01/05/22

1° Maggio - abbiamo da festeggiare solo le nostre lotte, ma la nostra condizione sempre peggiore chiede una marcia in più

Uniamo le lotte, per elevarle, per porre fine a questo sistema barbaro, marcio, guerrafondaio, sessista, razzista.


In questo 1° Maggio non basterebbero fogli e fogli per denunciare la condizione di lavoro di noi donne, delle lavoratrici, delle immigrate. Se prima stavamo male, i tre anni di pandemia ci hanno portato ancora più in basso se è possibile.
Tantissime di noi hanno perso il lavoro, il lavoro misero, precario con tanto sfruttamento e pochissimi soldi si è esteso dalle piccole realtà lavorative alle grandi, moriamo sempre di più, di fatica, di mancanza di sicurezza nelle fabbriche come nelle campagne: le nostre vite non valgono, i nostri corpi valgono solo se, messi sotto torchio, permettono più profitti ai padroni piccoli e grandi;  come le nostre vite sono appese a un filo per gli uomini che odiano le donne e che trovano linfa al loro odio in questo sistema borghese fascista, che al massimo versa lacrime di coccodrillo sempre il giorno dopo...
Ambra, postina di 29 anni, l'ultima che ha perso la vita
A noi fanno schifo mass media, partiti di governo e in parlamento, ministre che anche in questa giornata ci diranno come sono tristi e indignati della nostra condizione di discriminazione, oppressione, per poi il giorno dopo mantenere e peggiorare le nostre vite, continuare a farci ammalare e uccidere, a cercare di toglierci i diritti (quello sull'aborto non vedono l'ora di spazzarlo via); mentre si auto applaudono per miseri, ipocriti interventi che sono un'offesa per noi e i nostri figli (come l'assegno familiare unico i cui fondi sono presi togliendoli da altre voci del nostro stesso salario, o la gran cassa sul congedo parentale quando il tempo di lavoro diventa sempre più ridotto)
Noi siamo furiose che a tutto questo ora, per i loro sporchi interessi imperialisti, hanno aggiunto la maledetta guerra! Niente più speranze di soldi per la sanità, per la salute e la sicurezza, per i servizi sociali, per la scuola, tutto per l'aumento delle spese militari! E la loro guerra viene anche in casa con il carovita, con l'aumento dei carichi di lavoro in casa, per noi che dobbiamo arrabattarci con sempre meno soldi. Ma ciò che più ci fa arrabbiare e non sopportiamo è ancora una volta l'ipocrita uso delle donne, della condizione terribile delle donne ucraine e dei bambini per fare propaganda di guerra, per alimentare ed estendere la guerra interimperialista Russia/Nato Usa; ogni paese imperialista, gli Usa in testa, ma segue a ruota il governo italiano, parlano delle donne, anche di stupri di guerra, quando loro sono i caporioni con gli eserciti fascisti, di violenze, torture sessuali, stupri, dall'Irak, alla Siria, ai Balcani, alla Somalia, ecc. E ora il governo italiano usa anche l'accoglienza delle donne e bambini ucraini, per nascondere le morti che continuano di donne e bambini nei nostri mari, e i campi lager in cui vengono accolti le altre profughe nel nostro paese. 
Noi in questo 1° Maggio dobbiamo dire, dirci che tutto questo non dobbiamo, non possiamo accettarlo!
Un nostro slogan dice: Scateniamo la furia delle donne come forza poderosa della rivoluzione!
Per trasformare questo giusto slogan in passi concreti, dobbiamo fare più lotte, elevare ed estendere le lotte che facciamo, ma soprattutto unirci, organizzarci, partecipare in tante all'Assemblea Donne/Lavoratrici (che organizzerà un prossimo incontro nazionale ai primi di giugno). 
Questa battaglia deve essere sempre più presa nelle mani dalle operaie, da tutte le lavoratrici, dalle immigrate, perché le donne proletarie non hanno una o due catene da spezzare ma tutte, e tutta la vita da cambiare e hanno bisogno di rovesciare questa barbara società dalla terra al cielo, per un mondo nuovo, per il socialismo!
Per questo occorre sì un femminismo, ma un femminismo proletario rivoluzionario!

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