Contro la violenza dei padroni del mondo, ci serve la violenza degli "ultimi" del mondo. Ci vuole la violenza rivoluzionaria delle donne, dei migranti, dei proletari!
Massima solidarietà a Carmen, alle compagne e ai compagni colpiti dalla repressione a Bari
Di seguito la lettera di Carmen, con un messaggio di solidarietà, pervenuti in [Nonunadimeno] nazionale e l'appello di Nonunadimeno Bari
Fogli di via a Bari. La violenza del G7 e la mia piccola vita
Car* compagn*,
Quella che sto per raccontarvi è un’ordinaria storia di repressione. Comincia sei anni fa, quando a Bari fu occupato uno spazio abbandonato dalla Provincia. L’occupazione si chiamava Villa Roth ed era un posto meraviglioso, uno spazio sia abitativo che sociale in cui vivevano famiglie migranti, senzatetto italiani, student* e precar*, fra quelle mura eravamo una grande famiglia e abbiamo costruito iniziative musicali, politiche, sociali. Siamo stati bene e abbiamo fatto del bene, e non mi pentirò mai di questa scelta.
Poi nel 2013 l’occupazione è stata sgomberata. Il Comune, acquisendola dalla Provincia, le ha dato la stessa destinazione d’uso, concedendola a dei rifugiati che da mesi vivevano in una tendopoli. Cionostante 15 persone (migranti e senza fissa dimora compresi) sono state rinviate a giudizio per occupazione e furto di corrente e acqua. Una storia come tante quando si parla di occupazioni.
Sono passati 3 anni e sembrava tutto ormai passato. Dopo quell’esperienza mi ero un po’ allontanata dall’attivismo politico, soprattutto dalle iniziative nazionali. Ma a settembre con delle amiche decidiamo di dare inizio a un laboratorio di genere, basato sul modello dei gruppi di autocoscienza. Tutto va a gonfie vele, e con interesse assistiamo alla nascita del movimento Non una di meno in Italia, partecipiamo alla manifestazione a Roma, ai tavoli a Bologna, contribuiamo alla nascita di un nodo del movimento barese.
Poi, l’inaspettato. Agli imputati per il processo di Villa Roth non residenti a Bari a fine Marzo arriva una notifica a casa. Avviso di foglio di via, la motivazione sono appunto i reati per cui siamo imputati. Dieci giorni per presentare una memoria, 30, al massimo, per andarsene. Io sono una dei destinatari di questo provvedimento. Seppur ormai dottoressa magistrale, la mia residenza era ancora a casa dei miei genitori, come capita a tante altre studentesse fuorisede.
Ora che mi vogliono sbattere fuori da questa città in cui vivo da 9 anni, che mi vogliono far perdere le mie relazioni, i miei contatti di lavoro ( seppur precari) e di ricerca, penso che questa sia la violenza più grande che io abbia mai subito in vita mia. Fa ancora più male sapere che quello che sto pagando a caro prezzo è un capriccio del Viminale, che evidentemente vuole mettere le cose in chiaro in vista del G7. Già, poiché io sono una semplice attivista, e a Bari si terrà il G7 finanziario dall’11 al 13 Maggio. E cosa conta la mia piccola vita davanti ai grandi dell’economia? Nulla, è evidente, così come nulla contano le nostre vite precarie e sfruttate.
Per questo car* compagn* vi scrivo. Perché la nostra lotta è una lotta contro chi dà più valore agli interessi economici che alla vita umana. Perché la violenza di chi ha il potere di decidere si scaglia con rabbia sempre più cieca nei confronti di chi pensa ancora che il suo posto non sia solo quello di lavoro. Allora continuiamo a dare voce a chi ancora alza la testa e si ribella: agli stereotipi, alle leggi ingiuste, alle catene.
Vi regalo la mia storia, la mia rabbia e il mio amore.
Carmen
Qui i comunicati https://nonsolomarange.noblogs.org/post/2017/03/31/fogli-di-via-da-bari-arriva-il-g7/ https://nonsolomarange.noblogs.org/post/2017/04/06/semicaccinonvale-campagna-contro-la-repressione-e-la-criminalizzazione-delle-lotte-sociali/ https://www.facebook.com/nonsolomarange/ https://www.facebook.com/notes/non-una-di-meno-bari/solidarieta-alle-compagne-e-ai-compagni-colpiti-dalla-repressione-a-bari/392884031094687 http://www.dinamopress.it/news/bari-i-fogli-di-via-preventivi-arrivano-direttamente-a-casa
____________________
Anch'io esprimo a Carmen la mia più affettuosa solidarietà.
Putroppo, non appena diventerà legge il decreto-Minniti "sulla sicurezza delle città", questi abomini si moltiplicheranno a dismisura.
Come sapete, il decreto -in nome del decoro, della moralità e della quiete pubblica- affida ai sindaci il potere di punire con DASPO e sanzioni pecuniarie ogni forma di marginalità e non-conformità sociale.
Penso che, come Nonunadimeno, dovremmo prendere posizione su quest'obbrobrio.
Un caro saluto a tutte
Car* compagn*,
Quella che sto per raccontarvi è un’ordinaria storia di repressione. Comincia sei anni fa, quando a Bari fu occupato uno spazio abbandonato dalla Provincia. L’occupazione si chiamava Villa Roth ed era un posto meraviglioso, uno spazio sia abitativo che sociale in cui vivevano famiglie migranti, senzatetto italiani, student* e precar*, fra quelle mura eravamo una grande famiglia e abbiamo costruito iniziative musicali, politiche, sociali. Siamo stati bene e abbiamo fatto del bene, e non mi pentirò mai di questa scelta.
Poi nel 2013 l’occupazione è stata sgomberata. Il Comune, acquisendola dalla Provincia, le ha dato la stessa destinazione d’uso, concedendola a dei rifugiati che da mesi vivevano in una tendopoli. Cionostante 15 persone (migranti e senza fissa dimora compresi) sono state rinviate a giudizio per occupazione e furto di corrente e acqua. Una storia come tante quando si parla di occupazioni.
Sono passati 3 anni e sembrava tutto ormai passato. Dopo quell’esperienza mi ero un po’ allontanata dall’attivismo politico, soprattutto dalle iniziative nazionali. Ma a settembre con delle amiche decidiamo di dare inizio a un laboratorio di genere, basato sul modello dei gruppi di autocoscienza. Tutto va a gonfie vele, e con interesse assistiamo alla nascita del movimento Non una di meno in Italia, partecipiamo alla manifestazione a Roma, ai tavoli a Bologna, contribuiamo alla nascita di un nodo del movimento barese.
Poi, l’inaspettato. Agli imputati per il processo di Villa Roth non residenti a Bari a fine Marzo arriva una notifica a casa. Avviso di foglio di via, la motivazione sono appunto i reati per cui siamo imputati. Dieci giorni per presentare una memoria, 30, al massimo, per andarsene. Io sono una dei destinatari di questo provvedimento. Seppur ormai dottoressa magistrale, la mia residenza era ancora a casa dei miei genitori, come capita a tante altre studentesse fuorisede.
Ora che mi vogliono sbattere fuori da questa città in cui vivo da 9 anni, che mi vogliono far perdere le mie relazioni, i miei contatti di lavoro ( seppur precari) e di ricerca, penso che questa sia la violenza più grande che io abbia mai subito in vita mia. Fa ancora più male sapere che quello che sto pagando a caro prezzo è un capriccio del Viminale, che evidentemente vuole mettere le cose in chiaro in vista del G7. Già, poiché io sono una semplice attivista, e a Bari si terrà il G7 finanziario dall’11 al 13 Maggio. E cosa conta la mia piccola vita davanti ai grandi dell’economia? Nulla, è evidente, così come nulla contano le nostre vite precarie e sfruttate.
Per questo car* compagn* vi scrivo. Perché la nostra lotta è una lotta contro chi dà più valore agli interessi economici che alla vita umana. Perché la violenza di chi ha il potere di decidere si scaglia con rabbia sempre più cieca nei confronti di chi pensa ancora che il suo posto non sia solo quello di lavoro. Allora continuiamo a dare voce a chi ancora alza la testa e si ribella: agli stereotipi, alle leggi ingiuste, alle catene.
Vi regalo la mia storia, la mia rabbia e il mio amore.
Carmen
Qui i comunicati https://nonsolomarange.noblogs.org/post/2017/03/31/fogli-di-via-da-bari-arriva-il-g7/ https://nonsolomarange.noblogs.org/post/2017/04/06/semicaccinonvale-campagna-contro-la-repressione-e-la-criminalizzazione-delle-lotte-sociali/ https://www.facebook.com/nonsolomarange/ https://www.facebook.com/notes/non-una-di-meno-bari/solidarieta-alle-compagne-e-ai-compagni-colpiti-dalla-repressione-a-bari/392884031094687 http://www.dinamopress.it/news/bari-i-fogli-di-via-preventivi-arrivano-direttamente-a-casa
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Anch'io esprimo a Carmen la mia più affettuosa solidarietà.
Putroppo, non appena diventerà legge il decreto-Minniti "sulla sicurezza delle città", questi abomini si moltiplicheranno a dismisura.
Come sapete, il decreto -in nome del decoro, della moralità e della quiete pubblica- affida ai sindaci il potere di punire con DASPO e sanzioni pecuniarie ogni forma di marginalità e non-conformità sociale.
Penso che, come Nonunadimeno, dovremmo prendere posizione su quest'obbrobrio.
Un caro saluto a tutte
Comunicato di solidarietà ai compagni e alle compagne colpiti/e dai fogli di via a Bari.
Ci sembrava doveroso scrivere per dare la nostra piena vicinanza e solidarietà ai compagni che hanno vissuto l'esperienza di Villa Roth , alcuni dei quali recentemente colpiti dai fogli di via. La realtà di Villa Roth è nata dall'esigenza di mettere insieme progetti e proposte culturali, sociali e politiche, ma sopratutto dalla necessità di dare una risposta al diritto all'abitare. Come molti ricorderanno Villa Roth ha rappresentato un punto di riferimento importante per la città di Bari perché oltre ad essere una casa per alcuni, è stato un luogo di scambio e di socialità aperto a tutti. Inoltre il collettivo della Villa ha provato a scardinare l' intensa repressione che si impone e si rafforza non solo sui nostri corpi ma anche sulle scelte di poter attraversare liberamente luoghi e spazi che viviamo. Quale sia il piano repressivo che si sta mettendo in atto, lo si comprende da quello che significherà l’entrata in vigore del decreto Minniti, il quale non solo prevede la possibilità di utilizzare misure in materia di (cosiddetta) sicurezza autoritarie e arbitrarie per mezzo del Daspo Urbano, ma impone di fatto una contrazione del diritto d'asilo, una restrizione in termini di diritti esigibili e una violazione dei diritti umani e delle norme internazionali.
A Bari i provvedimenti arrivano non a caso in questo momento, dopo tre anni dallo sgombero di Villa Roth, ma a poche settimane dal G7 finanziario che si terrà a Bari a maggio, con lo scopo preciso di voler sopprimere il dissenso e la libertà di manifestare. Tali provvedimenti impongono una restrizione della libertà di movimento, la negazione a poter continuare la propria vita in un luogo, una vita fatta non solo di lavoro ma anche di relazioni-legami, mentre si impone il distacco dalla costruzione e diffusione di saperi utili, che hanno contribuito al miglioramento di questa città. Noi compagne non possiamo quindi rimanere silenti davanti a questa minaccia che lede la libertà di ognun* di noi. Il voler imporre uno stile di vita apparentemente libero, fatto di mercificazione dei corpi e rappresentazione di modelli incarnati da proposti mediatici, non sono altro che una forma brutale di un patriarcato che si autoassolve anche con questi provvedimenti. Noi tutte abbiamo avuto modo di affrontare attraverso incontri e assemblee pubbliche cosa è la violenza e di come essa viene giustificata attraverso atti e meccanismi di questo tipo. La stessa violenza che davanti ai nostri occhi si sta consumando nei confronti degli attivisti e della attiviste, ma anche delle donne e dei/lle migranti (soggetti maggiormente colpiti da queste misure preventive) non fa altro che sancire un atteggiamento di totale indifferenza rispetto a quelle che sono i reali problemi della nostra società. Questi fogli di via sono le uniche risposte che vengono date a chi prova oggi a proporre delle alternative solidali in risposta alla povertà, ad un welfare inesistente e ad una socialità assoggettata alle logiche di mercato. La diffusione di termini come “sicurezza” e “decoro”, baluardi di questo tipo di strategie, non fanno altro che porre dei limiti alla libertà delle persone di autodeterminarsi, agitando lo spettro del diverso e del deviato per distrarre dalle reali difficoltà che ogni giorno viviamo costantemente sulla nostra pelle, sia fisicamente che psicologicamente. In questo contesto i fogli di via rappresentano uno strumento costruito per isolare chi prova a porre delle valide alternative.
Sostenere le compagne e i compagni in questo momento non è solo atto di solidarietà umana e politica, ma è anche mettere in pratica un sostegno fatto di relazioni e confronti, per avvicinarsi e costruire insieme una collettività capace di riconoscere e affrontare queste brutali e atroci misure.
Se toccano un* toccano tutt*
A Bari i provvedimenti arrivano non a caso in questo momento, dopo tre anni dallo sgombero di Villa Roth, ma a poche settimane dal G7 finanziario che si terrà a Bari a maggio, con lo scopo preciso di voler sopprimere il dissenso e la libertà di manifestare. Tali provvedimenti impongono una restrizione della libertà di movimento, la negazione a poter continuare la propria vita in un luogo, una vita fatta non solo di lavoro ma anche di relazioni-legami, mentre si impone il distacco dalla costruzione e diffusione di saperi utili, che hanno contribuito al miglioramento di questa città. Noi compagne non possiamo quindi rimanere silenti davanti a questa minaccia che lede la libertà di ognun* di noi. Il voler imporre uno stile di vita apparentemente libero, fatto di mercificazione dei corpi e rappresentazione di modelli incarnati da proposti mediatici, non sono altro che una forma brutale di un patriarcato che si autoassolve anche con questi provvedimenti. Noi tutte abbiamo avuto modo di affrontare attraverso incontri e assemblee pubbliche cosa è la violenza e di come essa viene giustificata attraverso atti e meccanismi di questo tipo. La stessa violenza che davanti ai nostri occhi si sta consumando nei confronti degli attivisti e della attiviste, ma anche delle donne e dei/lle migranti (soggetti maggiormente colpiti da queste misure preventive) non fa altro che sancire un atteggiamento di totale indifferenza rispetto a quelle che sono i reali problemi della nostra società. Questi fogli di via sono le uniche risposte che vengono date a chi prova oggi a proporre delle alternative solidali in risposta alla povertà, ad un welfare inesistente e ad una socialità assoggettata alle logiche di mercato. La diffusione di termini come “sicurezza” e “decoro”, baluardi di questo tipo di strategie, non fanno altro che porre dei limiti alla libertà delle persone di autodeterminarsi, agitando lo spettro del diverso e del deviato per distrarre dalle reali difficoltà che ogni giorno viviamo costantemente sulla nostra pelle, sia fisicamente che psicologicamente. In questo contesto i fogli di via rappresentano uno strumento costruito per isolare chi prova a porre delle valide alternative.
Sostenere le compagne e i compagni in questo momento non è solo atto di solidarietà umana e politica, ma è anche mettere in pratica un sostegno fatto di relazioni e confronti, per avvicinarsi e costruire insieme una collettività capace di riconoscere e affrontare queste brutali e atroci misure.
Se toccano un* toccano tutt*
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