Il 25 ottobre, a un mese esatto dal
25 novembre giornata internazionale contro la violenza sulle donne vengono
lasciati sfilare – per la seconda volta in sei mesi – a Milano e, in
contemporanea a Caserta-sfileranno gli integralisti cattolici del Comitato No194,
compreso Militia Christi, che si pone l’obiettivo di abrogare la 194 e la
criminalizzazione delle donne e dei medici che praticano l’ aborto. E’lo stesso
Comitato che promuove le oscene “preghiere di riparazione di aborto ed
eutanasia” davanti agli ospedali pubblici di diverse città. Una presenza
fortemente intimidatoria.
Questa marcia
avviene in una regione , che già negli anni delle giunte Formigoni, si è
particolarmente distinta per gli attacchi ideologici, pratici contro le donne:
ricordiamo, qui: il seppellimento dei feti abortiti, il permesso di ingresso
del CAV negli ospedali, le moderne ruote degli esposti, il tentativo di
ridisegnare la legislazione nazionale in tema di IVG. Contribuendo a spandere a
piene mani un humus maschilista, pregno di concezioni reazionarie verso le
donne. Oggi la "tradizione" continua con la giunta Maroni, con un di
più di razzista verso le donne immigrate nei “provvedimenti” legislativi; oltre
ai tagli ai parti indolori ai fondi
Nasko, fondi per il “sostegno” alla maternità, puro strumento ideologico al
servizio della centralità della famiglia, del ruolo in essa delle donne,
potranno accedere le donne da anni residenti in Lombardia; il “diritto alla vita” delle donne non conta,
la condizione reale fatta di precarietà, non lavoro, peggioramento delle
condizioni di lavoro, tagli di servizi scaricati sulle donne…Ma, soprattutto,
la giunta Maroni si è adoperata per la
trasformazione dei Consultori in “Centri di supporto alle famiglie: un attacco
ideologico e pratico contro le donne, che pone al centro la famiglia con il
ruolo subordinato in essa delle donne e le priva di una delle poche strutture
di riferimento per l’autodeterminazione in tema di maternità: invece di aumentarne il numero – per legge
dovrebbe esserci un consultorio ogni 20.000 abitanti, attualmente sono 1 ogni
60.000.
Queste
marce avvengono in un Paese in cui
l’aumento crescente degli obiettori di
coscienza limita sempre più il diritto
d’aborto e quindi la libera scelta delle donne in tema di maternità, ma,
soprattutto, mette a repentaglio la vita stessa delle donne costrette a
pendolarismo nelle regioni in cui il tasso di obiettori è minore, al ricorso a
pratiche abortive “fai da te”, all’aborto clandestino soprattutto tra le
immigrate; in un Paese in cui periodicamente . In una fase di crisi, per prime
le donne vengono ricacciate a casa, sia perché sono le prime ad essere
licenziate, sia perché si scarica su di esse
il ruolo di “supplente” dei servizi di cura sempre più carenti e queste
manifestazioni sono parte delle campagne che servono a giustificare e rendere
“normale” una condizione delle donne difficile, di subalternità, sottomissione,
queste marce contribuiscono a diffondere una concezione delle donne
oscurantista e reazionaria. Noi riteniamo ci sia un nesso stretto tra l’ humus
oscurantista e reazionario che vuole
riportare le donne a un Moderno Medioevo e l’aumento delle violenze contro le
donne, sino alle uccisioni. L’abbiamo fortemente affermato nello storico
sciopero delle donne del 25 novembre 2013 e nell’ 8 marzo Giornata
internazionale di lotta delle donne. Per ciò riteniamo che questo corteo, le
preghiere in “riparazione di aborto ed eutanasia” siano parte della guerra di
bassa intensità contro le donne e i promotori l’anima “militante” della Chiesa,
l’attuale Papa incontrando di recente gli esponenti del movimento per la vita
ha dichiarato:” "L'aborto e l'infanticidio sono delitti
abominevoli", concezione ribadita nel Sinodo in corso in questi giorni. E
non certo di meri dibattiti religiosi si tratta, ma di indicazioni pratiche.
Per questo abbiamo contrastato il
corteo del 12 aprile - il contropresidio, pur in poche, ha permesso alle tante
donne che si sono trovate
inaspettatamente di fronte a una scena con macabre croci con fetini, volantini
di negazione del diritto di scelta delle donne
e di criminalizzazione delle
donne che ricorrono all’ IVG, di
trovare femministe
a contrastare sul campo i clerico-fascisti; in tante hanno
ringraziato, si sono sentite risollevate
dal senso di profonda offesa,
preoccupazione, di rinnovata oppressione
e rabbia perché si fosse permesso questo odioso corteo e hanno sostenuto le ragioni del
contropresidio – e saremo ancora in piazzale Cadorna il 25 ottobre dalle 14.30
per contrastarlo e invitiamo le lavoratrici, le donne in lotta contro
precarietà, contro gli attacchi ai diritti a partecipare con cartelli,
slogan….perchè occorre contrastare a 360° gli attacchi ideologici,
pratici, politici che in tema di autodeterminazione le donne di questo
paese, a macchia di leopardo subiscono, a
partire dalla cancellazione dell’obiezione di coscienza.
IL DIRITTO
D’ABORTO NON SI TOCCA!
Contro
Moderno Medioevo, Chiesa, Stato, Capitale
Giù le mani
dal corpo delle donne!
Fascisti
reazionari, passerete un guaio noi non torneremo a prezzemolo e cucchiaio!
Le
lavoratrici, precarie, disoccupate aderenti all’ mfpr -Milano
Per
contatti: mfpr.mi1@gmail.com
Leggi, contribuisci a: htpp://femminismorivoluzionario.blogspot.it/
Nessun commento:
Posta un commento