Il
 rapporto di dati freddi dell'Istat - di cui pubblichiamo di seguito 
alcune parti - fornisce un quadro parziale della realtà di continuo e 
sistemico attacco alla vita delle donne, dei femminicidi, violenze, 
stupri, che continuano in maniera terribile e non possono che aumentare.
Nella
 famiglia l'intreccio tra crisi economica, ideologie e azioni contro le 
donna del sistema del capitale, concezioni sociali diffuse sessiste e 
patriarcali, diventa una variabile "impazzita". Ogni giorno le donne, 
tutte le donne, rischiano. Ogni lite familiare, ogni contrasto ad 
iniziative di indipendenza delle donne, può degenerare, perchè alla 
"normale" oppressione, si aggiungono elementi di imbarbarimento, di 
veleno, odio che è comunque fascista, di modelli sociali propagandati a 
piene mani e in tutte le forme intrisi di concezioni aberranti verso le 
donne come di esaltazione di individualismo, di machismo, ecc. 
Rispetto
 a questo, per fermare questo, non ci sono leggi che tengano, perchè è 
lo stesso sistema del capitale che dovrebbe fare le leggi che è 
responsabile di questo imbarbarimento perchè è esso la principale barbarie che deve essere eliminata; la cultura dello stupro, i "(dis)valori" a base dei femminicidi sono organici a questo sistema nella fase di moderno fascismo. 
Per forza, quindi, il movimento di lotta delle donne deve essere rivoluzionario. O
 è rivoluzionario, o le donne portano la loro "marcia in più" per 
rovesciare questo sistema e costruire un mondo nuovo, o non ce la si fa,
 si seminano povere illusioni.
Per
 questo anche la piattaforma che ha lanciato il Movimento femminista 
proletario rivoluzionario nello sciopero delle donne, che rappresenta i 
bi/sogni che le donne impongono con la lotta a questo governo, a questo 
Stato, ha senso se all'interno della comprensione della necessità della marcia rivoluzionaria.
(DALLA STAMPA) 
 
"Atti
 sessuali degradanti e umilianti, rapporti non desiderati e vissuti come
 violenza, abusi o molestie fisiche gravi come stupri o tentati stupri: 
il 21% delle donne italiane, oltre 4,5milioni,
 li ha subiti nel corso della propria vita. Un milione 157mila li ha 
sofferti nelle forme più gravi: 653mila donne sono state vittima di 
stupro, 746mila di tentato stupro. Sono i partner e gli ex i principali 
autori della violenza di genere per il 13,6% delle donne tra i 16 e 
70...
Tra
 le donne abusate dai partner, il 90,6% ha subito rapporti sessuali 
indesiderati; il 79,6% tentativi di strangolamento, soffocamento e 
ustione; il 77,8% schiaffi, pugni, calci e morsi. Le percosse, in una 
minoranza dei casi (1,5%), hanno provocato danni permanenti. Tra le 
mogli e le fidanzate vittime di violenza, il 37,6% ha riportato ferite o
 lesioni, il 21,8% soffre di dolori ricorrenti. Neppure la gravidanza 
ferma gli abusi, anzi nel 7,5% dei casi è il motivo che provoca l’ira 
dell’uomo...
I
 picchi di violenza, spiega l’Istat, sono spesso anticipati da 
vessazioni psicologiche, uno stato di soggezione che riguarda 4 donne su
 10: il 40,4% (oltre 8,3 milioni) le vittime di violenza psicologica, ad
 esempio attraverso la svalutazione o sottomissione... oltre 8,3 
milioni, è stata abusata verbalmente fino a sopportare gravi danni allo 
sviluppo della propria personalità, una su 4 ha difficoltà a 
concentrarsi e soffre di perdita di memoria.
Gioca
 un ruolo anche la «violenza economica» che, all’interno della coppia, 
tocca il 4,6% delle donne in un paese dove l’occupazione è 
prevalentemente maschile. In Italia nel 2015 il livello di occupazione 
femminile tra i 20 e i 64 anni si è attestato al 50,6%; quello maschile 
al 70,6%; il divario retributivo tra uomini e donne è pari al 16,3%...
il
 16,1% subiscono stalking, dai messaggi assillanti alle richieste 
pressanti di appuntamento o attenzioni non gradite, fino alle forme più 
gravi: il 9,3% sono vittime di commenti offensivi sui social network o 
di diffusione non autorizzata di foto e video sulla rete; il 13% è 
oggetto di minacce dirette o a figli o parenti; il 75,7% delle donne 
soggette a stalking vengono seguite, spiate o ricattate.

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