La Corte d'Assise di Modena non ha accolto la richiesta della procura della pena dell’ergastolo contro Salvatore Montefusco che ha ucciso la moglie Gabriela Trandafir e la figlia della donna, Renata, di fatto declassando i due assassinii a reazione comprensibile rispetto ad una situazione familiare.
Le motivazioni di questa sentenza da un lato esprimono il dis-valore dato alla vita delle donne, dall'altro rischiano di essere di riferimento per altre sentenze su femminicidi e di fare "scuola".
Nella sentenza viene scritto: «in ragione della comprensibilità umana dei motivi che hanno spinto l’autore a commettere il fatto di reato». Per «motivi», si intendono «le nefaste dinamiche familiari che si erano con il tempo innescate».
Il femminicidio, quindi, è comprensibile! In alcune circostanze è addirittura giustificato!
Ma non basta: siccome nelle "dinamiche familiari" centra il comportamento delle due donne, si scarica su di loro la colpa degli omicidi.
Ora noi non possiamo sapere cosa succedeva in quella famiglia, ma la questione è che la sentenza avvalora il delitto legittimo, i valori della "famiglia" che non si devono rompere.
La presidente Elisa Ercoli dell'Associazione "Differenza Donna" ha parlato di necessità di una «formazione adeguata per chi giudica..." Ma che c'azzecca? Non è un giudice non "formato" che ha fatto questa sentenza, ma un giudice che difende consapevolmente le ragioni, l'humus omicida di un uomo.
E in questo clima fascista, di cancellazione in generale dei diritti, della volontà delle donne il messaggio di questa sentenza è grave e in linea. Così tanti femminicidi possono essere "giustificati".
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