Oggi sarà il giorno del dolore per la famiglia di Laila El Harim, tragicamente scomparsa lo scorso 3 agosto. Ma non si fermano le indagini, volte a far luce su quanto accaduto all’interno dell’azienda Bombonette di Camposanto dove la donna ha perso la vita, trascinata e schiacciata da un macchinario mentre lavorava. Sabato, infatti, il compagno della 40enne, Manuele Altiero ha consegnato il cellulare di Laila agli uomini dell’ispettorato del lavoro, nella caserma dei carabinieri di San Felice a seguito dell’ invito a consegnare appunto il telefonino che era nella sua disponibilità.
Laila, infatti, aveva fotografato la fustellatrice per chiedere un parere proprio al compagno, esperto del settore, visto il malfunzionamento del macchinario. Pare che Laila avesse più volte segnalato la pericolosità della fustellatrice dal momento che andava in blocco. Proprio su questo aspetto gli ispettori, sabato, hanno rivolto domande ad Altiero al fine di far luce sul presunto malfunzionamento denunciato dalla donna. La vittima avrebbe fatto riferimento – parlando col compagno – anche a materiali non idonei introdotti nella fustellatrice.
Per far luce sulla dinamica della tragedia è in corso un’ indagine ministeriale che ‘corre’ parallela all’inchiesta avviata dalla procura. Il pubblico ministero titolare del fascicolo, Maria Angela Sighicelli, ha iscritto nel registro degli indagati con l’ipotesi di reato di omicidio colposo, con l’aggravante di essere stato commesso in violazione delle norme antinfortunistiche, il legale rappresentante dell’azienda, Fiano Setti, che opera nel settore della cartotecnica e del packaging e in seconda battuta anche il nipote e delegato alla sicurezza dell’impresa.
La famiglia di origine della vittima, residente a San Felice sul Panaro, per essere assistita, attraverso la consulente legale Sara Donati, si è affidata a Studio3A-Valore. "Abbiamo nominato un nostro medico di parte, Pierfranesco Monaco che ha partecipato all’esame autoptico – spiega Donati – e nel caso in cui saranno svolti accertamenti tecnici sul macchinario, nomineremo un ulteriore consulente di parte. Al momento siamo ancora in attesa degli esiti dell’accertamento autoptico anche se è emerso che la vittima è deceduta sul colpo dopo essere rimasta schiacciata nel macchinario. Quello che interessa alla famiglia – continua – è che si faccia chiarezza su quanto accaduto e su eventuali responsabilità".
Ci stringiamo intorno alla sua bambina, ai suoi familiari, a coloro che l'hanno amata, ma pretendiamo, con loro, giustizia.
Per Laila, uccisa in nome del profitto, non basta il lutto: Pagherete caro pagherete tutto!
MFPR
Assemblea donne/lavoratrici
Nessun commento:
Posta un commento