14/01/25

Gli impegni necessari in questo anno 2 - Contro violenza e femminicidi, contro il governo fascista Meloni che li fomenta, contro questo sistema sociale che li genera, scatenare la furia delle donne

La giornata del 25 novembre 2024 possiamo dire che si è chiusa con la richiesta di condanna all'ergastolo per i femminicidi di Giulia Tramontano e Giulia Cecchettin. Una condanna che sembra quasi simbolica nella giornata del 25 novembre. Una condanna necessaria ma come ha denunciato anche la sorella di Tramontano: queste condanne - che è giusto che ci siano, a fronte anche di sentenze recenti che invece hanno ridotto o dato condanne ridicole ad assassini di donne, arrivando anche a giustificare le loro marce concezioni - queste queste condanne però sono fatte dopo che le donne sono morte, mentre niente viene fatto per impedire questa guerra di bassa intensità che continua e aumenta contro le donne e che anzi viene di fatto legittimata dall’alto con la Meloni che dopo giorni di silenzio ha parlato ma per dire anche lei che è l'immigrazione soprattutto che incide nei casi di violenza sessuale, dando così un avallo di governo alle squallide, razziste affermazioni fatte nei giorni precedenti al 25 novembre dall’osceno ministro Valditara, usando strumentalmente la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne per fare un ulteriore attacco razzista, fascista contro gli immigrati. Peggio non poteva fare, ma invece lo ha fatto.
Perché quando sempre in un’intervista che ha fatto la Meloni a “Donna moderna” ha parlato di come garantire maggiore sicurezza alle donne ha indicato “le assunzioni e il trattamento delle forze dell'ordine”, in questo ha indicato principalmente il problema della sicurezza delle donne!
Quelle forze dell'ordine che archiviano le denunce delle donne, a cui sono seguiti tanti casi di femminicidi.
Uccisioni di donne ampiamente annunciati, ampiamente denunciati alle forze dell'ordine non una volta, ma in alcuni casi anche più volte, eppure i femminicidi ci sono stati e continuano, (ndr. già all’inizio di questo 2025 una donna è stata uccisa dal marito, guardia giurata).
Forze dell'ordine che quando una donna, una ragazza, va a denunciare, con tutto chiaramente un senso di oppressione, anche di imbarazzo, a volte, sbagliando, anche di vergogna, paura, le forze dell'ordine al massimo le ascoltano burocraticamente, anche di fronte a disperazione delle donne. Poliziotti, carabinieri che sono stati anche responsabili direttamente di femminicidi e stupri, e oggi lo possono essere ancora di più, perché il governo gli permette di andare sempre in giro, anche fuori servizio, con la pistola.

Ma perché la Meloni contro i femminicidi indica una delle soluzioni principali nel rafforzamento delle forze dell'ordine. Per le donne? No, certo! Lei dice: per la funzione di contrasto all'insicurezza delle nostre città e quindi per il contrasto all'immigrazione illegale di massa. E arriviamo sempre allo stesso scopo che non ha niente a che fare con le donne e con i femminicidi, che nel 90% dei casi sono fatti da uomini italianissimi, bianchissimi. E quindi sono loro gli uomini che odiano le donne.

Ma le donne subiscono violenza generale e quotidiana, dallo Stato, dal governo. La violenza economica verso le lavoratrici, fatta di precarietà, dipendenza economica dalla famiglia, quella famiglia in cui poi troppe trovano la morte, è la base oggettiva sempre più attuale della condizione di doppia oppressione della maggioranza delle donne. Così come l'altra faccia della guerra contro le donne, l'attacco al diritto d'aborto che come i femminicidi ha la sua radice nel voler schiacciare la volontà delle donne, la libertà di scegliere, di decidere della propria vita.

Il governo fascista Meloni ha nel suo seno uomini ministri che non si vergognano neanche a fare dichiarazioni sessiste, offensive verso le donne. Una cloaca di ministri sottospecie umana, fomentatori della violenza sessuale contro le donne spargendo un humus che è fascista, che è di odio verso le donne, verso chi non ci sta, verso chi si ribella all'oppressione.

Quindi dobbiamo andare alla radice della barbarie, che è il moderno fascismo del governo Meloni, il sistema capitalista e imperialista.
Non possiamo limitarci a denunciare solo gli effetti, perché questi non si possono cancellare senza attaccare il sistema in generale il sistema capitalista imperialista che oggi ha nel governo Meloni la sua espressione nera più reazionaria e che pone nelle sue basi la doppia oppressione della maggioranza delle donne.

Il governo Meloni viene in generale nelle mobilitazioni, anche quelle del 23/25 novembre, denunciato come governo patriarcale quando è un governo fascista! Perché il patriarcalismo, le concezioni, le pratiche patriarcali oggi sono il frutto del moderno fascismo.
Rinnovare, riprendere valori patriarcali per tenere oppressa e sfruttata più della metà dell'umanità è per questo sistema necessario. Quindi il patriarcalismo c'è! Ma confondere l'uso moderno del patriarcalismo con il sistema che lo produce può diventare fuorviante. Non si vedono i nemici principali da combattere e alla fine si rischia di spargere illusione che si può eliminare il patriarcato senza eliminare l'imperialismo, il capitalismo, e in Italia oggi come tappa, senza rovesciare il governo fascista Meloni.

Questo anche perché pure sulle soluzioni ci sono alcune illusioni.
Per esempio tra le soluzioni principali rispetto al contrastare i femminicidi, si pone la questione dell'educazione sessuale-affettiva nelle scuole. Questo non solo è un'illusione, ma è anche sbagliato porlo senza dire “chi educa chi?” Chi dovrebbe educare? E senza denunciare come questa scuola, Valditara insegna, non può fare educazione sessuale-affettiva. Anzi, siamo noi che dobbiamo dire: non vogliamo che questa scuola, impregnata sempre più di ideologia da “Dio, patria e famiglia”, da concezioni e pratiche militariste in cui le forze armate fanno loro le lezioni, sembrano loro gli insegnanti, faccia educazione sessuale-affettiva. E mentre per questi ormai la scuola è diventata quasi casa loro, invece associazioni che si battono contro i femminicidi, la violenza sessuale, le espressioni genuinamente democratiche, ecc, non possono accedere nelle scuole, viene loro sbarrato la possibilità di entrarvi.
Vogliamo ricordare quello che succedeva negli anni 70/80, in cui le scuole erano occupate ed erano le studentesse, gli studenti che organizzavano corsi, lezioni autogestite su vari temi. Ecco, sono le scuole occupate dalle studentesse che possono fare corsi di educazione sessuale, facendo entrare chi decidono loro e chi effettivamente può dare un contributo alla battaglia delle donne, delle ragazze. Allora se vogliamo fare queste cose, occupiamole di nuovo queste scuole! Perché altrimenti, ancora una volta, si vede l'albero e non la foresta, quando bisogna colpire la foresta.

Per cui serve un movimento femminista, Sì, ma proletario rivoluzionario, che sia espressione di classe della maggioranza delle donne che sono proletarie e che lavori per scatenare la furia delle donne come forza poderosa della rivoluzione. Per questo dobbiamo ancora di più lavorare, a organizzare le forze perché cominci a diventare pratica concreta, lavoro concreto.

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