“...La partecipazione delle donne alla
Resistenza fu dovuta principalmente a motivazioni personali. A
differenza di molti uomini che scelsero di andare in montagna per
sottrarsi all'arruolamento dell'esercito di Salò, nessun obbligo
militare costringeva le donne ad una scelta di parte. Potevano starsene a
casa, insomma. La Resistenza fu anche occasione per affermare qui
diritti che non avevano mai avuto. Mai come in quei mesi ci siamo
sentite pari all'uomo. Paradossalmente con la guerra si crearono le
condizioni di una libertà personale mai sperimentata prima. Molte di noi
con la Resistenza si guadagnarono la loro autonomia...”
Onorina Brambilla detta Nori, nome di battaglia SANDRA
Il pane bianco
La storia partigiana di Onorina Brambilla, “Sandra”, giovane milanese figlia di operai, è un coraggioso esempio del percorso compiuto da tante donne italiane che dopo l’8 settembre del 1943 non esitarono a battersi per la libertà. Un memoir autobiografico, privo di accenti retorici, minuzioso nelle ricostruzioni temporali e ambientali, che ripercorre a ritmo incessante questo tragitto, cogliendo i momenti più intensi della vita di una ragazza schierata con il minuscolo ma temibile esercito dei Gap, votato alle imprese più disperate nel cuore della metropoli.
Segue il dramma della prigionia a Bolzano in mano alle SS italiane a causa di una delazione e tanto agognata Liberazione, giunta il 30 aprile 1945. L’inizio di un lungo cammino che si concluderà, dopo una marcia a tappe forzate con altri compagni, attraverso la Val di Non e il passo del Tonale, in una Milano distrutta dalla guerra, dove riabbraccerà la famiglia e il suo comandante, Giovanni Pesce, “Visone”, di cui diverrà il 14 luglio 1945 la compagna di una vita.
In appendice le lettere scritte durante la prigionia a Bolzano e le testimonianze inedite del suo lungo impegno politico nel dopoguerra con il sindacato. Raccolta negli ultimi anni di vita di Onorina Brambilla, questa toccante testimonianza ha il valore del documento storico, ma è al tempo stesso un poetico testamento civile dei valori che hanno animato la Resistenza in Italia.
Giovanni e Nori - una storia di amore e resistenza
Libro di Daniele Biacchessi
Postfazione di Tiziana Pesce
Recensione di Laura Tussi e Fabrizio Cracolici, Presidente ANPI Sezione di Nova Milanese
Editori Laterza 2014
“Giovanni e Nori. Una storia di Amore e di Resistenza” è il libro di cui l'Autore, il caro amico Daniele Biacchessi, va molto fiero, perché lo considera il più bel testo che abbia mai scritto. E insieme a Tiziana Pesce, figlia dei protagonisti della storia narrata, il comandante partigiano Giovanni Pesce e la sua staffetta partigiana Onorina Brambilla, presenta questa opera dettagliatissima e di ampio respiro storicistico e storiografico, ovunque venga richiesta testimonianza. Un libro intenso ed avvincente che ripercorre gli anni della Storia dilaniata dalle dittature, attraverso le leggendarie imprese di Giovanni, durante la Guerra Civile Spagnola e, in seguito, durante la Resistenza al nazismo e al fascismo nel nostro Paese. Due storie, quelle di Giovanni e della sua staffetta Nori, che si dipanano parallelamente in un periodo tra i più oscuri della Storia mondiale. Nori subì anche la deportazione nel campo di concentramento e di smistamento di Bolzano e la sua Testimonianza citata nel libro, viene tratta dall'Archivio Audiovisivo delle Città di Nova Milanese e Bolzano, contenuto nel sito istituzionale “Lager e Deportazione”, nell'ambito del Progetto “Per non dimenticare”. Daniele Biacchessi, con questo libro, tramite la narrazione e il racconto, inserisce la storia dei due protagonisti nella Storia mondiale - “una storia nella Storia”- in sequenze molto intense, ricche di date, eventi, riferimenti storiografici documentati e nomi e cognomi dei protagonisti delle vicende narrate.
Giovanni, spinto dalla povertà, dalla precarietà esistenziale, si trasferisce da Visone, nel Piemonte, in Francia, per lavorare nelle miniere fin da bambino. Nel contempo, Nori trascorre la sua esistenza nella Milano fascista, assediata dalle truppe militari, ed entrambi prendono consapevolezza della propria appartenenza di classe e maturano un forte sentire di cambiamento rivoluzionario, una profonda coscienza comunista, un sentimento di condivisione di alti ideali di pace, libertà e democrazia, uniti dal filo rosso dell'Antifascismo che fa incontrare e innamorare i due giovani. Giovanni intraprende un percorso di rivoluzione nelle Brigate Internazionali nella Spagna assediata dalle truppe fasciste di Franco. Tornando in Italia, viene condannato al confino di Ventotene, dove conosce importanti intellettuali, da Curiel a Pertini, per citarne alcuni. Dopo la caduta del fascismo, il 25 luglio 1943, i detenuti di Ventotene si organizzano e cominciano a tornare nei luoghi di origine. Giovanni inizia la clandestinità a Torino, dove assume il comando delle azioni dei GAP (Gruppi Armati Patriottici).
Nori e Giovanni si conoscono a Milano.
Sono uniti da alti ideali antifascisti di libertà, democrazia e pace che li accompagneranno per tutta la vita, percorrendo insieme anche le tappe storiche del dopoguerra e vivendo la cosiddetta “Resistenza tradita”. Gli ideali resistenziali sono elusi dalla realtà politica di fatto: la vittoria della Democrazia Cristiana, il terrorismo, gli anni di piombo, gli apparati burocratici statali intrisi di retaggi fascisti. Giovanni e Nori sono stati idealmente sempre uniti, anche prima di conoscersi personalmente, dal filo rosso di nobili principi condivisi che non si è mai spezzato, ma si è tenacemente consolidato negli anni, diventando così un simbolo della lotta per la Pace, perseguita sia sotto la devastazione nazifascista, sia in seguito, in difesa dei diritti sanciti della Costituzione, nata dalla Resistenza. Finita la guerra, la loro Resistenza è continuata con la coerenza e con l'ottimismo della volontà, tipici delle persone che hanno pagato con il proprio sacrificio per le scelte compiute, sopportando prove durissime, con cui hanno affermato la speranza in un mondo di pace e di impegno contro tutte le guerre e le violenze, contro tutte le dittature, i totalitarismi e a favore dell’emancipazione e dell’attuazione dei diritti di tutti gli esseri umani.
Giovanni e Nori - una storia di amore e resistenza
Libro di Daniele Biacchessi
Postfazione di Tiziana Pesce
Recensione di Laura Tussi e Fabrizio Cracolici, Presidente ANPI Sezione di Nova Milanese
Editori Laterza 2014
“Giovanni e Nori. Una storia di Amore e di Resistenza” è il libro di cui l'Autore, il caro amico Daniele Biacchessi, va molto fiero, perché lo considera il più bel testo che abbia mai scritto. E insieme a Tiziana Pesce, figlia dei protagonisti della storia narrata, il comandante partigiano Giovanni Pesce e la sua staffetta partigiana Onorina Brambilla, presenta questa opera dettagliatissima e di ampio respiro storicistico e storiografico, ovunque venga richiesta testimonianza. Un libro intenso ed avvincente che ripercorre gli anni della Storia dilaniata dalle dittature, attraverso le leggendarie imprese di Giovanni, durante la Guerra Civile Spagnola e, in seguito, durante la Resistenza al nazismo e al fascismo nel nostro Paese. Due storie, quelle di Giovanni e della sua staffetta Nori, che si dipanano parallelamente in un periodo tra i più oscuri della Storia mondiale. Nori subì anche la deportazione nel campo di concentramento e di smistamento di Bolzano e la sua Testimonianza citata nel libro, viene tratta dall'Archivio Audiovisivo delle Città di Nova Milanese e Bolzano, contenuto nel sito istituzionale “Lager e Deportazione”, nell'ambito del Progetto “Per non dimenticare”. Daniele Biacchessi, con questo libro, tramite la narrazione e il racconto, inserisce la storia dei due protagonisti nella Storia mondiale - “una storia nella Storia”- in sequenze molto intense, ricche di date, eventi, riferimenti storiografici documentati e nomi e cognomi dei protagonisti delle vicende narrate.
Giovanni, spinto dalla povertà, dalla precarietà esistenziale, si trasferisce da Visone, nel Piemonte, in Francia, per lavorare nelle miniere fin da bambino. Nel contempo, Nori trascorre la sua esistenza nella Milano fascista, assediata dalle truppe militari, ed entrambi prendono consapevolezza della propria appartenenza di classe e maturano un forte sentire di cambiamento rivoluzionario, una profonda coscienza comunista, un sentimento di condivisione di alti ideali di pace, libertà e democrazia, uniti dal filo rosso dell'Antifascismo che fa incontrare e innamorare i due giovani. Giovanni intraprende un percorso di rivoluzione nelle Brigate Internazionali nella Spagna assediata dalle truppe fasciste di Franco. Tornando in Italia, viene condannato al confino di Ventotene, dove conosce importanti intellettuali, da Curiel a Pertini, per citarne alcuni. Dopo la caduta del fascismo, il 25 luglio 1943, i detenuti di Ventotene si organizzano e cominciano a tornare nei luoghi di origine. Giovanni inizia la clandestinità a Torino, dove assume il comando delle azioni dei GAP (Gruppi Armati Patriottici).
Nori e Giovanni si conoscono a Milano.
Sono uniti da alti ideali antifascisti di libertà, democrazia e pace che li accompagneranno per tutta la vita, percorrendo insieme anche le tappe storiche del dopoguerra e vivendo la cosiddetta “Resistenza tradita”. Gli ideali resistenziali sono elusi dalla realtà politica di fatto: la vittoria della Democrazia Cristiana, il terrorismo, gli anni di piombo, gli apparati burocratici statali intrisi di retaggi fascisti. Giovanni e Nori sono stati idealmente sempre uniti, anche prima di conoscersi personalmente, dal filo rosso di nobili principi condivisi che non si è mai spezzato, ma si è tenacemente consolidato negli anni, diventando così un simbolo della lotta per la Pace, perseguita sia sotto la devastazione nazifascista, sia in seguito, in difesa dei diritti sanciti della Costituzione, nata dalla Resistenza. Finita la guerra, la loro Resistenza è continuata con la coerenza e con l'ottimismo della volontà, tipici delle persone che hanno pagato con il proprio sacrificio per le scelte compiute, sopportando prove durissime, con cui hanno affermato la speranza in un mondo di pace e di impegno contro tutte le guerre e le violenze, contro tutte le dittature, i totalitarismi e a favore dell’emancipazione e dell’attuazione dei diritti di tutti gli esseri umani.
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