Dal blog proletari comunisti
Ginevra. L’Euro-Med Monitor, con sede a Ginevra, ha affermato in un comunicato stampa divulgato venerdì che le continue ostruzioni di Israele verso tutte le indagini del’ONU per le accuse di violenza sessuale dal 7 ottobre 2023 sono profondamente preoccupanti. Queste ostruzioni, unite a prove sostanziali che indicano azioni sistematiche e diffuse di stupro ed altre forme di violenza sessuale da parte delle forze israeliane contro i Palestinesi, compresi prigionieri, costituiscono gravi violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani. Le motivazioni per l’inclusione di Israele nella lista nera dell’ONU per le entità sospettate di perpetrare violenza sessuale nei conflitti sono convincenti.
Negli ultimi 15 mesi, Israele ha costantemente rifiutato di collaborare con tutti gli organismi delle Nazioni Unite con un mandato investigativo per esaminare le accuse di stupro e altre forme di violenza sessuale derivanti dagli attacchi del 7 ottobre.
Mercoledì 8 gennaio è stato reso noto che Israele ha nuovamente negato l’autorizzazione per un’indagine da parte della Rappresentante Speciale dell’ONU per le violenze sessuali correlate al conflitto, Pramila Patten. Questo rifiuto deriva presumibilmente dalle preoccupazioni che un’indagine completa avrebbe esposto l’uso sistematico di stupri di massa da parte di Israele contro i Palestinesi, comprese donne e bambini, visto che Patten aveva insistito sul fatto che l’accesso ai centri di detenzione israeliani per indagare sulle accuse contro i soldati israeliani era un requisito fondamentale per il processo.
Il rifiuto di Israele è particolarmente sorprendente dato che la società civile israeliana, fino a poco tempo fa, aveva una parere generalmente favorevole a Patten e l’aveva persino invitata a tornare in Israele.
Il precedente rapporto di Patten, pubblicato l’11 marzo 2024, è l’unico caso in cui il governo israeliano ha fornito informazioni a un’inchiesta dell’ONU sulle accuse di violenza sessuale. Tuttavia, come chiaramente affermato nel rapporto, il mandato della missione in quel momento non era investigativo. Il rapporto raccomandava al governo israeliano di collaborare con la Commissione internazionale d’inchiesta indipendente (CoI) sui Territori Palestinesi Occupati (TPO), tra cui Gerusalemme Est e Israele, e con l’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani (OHCHR), per facilitare indagini esaustive su tutte le presunte violazioni, soprattutto dopo che Israele ha negato a queste entità l’accesso e la cooperazione, come sottolineato nel rapporto.
L’ostruzione israeliana della verità in questo contesto è stata evidenziata per la prima volta nel gennaio 2024, quando il governo israeliano ha espressamente proibito ai medici israeliani e alle autorità competenti di collaborare con la Commissione d’inchiesta dell’ONU sui Territori Palestinesi Occupati, etichettando la commissione come “anti-israeliana e antisemita”. Da allora, il governo israeliano ha mantenuto costantemente questa posizione ostruzionistica, minando gli sforzi della Commissione per condurre un’indagine approfondita e imparziale, il che costituisce un fallimento di Israele nel rispettare il suo obbligo ai sensi del diritto internazionale di collaborare con gli organismi dell’ONU. Israele sta anche negando alle vittime di entrambe le parti il loro diritto alla giustizia e alla responsabilità per le presunte violazioni.
“Il ripetuto rifiuto di Israele di collaborare con tutte le indagini dell’ONU sulla violenza sessuale evidenzia l’uso da parte del governo israeliano delle accuse di questo grave crimine come strumento di propaganda per fabbricare il consenso per il suo effettivo genocidio trasmesso in diretta streaming”, ha affermato Ramy Abdu, presidente di Euro-Med Monitor. “Israele usa semplicemente queste accuse per svergognare e diffamare i critici e deviare la colpa dai suoi tremendi crimini contro l’umanità”.
Negli ultimi 15 mesi, la squadra di Euro-Med Monitor ha documentato numerosi casi di violenza sessuale perpetrata da Israele, tra cui stupri e altre forme di tortura sessuale, contro civili palestinesi, tra cui individui nel campo di tortura israeliano di Sde Teiman.
In almeno un caso, un detenuto palestinese è stato sottoposto a stupro da cani poliziotto israeliani come parte della loro aggressione. A Sde Teiman, “i soldati ci hanno tolto per la prima volta le bende che ci coprivano gli occhi”, ha raccontato al team di Euro-Med Monitor l’avvocato Fadi Saif Addin Bakr, rilasciato il 22 febbraio 2024 dopo 45 giorni di detenzione. “In seguito, i soldati hanno tirato un giovane seduto alla mia destra, lo hanno costretto a dormire per terra e gli hanno legato mani e piedi. All’improvviso, i soldati dell’occupazione hanno sguinzagliato dei cani poliziotto addestrati contro il giovane, che è stato stuprato dai cani. Durante l’intero calvario che ho sopportato, questa è stata una delle cose più orribili a cui abbia mai assistito”.
Addin Bakr ha aggiunto: “Tutto è stato troppo [da sopportare], e questo è stato solo un altro [episodio] aggiunto alla massa di tormenti. Speravo di morire affinché questo non accadesse a me, ma uno dei soldati mi ha detto di prepararmi. [Eppure] è successo qualcosa di miracoloso nella prigione; la sessione di tortura è terminata rapidamente e siamo stati riportati nella baracca”.
In alcuni casi, i Palestinesi sono stati stuprati a morte dal personale dell’esercito israeliano. Questi episodi documentati forniscono una forte prova della natura sistematica e diffusa di tali atrocità, rivelando che Israele ha trasformato la violenza sessuale in un’arma come tattica deliberata per distruggere il morale della popolazione palestinese.
Tra le almeno 36 morti di detenuti sotto inchiesta presso il famigerato centro di detenzione israeliano di Sde Teiman, sembra che un uomo palestinese sia morto in seguito a un orribile atto di stupro con un manganello elettrico. È improbabile che questo atto brutale, insieme a molti altri, venga indagato o perseguito in Israele e sarà impedito al controllo internazionale visto che Israele continua a bloccare le indagini su tali crimini.
Numerosi rapporti di organizzazioni per i diritti umani internazionali, dell’ONU, e israeliane, tra cui l’Ufficio per i Diritti Umani dell’ONU, Amnesty International e B’Tselem, hanno documentato l’uso sistematico e diffuso di tortura e violenza sessuale di israele contro i Palestinesi.
Inoltre, il rapporto di giugno 2024 della Commissione d’inchiesta dell’ONU sui Territori Occupati Palestinesi, tra cui Gerusalemme Est e Israele, è giunto a conclusioni simili. Ha documentato un “aumento significativo della portata, frequenza e gravità della violenza sessuale e di genere perpetrata dalle Forze di sicurezza israeliane (ISF) contro i Palestinesi” dal 7 ottobre 2023. Il rapporto ha inoltre affermato che questo aumento era “collegato all’intento di punire e umiliare i Palestinesi”.
Di recente, il gruppo di Euro-Med Monitor ha documentato orribili testimonianze presso l’ospedale Kamal Adwan in merito alle aggressioni sessuali su civili, tra cui personale medico femminile e bambini. Le vittime sono state costrette a togliersi i vestiti e il velo e sottoposte a umilianti perquisizioni corporali del personale maschile dell’esercito israeliano. Una donna, evacuata a forza dall’ospedale, ha raccontato alla squadra di Euro-Med Monitor: “Un soldato ha costretto un’infermiera a togliersi i pantaloni e poi ha messo una mano sui suoi genitali. Quando ha cercato di resistere, l’ha colpita duramente in faccia, facendole sanguinare il naso”.
I crimini israeliani che comportano l’uccisione di Palestinesi e l’inflizione di gravi danni fisici e psicologici per mezzo della tortura, maltrattamenti e violenza sessuale, tra cui lo stupro, vengono perpetrati con estrema brutalità e in modo sistematico, il che indica chiaramente un intento specifico di distruggere il popolo palestinese. Questi atti costituiscono componenti del crimine di genocidio, come delineato nella Convenzione sulla Prevenzione e la Punizione del Crimine di Genocidio.
Euro-Med Monitor invita le Nazioni Unite a includere Israele nella sua lista nera di entità coinvolte nella violenza sessuale nei conflitti. Questa richiesta giunge alla luce di prove sostanziali che documentano l’uso sistematico della violenza sessuale da parte di Israele, tra cui lo stupro e altre forme di abuso sessuale, come parte della sua più ampia campagna di annientamento contro il popolo palestinese.
Euro-Med Monitor sottolinea l’urgente necessità di una responsabilità internazionale e di un’indagine esaustiva su queste atrocità per assicurare giustizia alle vittime e prevenire ulteriore impunità. Il Monitor ha affermato che, nel corso di diversi decenni, Israele ha costantemente dimostrato sia una mancanza di volontà che una mancanza di capacità di ritenere responsabili o perseguire coloro che sono implicati in crimini commessi contro i Palestinesi, con tali individui che hanno ricevuto protezione giudiziaria, politica, militare e persino popolare.
La comunità internazionale deve adottare misure urgenti e decisive per affrontare e fermare i gravi crimini di Israele contro i prigionieri e i detenuti palestinesi. Questo comprende il rilascio immediato e incondizionato di persone detenute arbitrariamente, la cessazione delle sparizioni forzate che facilitano ulteriori atrocità e la concessione dell’accesso al Comitato internazionale della Croce Rossa (ICRC) e ad altre competenti organizzazioni locali e internazionali a tutte le strutture carcerarie israeliane. Inoltre, alle vittime deve essere concesso il diritto a un rappresentante legale.
Euro-Med Monitor chiede inoltre che si indaghi su questi crimini tempestivamente, imparzialmente, approfonditamente e in modo indipendente, affinché tutti i colpevoli siano ritenuti responsabili e che a tutte le vittime e alle loro famiglie sia pienamente garantito il loro diritto alla verità, a rimedi efficaci e a riparazioni complete, assicurando giustizia e dignità a chi è stato colpito da questi crimini efferati.
È fondamentale che la comunità internazionale sostenga la Corte Penale Internazionale (ICC) nel condurre un’indagine completa su tali crimini, e garantire che vengano inseriti nelle accuse mosse contro i funzionari israeliani davanti alla Corte e garantire la responsabilità e l’azione penale per tutti i responsabili.
Traduzione per InfoPal di Edy Meroli
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