12/05/22

La violenza sessista al raduno di matrice patriarcale fascista degli alpini a Rimini non deve essere ignorata!


Le gravi molestie verso le tante donne, 
avvenute al raduno degli alpini a Rimini dall' 5 all' 8 maggio non sarebbero un caso isolato.
Stanno venendo fuori denunce del 2018 riferite a Trento, Milano e l' Aquila nel 2015 e ancora più indietro, molte peraltro pubbliche da anni.
A Trento, nel 2018, quando il motto che accompagnava l’adunata era “Per gli Alpini non esiste l’impossibile”, il caso era stato ripreso a livello nazionale quando Non Una di Meno aveva segnalato, in particolare, uno degli eventi in programma durante quei tre giorni: la serata dedicata a “Miss Alpina bagnata”. L’invito era: "Vota la tua alpina preferita bagnandola con la birra".
Il movimento femminista aveva poi cominciato a ricevere e a pubblicare sulla propria pagina Facebook decine di testimonianze di donne che durante l’adunata erano state molestate: «Non me ne vado finché non mi dai un bacio», «Dai fammi vedere il culo, non crederai mica che non te lo guardi nessuno», «Puoi vestirti provocante e fare una sorpresa al mio amico?», «Ma siete anche puttane per caso?» e così via. Le storie raccolte allora sono molto simili a quelle raccontate dalle donne anche oggi.
In questi giorni molte delle testimonianze che sono arrivate riguardano adunate passate, quando la questione in sé non ricevette alcuna particolare attenzione mediatica che venne invece rivolta a qualche isolata protesta contro la presenza degli alpini in città, come a Milano nel 2019 quando su una vetrina di un negozio del centro che faceva da sede per le attività dell’adunata venne scritto “Gli alpini stuprano”.
I racconti di violenze e abusi raccolti in questi ultimi giorni vanno anche molto indietro, arrivando a citare anche adunate degli anni Ottanta: «All’adunata di Milano a me è stata sollevata la gonna. Ero in mezzo alla gente, è stato umiliante»; «Nell’anno in cui il raduno si è fatto a Padova io frequentavo la quarta liceo e per sicurezza il preside della scuola ha preferito chiudere l’istituto che al 98% era frequentato da ragazze.
Nelle vergognose dichiarazioni ufficiali sull’adunata non c’è traccia del clima subito da moltissime donne, e dei tanti saluti fascisti; «Rimini e San Marino hanno dunque vinto la sfida di portare nel regno italiano del turismo marittimo il popolo delle penne nere», recita il comunicato conclusivo dell’Ana. «Evviva gli alpini, orgoglio patriottico», ha commentato la leader di FdI Giorgia Meloni. Il leghista Matteo Salvini ha postato l’immagine di un articolo del Corriere della Sera sulle molestie commentando sprezzante: «Viva gli alpini, più forti di tutto e tutti!». «Un onore e un orgoglio ospitare a Rimini l’adunata nazionale degli alpini» secondo il governatore della regione Stefano Bonaccini (Pd). Mentre il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad (Pd) ha detto che con l'adunata è stata anticipata la stagione turistica e si è detto pronto a ospitare di nuovo e «il prima possibile» l’adunata degli Alpini che ha definito «una festa di civiltà».
Come quasi sempre succede, la voce delle donne che vivono violenze o soprusi viene silenziata, o minimizzata.
Denunce anche dalle lavoratrici  molestate sui posti di lavoro sulle condizioni di estremo sfruttamento: «Rimini è stata consegnata agli alpini per ragioni economiche dichiara una lavoratrice. I soldi sono arrivati sicuramente, ma non a noi lavoratrici, costrette a turni massacranti e a subire di tutto. Oltre alla violenza patriarcale si sono riproposti i problemi di un modello di turismo che consuma il territorio».
Nonunadimeno sta raccogliendo i racconti delle donne molestate, da 150 sono arrivate a 500 le segnalazioni, ma sicuramente ne saranno molte di più, e ribadisce: "non smetteremo di denunciare chi agisce violenza e di sostenere chi reagisce o chi non riesce a farlo e subisce la violenza"

Molestare non è un gioco e noi non siamo giocattoli.

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