"Preferirei che le mie figlie morissero piuttosto che cadere nelle mani dei talebani"
Dodici donne afghane intrappolate a #Herat raccontano la minaccia che l'avanzata dei talebani rappresenta per le loro vite...
"siamo un gruppo di donne che scrivono da Herat, città antichissima, fondata da Alessandro Magno e famosa per la bellezza dei suoi monumenti e dei suoi parchi, ma che per noi sarà la nostra prigione. I talebani controllano tutta la nostra provincia , hanno chiuso il confine con l'Iran e non possiamo scappare via terra o aria, perché l'aeroporto è chiuso.
Tutte le città del nostro Paese sono assediate dai talebani , che controllano il resto del territorio. Molte persone vorrebbero fuggire dalle città, dalle sparatorie e dai bombardamenti, ma non possono farlo ed è per questo che vivono per strada o in tende di fortuna. Le scorte scarseggiano, sia per la popolazione che per l'esercito, anch'esso a corto di munizioni.
Nelle zone ormai definitivamente controllate dai talebani, sono state chiuse 176 scuole. Le ragazze sono state bandite dall'istruzione e molte di loro sposate con la forza dall'età di 15 anni. Si distribuiscono le donne come bottino di guerra, vengono violentate e frustate in pubblico se le sorprendono senza burqa. Nel frattempo, i bambini vengono reclutati con la forza come soldati. Questo sarà il destino che ci attende se la nostra città cade nelle loro mani. Pertanto, prima che le nostre voci svaniscano e i nostri volti scompaiano, vogliamo inviarvi questi messaggi, nascondendo i nostri veri nomi, per cercare di non scomparire definitivamente nell'oblio."...
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