso le caserme Del Din e Ederle di
Vicenza.
L’aggressione violenta contro la giovane, che
aveva concordato con i due militari una prestazione di servizi sessuali in
cambio di pagamento, è è un atto di brutale inciviltà aggravato anche dal fatto
che la giovane M.U. è visibilmente al sesto mese di gravidanza. Non possono e
non debbono esserci attenuanti per il comportamento dei responsabili. Chiediamo
alle nostre Autorità di non consentire che queste persone che sono per ora
pesantemente indiziate si sottraggano alla giustizia italiana come troppo
spesso avviene.
Molti americani sono convinti che il sesso a
pagamento sia un reato in Italia e per questo si sentono in posizione di
abusare delle persone che lo praticano. Abbiamo purtroppo constatato spesso
questa realtà nei pressi delle basi militari occupate da Statunitensi. Già nel
1982 abbiamo denunciato pubblicamente la violenza dei soldati americani a
Pordenone. Anche lo scorso anno c’è stata una condanna di cittadino
americano per stupro di una minore a Pordenone.
Chiediamo pubblicamente
anche al Sindaco di Vicenza se non ritiene che le politiche di esclusione messe
in atto dalla sua amministrazione con le ripetute ordinanze antiprostituzione,
non siano da ritenersi causa di aggressioni e ruberie che spesso non vengono
denunciati dalle giovani per paura di
ritorsioni da parte dei tutori dell’ordine. Quanti cittadini anche italiani, si
fanno l’idea che si possa impunemente violentare e derubare una persona che
viene considerata una “indesiderata” per ordinanza e priva di qualsiasi tutela? Chiediamo anche
all’Assessore ai servizi sociali se è al corrente di altre e quante aggressioni hanno subito le lavoratrici del
sesso in questi due anni. Non basta dichiarare che si è predisposto programmi
contro la tratta e poi essere indifferenti a quello che succede a chi non è
trafficato/a. Così come non è corretto far diventare due volte vittima una
persona che è stata aggredita affibiandole anche l’ettichetta di
“prostituta trafficata” insieme a quella
di violentata per mettere in atto l’assistenza
sociale che le è dovuta comunque in quanto donna che ha subito violenza.
Infine non capiamo perché i militari
dell’Arma continuino ad “interrogare” informalmente M.U. che si trova in
ospedale senza la presenza del suo avvocato. La nostra lunga esperienza ci
insegna che accanto a quella donna dovrebbe esserci sempre qualcuno che la
tutela. Insieme all’avvocata Alessandra Bocchi faremo in modo che le leggi
che ci sono nel nostro Paese vengano appliccate correttamente nell’interesse
della sua assistita.
Non deve essere lasciata sola. Oggi
cittadine/i davanti alla caserma Ederle
manifesteranno in un Sit In per
dire basta alla violenza su tutte le donne, ci uniamo a loro perché la misura è
davvero troppo colma e ricordare che la sicurezza non si ottiene ne con gli
eserciti ne con le ordinanze.
SE NE TOCCATE UNA, CI TOCCATE TUTTE E TUTTI!
DON’T TOUCH OUR SISTERS!
DON’T TOUCH OUR SISTERS!
Pia Covre- rappresentante del Comitato per I Diritti Civili delle
Prostitute Onlus
3355400982
Pordenone
22-7-2014
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