18/07/16

41 bis = tortura. Rita Bernardini scrive al capo del DAP Santi Consolo


Riportiamo di seguito stralci del volantino del MFPR e del Soccorso Rosso Proletario diffuso nella manifestazione del 25 giugno all'Aquila

"Con l'applicazione del 41 bis ai detenuti politici è la lotta rivoluzionaria che lo Stato vuole colpire.
Nadia Lioce, rinchiusa nel carcere de L’Aquila, è l'unica compagna, insieme ad altri 2 prigionieri politici, ad essere ancora sottoposta al regime di 41bis, inasprito dalla direzione del carcere de L'Aquila da fine novembre 2014, con una condizione d’isolamento totale e perenne. Massimo due libri e due quaderni al mese. Alle detenute è vietato scambiarsi libri. Anche ai familiari e ai parenti, è vietato inviarne in regalo.
Alle Costarelle le donne sono trattate peggio dei boss mafiosi.
Le loro celle si trovano alla fine di un lungo tunnel sotterraneo. Sono grandi due metri per due. Si affacciano sul nulla.
E ancora peggio va per l'ora d'aria: perquisizioni corporali ogni volta che escono dalla cella per essere condotte in una vasca di cemento grande tre metri per tre, dove il sole non si vede mai. Ora d'aria in compagnia di una sola detenuta.
Alla maggior parte dei boss mafiosi è consentito socializzare in gruppi di sei persone e in luoghi dove un po' d'aria la si respira. Siamo di fronte ad una sorta di “tortura bianca”!
L'accanimento dello Stato contro Nadia Lioce non può e non deve passare sotto silenzio, perché, al di là del giudizio sulle sue scelte di lotta, questo accanimento repressivo è per cercare di ammazzare la sua volontà di non cedere, la sua coerenza nella battaglia contro questo Stato.
Lo Stato borghese vuole le donne subordinate e oppresse e, se lottano, le vuole pentite o dissociate.
Chi non ci sta viene doppiamente repressa, anche perché ha osato...
La liberazione dei prigionieri politici, la difesa delle loro condizioni nelle carceri, la solidarietà a Nadia Lioce, è parte della lotta contro la repressione, lo Stato di polizia e il moderno fascismo"

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