22/01/25

Gli impegni necessari in questo anno 3 - Centrale per la liberazione delle donne la lotta rivoluzionaria - oggi in primis contro il governo Meloni moderno fascista e del moderno medioevo

In un paese imperialista come l'Italia la condizione delle donne si aggrava ogni giorno di più non solo da un punto di vista economico, con i vari provvedimenti governativi che colpiscono sempre di più la condizione di lavoro/non lavoro delle donne, ma soprattutto da un punto di vista ideologico e politico che in particolare con l’attuale governo Meloni si trasforma per le donne in un moderno medioevo, con le continue campagne ideologiche di stampo fascista sul ruolo delle donne che deve essere vincolato alla procreazione dei figli e sull’attacco al diritto di aborto.

Il governo Meloni sin da quando si è insediato ha posto come uno dei settori sociali da colpire quello delle donne, cominciando subito con un discorso ideologico. La Meloni l’estate scorsa aveva rilasciato un’intervista ad una rivista da gossip, con cui dietro la ipocrita immagine pseudo amicale che si voleva trasmettere alle donne aveva cercato di fare un’operazione mediatica al contrario: lei è la donna a cui tutte dobbiamo guardare come modello da prendere ad esempio, perché lei dimostra alle altre donne come, avendo una figlia, si può fare carriera, dimostra cosa significa emancipazione delle donne, ecc. ecc.
Ci sarebbe da ridere, ma c’è veramente da incazzarsi! La Meloni è arrivata a dire che le donne devono sentirsi libere di fare figli, perché non è vero che ci sarebbero limitazioni nel fare figli, perché non è vero anche da un punto specificatamente economico che non riuscirebbero a conciliare tempo di lavoro e tempo famiglia, perché lei, la Meloni, lo fa.
Questa intervista, offensiva per le donne proletarie, per le lavoratrici trattate peraltro come delle idiote, è stata un altro modo per portare avanti la concezione che questo governo ha e cerca di imporre in ogni forma, e non corrisponde per niente alla realtà che vive ogni giorno la maggioranza delle donne, operaie, lavoratrici, precarie, disoccupate, immigrate… Una situazione difficile in cui sempre più donne non fanno figli perché costrette da una condizione di lavoro/non lavoro che impedisce di mettere al mondo i figli, di crescerli, di mantenerli; in una situazione in cui sono solo fumo negli occhi le misure messe in atto a sostegno della maternità che sono elemosine peraltro destinate solo ad alcune fette di donne (vedi il cosiddetto “bonus mamme”).

L’attacco ideologico e politico verso le donne è emerso anche nelle linee guida dell'educazione civica per la scuola, quelle dell’odioso ministro Valditara. Un vero e proprio manifesto, politico moderno fascista attraverso cui gli studenti sin dalla tenera età devono essere educati al concetto di patria, di proprietà privata, quella della borghesia naturalmente, e in cui in un rigo viene racchiusa la concezione delle donne e del ruolo che devono avere in questa società capitalista, imperialista; tant’è che questo documento è stato sostenuto a larghe mani dalle associazioni antiabortiste anche perchè contiene un chiaro attacco alla questione del genere LGBTQ+. Così come oggi in modo osceno questo governo devia 500 mila euro, destinati all’educazione sessuo-affettiva, all’educazione alla fertilità/infertilità nelle scuole?!

La borghesia non può dare nessuna soluzione a quelli che sono i reali problemi della maggioranza delle donne con il cuore delle donne proletarie più sfruttate e oppresse. La borghesia si è oggi vestita da donna, ma non è il fatto di essere donne, ma la classe sociale a cui si appartiene che stabilisce quali interessi si portano avanti e verso chi.

Noi donne che abbiamo doppie ragioni per ribellarci e lottare, ragioni di classe e ragioni di oppressione sessuale, dobbiamo prendere coscienza che la nostra lotta non può che essere rivoluzionaria perché è una lotta che deve mettere in discussione a 360° questo sistema capitalista e imperialista che fa della doppia oppressione delle donne una delle sue basi cardine.

Dobbiamo avere chiare alcune cose per ripartire in questo anno:

il nostro riferimento principale sono le donne proletarie le più oppresse e sfruttate. Dobbiamo portare questo messaggio che si traduce anche in azioni concrete verso le lavoratrici e con le lavoratrici, in lotte in cui far avanzare la consapevolezza della prospettiva rivoluzionaria, perchè proprio la condizione della maggioranza delle donne dimostra l’inconciliabilità della lotta delle donne con il riformismo.

Certo, questo non significa che non è necessario fare battaglie per risultati immediati per difendere le condizioni di vita e di lavoro e che incoraggiano; lo abbiamo detto e fatto dirigendo anche lotte sindacali delle lavoratrici e con lo sciopero delle donne in questi anni con una piattaforma ampia che guarda a tutta la condizione di sfruttamento e oppressione della maggioranza delle donne, una piattaforma delle donne aggiornata alle fasi che si succedono, frutto dell’esperienza di lotta concreta ma anche dell’analisi e del lavoro di inchiesta tra le operaie, le donne lavoratrici, le immigrate; una piattaforma che parte dal lavoro per tutte le donne, visto anche come emancipazione, indipendenza della catene familiari, ma poi tocca tutte le questioni, dall'aborto ai femminicidi, dalle discriminazioni delle donne migranti alla condizione di vita delle prostitute, delle detenute, dalla repressione delle lotte delle donne che ha sempre un aspetto sessista, alla solidarietà internazionalista con tutte le donne che lottano nel mondo.

Quindi è chiaro che dobbiamo guardare alle battaglie immediate. Però questa piattaforma è inserita in una prospettiva rivoluzionaria, perché se veramente volessimo ottenere tutti questi obiettivi si deve fare una rivoluzione, perché la borghesia al potere non concederà mai tutto questo, anzi toglie ogni giorno sempre di più.
Le lavoratrici, le donne proletarie impugnino questa lotta e avanzino per trasformarsi in un’avanguardia che possa porsi alla testa del movimento delle donne che in questo paese ha mostrato di avere reali potenzialità.

Necessario in questo senso intensificare anche la lotta di posizione, teorica verso le altre tendenze femministe piccolo borghesi che perseguono solo una lotta per "migliorare" questo sistema, e anche verso altre realtà, politiche e sindacali che si dicono rivoluzionarie, comuniste, ma che sottovalutano la lotta rivoluzionaria delle donne e non la pongono come centrale.

Concretizziamo la parola d’ordine: scatenare la ribellione, la furia delle donne come forza poderosa per la rivoluzione, affinchè le donne non solo impugnino la lotta contro gli attacchi immediati ma acquistino anche la consapevolezza della necessità della lotta rivoluzionaria, capendo che per essa dobbiamo avere un ruolo determinante in quelli che sono gli strumenti indispensabili per portare avanti questa lotta, primo fra tutti il Partito della classe del proletariato che ha uno dei suoi cuori pulsanti proprio nelle donne sfruttate e oppresse che trasformino la doppia oppressione in lotta rivoluzionaria per rompere ogni catena di questo sistema capitalista da rovesciare.

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