Valutiamo molto positivamente la valorizzazione dello sciopero delle donne, soprattutto da parte di realtà di lavoratrici, compagne impegnate che lo hanno realizzato veramente. (Per noi, poi, che dal 2013 lavoriamo e abbiamo cominciato a fare lo sciopero delle donne, è stato emozionante vedere come oggi tante ne parlano).
Condividiamo una parte (non maggioritaria) degli interventi (di cui cercheremo di dare informazione successivamente).
Condividiamo una parte delle decisioni assunte a Roma, e soprattutto:
Condividiamo una parte (non maggioritaria) degli interventi (di cui cercheremo di dare informazione successivamente).
Condividiamo una parte delle decisioni assunte a Roma, e soprattutto:
la mobilitazione per il 28 settembre (data internazionale) su aborto e salute riproduttiva
la mobilitazione per il 25 novembre (con possibile nuovo sciopero delle donne - ma per noi da verificare)
La necessità di mettere all'odg la lotta contro la repressione delle lotte, delle lavoratrici che hanno fatto lo sciopero delle donne
Una nuova assemblea nazionale a Napoli a metà settembre
Mobilitazione contro la guerra a Cagliari in estate
Mentre pensiamo che sia negativo non aver posto nelle decisioni la questione della mobilitazione contro il G7 e non aver dato il dovuto rilievo alla lotta contro la guerra imperialista, con il nodo della questione migranti.
Una nuova assemblea nazionale a Napoli a metà settembre
Mobilitazione contro la guerra a Cagliari in estate
Mentre pensiamo che sia negativo non aver posto nelle decisioni la questione della mobilitazione contro il G7 e non aver dato il dovuto rilievo alla lotta contro la guerra imperialista, con il nodo della questione migranti.
Come avevamo detto prima, nell'assemblea sono emerse (e a volte si sono anche scontrate chiaramente) fondamentalmente due posizioni, due concezioni, due linee, due pratiche organizzative e di azione futura.
Da un lato vi è un femminismo borghese, rappresentato soprattutto dalle organizzatrici nazionali di NUDM, che concepisce gli obiettivi, il piano femminista essenzialmente come trattativa e interlocuzione con il governo, il dipartimento Pari Opportunità, e a questo rende compatibili prassi e anche contenuti, obiettivi dello stesso piano; un femminismo che ha espresso la sua natura opportunista anche nella gestione preconfezionata (con schemi e recinti a cui doversi attenere) e sotto controllo dell'assemblea (per queste organizzatrici era anche vietato mettere striscioni e cartelli).
Da un lato vi è un femminismo borghese, rappresentato soprattutto dalle organizzatrici nazionali di NUDM, che concepisce gli obiettivi, il piano femminista essenzialmente come trattativa e interlocuzione con il governo, il dipartimento Pari Opportunità, e a questo rende compatibili prassi e anche contenuti, obiettivi dello stesso piano; un femminismo che ha espresso la sua natura opportunista anche nella gestione preconfezionata (con schemi e recinti a cui doversi attenere) e sotto controllo dell'assemblea (per queste organizzatrici era anche vietato mettere striscioni e cartelli).
Dall'altro vi è un femminismo radicale, proletario (purtroppo ancora di minoranza in questo movimento, ma di certa e chiara maggioranza nelle lotte quotidiane, sui territori) che, invece, vede la piattaforma dello sciopero delle donne come frutto della lotta delle donne, essenzialmente quelle più sfruttate e oppresse, una piattaforma che deve vivere con le lotte, nella contrapposizione con padroni, governo, Stato; che vuole lavorare per questo per l'estensione dell'organizzazione e dello sciopero delle donne, che propone mobilitazioni e scadenze legate ai bisogni della maggioranza delle donne (e non decise a tavolino), propone materiali, formazione-inchieste- reti orizzontali per rafforzare l'unità delle realtà).
L'Mfpr è dentro e lavora per rafforzare questo femminismo di sinistra, radicale e combattivo.
MFPR
27.4.17
L'Mfpr è dentro e lavora per rafforzare questo femminismo di sinistra, radicale e combattivo.
MFPR
27.4.17
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