Lo “sciopero
delle donne” del 25 novembre contro “femminicidi, stupri, violenze
sessuali contro doppia oppressione, doppio sfruttamento delle donne” c’è
stato eccome, ed è andato oltre le previsioni.
Le scintille hanno cominciato ad accendere tanti fuochi dal nord al sud.
Il sentimento prevalente tra le donne che hanno fatto per la prima volta in Italia questo storico sciopero è l’ORGOGLIO!
Sono state le operaie la novità più
entusiasmante! Le operaie delle fabbriche metalmeccaniche, della
logistica, da Bergamo a Bologna, ecc.; in alcuni posti di lavoro hanno
scioperato anche in centinaia.
Poi le lavoratrici di tanti posti di
lavoro, privati e pubblici, precarie, ricattate, umiliate, che il 25 si
sono sentite grandi, perchè hanno osato sfidare in mille modi e hanno
vinto!
Insieme la novità anche delle lavoratrici
immigrate che hanno respinto il doppio ricatto. La loro presenza pur se
ancora piccola, dopo la strage di Stato di donne e bambini nel mare di
Lampedusa, è stata un segnale per dire “Mai più”.
Nelle fabbriche soprattutto, le operaie,
tante delegate hanno avuto il coraggio di fare lo sciopero delle donne
in aperto contrasto e rompendo con la linea opportunista, ipocrita delle
segreterie nazionali della Cgil e della loro dirigente, Camusso. Anche
questa è stata una scintilla i cui effetti possono provocare un incendio
a ripetizione. E l’hanno fatto le donne, in una situazione non di lotta
già in corso su singole battaglie in cui spesso matura una lacerazione
tra operai e sindacati confederali ma di schieramento sul fatto se le
donne debbano o no essere protagoniste di una doppia lotta, di classe e
di genere, anche nel movimento sindacale.
Questa entrata con forza, coraggio,
“sfida”, orgoglio, da parte delle operaie, delle lavoratrici che si sono
prese in mano lo “sciopero delle donne” trasformandolo da “parola
d’ordine” in realtà, sia pure ancora iniziale, dà il giusto segno
proletario allo “sciopero delle donne”, uno sciopero che è soprattutto
espressione delle donne più sfruttate e oppresse, quelle che non hanno
solo una catena da spezzare ma doppie/decine di catene.
L’altra forza dello sciopero in tante
città sono state le studentesse. Delle vere e proprie “zone di
esplosione” ci sono state soprattutto al sud. Le ragazze hanno portato
nello sciopero, nei cortei tutto il vento fresco delle loro bella
ribellione e voglia di lottare, E hanno detto con forza: “ci ammazzano,
ci negano il futuro, ma noi non abbiamo paura, noi ci ribelliamo,
vogliamo fare una rivoluzione che cambi il cielo e la terra”. E rompendo
con i falsi miti e luoghi comuni sulle ragazze, si è levato più e più
volte il grido ribelle: “NON CI AVRETE MAI COME VOLETE VOI”!
L’intreccio di classe e di genere che
porta lo sciopero delle donne è l’arma giusta, “un pericolo” contro
padroni, governo, Stato, uomini che odiano le donne; è una “mistura” che
può incendiare la prateria.
Questo sciopero ha intrecciato la lotta
contro i femminicidi e stupri alla guerra generale di classe che questo
sistema sociale porta avanti contro le donne, la cui realtà sempre più
conferma che la condizione delle donne in una società è la misura del
grado di civiltà di quella società e che la lotta delle donne è centrale
nella rivoluzione per rovesciare da cima a fondo questo sistema
sociale, secondo la concezione e la pratica della ‘rivoluzione nella
rivoluzione’, per costruire una nuova società in cui “tutta la vita deve
cambiare fino a nuovi rapporti uomo-donna…”.
In questo, lo sciopero delle donne in
Italia si unisce alla lotta rivoluzionaria delle nostre sorelle in prima
fila nelle guerre popolari e mette un’altra importante pietra in quel
“ponte” dall’Italia all’India a tutto il mondo che abbiamo cominciato a
costruire
PER OGNI DONNA UCCISA STUPRATA E OFFESA SIAMO TUTTE PARTE LESA
PER I FEMMINICIDI NON BASTA IL LUTTO PAGHERETE CARO PAGHERETE TUTTO
DISOCCUPAZIONE, MISERIA, CAROVITA CON QUESTI GOVERNI FACCIAMOLA FINITA
MODERNO MEDIOEVO DOPPIA OPPRESSIONE, DONNE IN LOTTA PER LA RIVOLUZIONE
VIVA LO SCIOPERO DELLE DONNE!!
25 novembre 2013
Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario – Italia
Nessun commento:
Posta un commento