Dal blog http://proletaricomunisti.blogspot.it/
Ancora una volta il discorso più ipocrita sugli operai morti a Prato lo ha fatto Napolitano, che ha scritto una lettera al governatore della Regione toscana dicendo “mettere un freno a lavoro nero e sfruttamento”. Al solito, come per la strage degli immigrati di Lampedusa fa il “ponzio pilato”, la colpa è sempre degli altri. Ma come? Non stiamo parlando di qualche fabbrichetta in cui le responsabilità e gli interventi possono essere solo in loco, stiamo parlando di migliaia, si dice 5 mila, fabbriche, fabbriche nelle fabbriche, stiamo parlando del distretto del tessile sommerso più grande d'Italia, in cui chiudere qualche decina o anche centinaia di aziende è come svuotare il mare con un cucchiaio; stiamo parlando di decine di migliaia di immigrati cinesi, circa 50mila, la maggiorparte costretti alla clandestinità, ad essere dei fantasmi nel nostro paese per le leggi dello Stato italiano di cui Napolitano è presidente... E questi può fare il “super partes”, quello che denuncia, indica e non c'entra nulla?!
Stiamo parlando di uno sfruttamento, di una condizione di lavoro e di vita in schiavitù che non riguarda affatto solo i maledetti padroni, grandi o piccoli cinesi, o i proprietari di immobili italiani, ma le aziende italiane che appaltano e subappaltano a queste fabbriche la produzione di massa per tagliare di brutto i costi, le grandi catene commerciali italiane che in questa maniera fanno miliardi di utili - i veri “assassini”!; quei capi, quei vestiti “insanguinati” li troviamo ben in vista e li possiamo comprare nei negozi italiani, come nei grandi ipermercati, mica sulle bancarelle gestite anche da cinesi... e il presidente di questo Stato fa ora la “voce burbera”?
Napolitano si presenta in realtà come uno dei più “degni” e squallidi rappresentanti del sistema del capitale, dell'imperialismo, che da un lato usa la repressione, le leggi, il divieto di cittadinanza, anche le stragi per impedire che gli immigrati vengano in Italia, dall'altro usa gli immigrati per fare superprofitti. Per il modo diverso con cui arrivano i cinesi in Italia, non ci sono i campi di concentramento dei Cie, ma ci sono le “fabbriche di concentramento” gestite dai padroni e padroncini cinesi al servizio dei padroni, dei mercati italiani ed europei.
Qualche giornalista ha scritto “il terzo mondo è qui”, il capitale risparmia anche di fare chilometri e chilometri, per abbattere il costo del lavoro e i diritti dei lavoratori; e per il fatto che sono cinesi, immigrati, nessuna segreteria nazionale del sindacato ha gridato e si mobiliterà contro l'attacco dei diritti ai lavoratori, lasciando a volte anche qui ai rappresentanti sindacali del luogo di barcamenarsi impotenti, o anche loro colpevoli di non vedere.
La stessa situazione che abbiamo denunciato in Bangladesh è in Italia, stessi salari da elemosina, stessi orari fino a 19 ore al giorno, stesse condizioni di schiavitù di vita. Lì si dice che succede perchè è il terzo mondo (banale e criminale giustificazione visto che quei paesi sono al servizio del primo mondo, dell'imperialismo, delle grandi multinazionali americane, europee, italiane... che sono i veri assassini responsabili delle stragi di operai/operaie, come avvenuto nella primavera scorsa); e in Italia succede perchè viene creato qui, al servizio sempre degli interessi capitalistici-imperialisti, un “terzo mondo domestico”. Una produzione dei vestiti che si basa sulla velocità di realizzazione dei capi – il just in time – e sulla loro quantità. Così si abbattono i prezzi dei capi, con il marchio Made in Italy anche quando le stoffe arrivano dall'Asia, venduti a grossisti di ogni paese d'Europa.
Per il Bangladesh i giornali, i politici potevano “mettersi la coscienza” a posto e parlare di una strage del "terzo mondo", oggi il “vampiro” capitale lo ha creato in Italia il “terzo mondo”; come lo a creato a Rosarno o nelle campagne di Foggia, come lo ha creato in Campania, ecc. E ora come fate a “mettervi la coscienza a posto”?
Come fate, Napolitano, Governo, partiti in parlamento, Sindacati confederali, visto che alle condizioni di schiavismo, di mancanza di diritti, di mancanza di sicurezza, via via state facendo arrivare anche i lavoratori e le lavoratrici italiane? Perchè, su questo sì, il profitto, il capitale non guarda al colore della pelle, ma al colore dei soldi!
Si dice che quella di Prato è una strage annunciata, noi diciamo “programmata”.
Finchè il capitalismo con la sua sete di profitti continua a sopravvivere è un inferno per i proletari, per gli immigrati, per l'umanità!
Gli operai, i lavoratori, le lavoratrici italiane ora devono far sentire ai lavoratori immigrati la loro solidarietà, che si è parte di una stessa classe.
I lavoratori, le lavoratrici cinesi devono dire “Basta”, e guardare ai loro fratelli e sorelle che in Cina, come in Bangladesh, o come fu a Rosarno due anni fa, alzano la testa e scioperano; occorre respingere le pelose ipocrisie di questi giorni, devono essere loro, gli operai, ad impedire che tutto torni come prima.
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