Da parte di settori del femminismo, ma in particolare di aree di donne spesso espressioni o vicine alle istituzioni, al Pd e partiti parlamentari, l'area attiva di "se non ora quando", e nello stesso appello per lo sciopero delle donne del 25 novembre, si mette l'accento sul fatto che i femminicidi, gli stupri sarebbero frutto soprattutto di una questione culturale, ed espressione di una società ancora patriarcale. Noi riteniamo invece che le ragioni siano molto più strutturali e riguardino l'intero sistema sociale attuale, e che sia di fatto fortemente deviante parlare invece solo di "cultura".
Riportiamo da un testo in prossima uscita:
"...Questa guerra di bassa intensità contro le donne sul piano strategico è la punta di iceberg dell'inarrestabile accentuarsi del groviglio di contraddizioni di classe e sociali prodotte e in cui "precipita" questo sistema capitalista e che noi poniamo a ragione della rivoluzione come unica soluzione. Questa "guerra contro le donne" è diventata una delle manifestazioni più evidenti della dialettica barbarie o nuova umanità...
In questi anni la condizione di oppressione delle donne, del 50% dell'umanità, è stata sempre più appesantita e resa insopportabile con forme nuove e ritorno di vecchie forme di sfruttamento e oppressione sessuale, con pesanti attacchi sia alle condizioni di vita che ideologici.
La società capitalista, nella sua fase finale, di crisi, produce una trasformazione anche soggettiva delle persone, per le fondamentali ragioni di classe ma con processi omogenei che toccano tutte le classi e che dato il dominio di classe si irradiano anche nel proletariato e nelle classi oppresse.
E la violenza sessuale contro le donne è fino in fondo espressione e manifestazione delle contraddizioni laceranti e irrisolvibili che vive questo sistema:
alla possibilità concreta di formazione di un'umanità ricca, corrisponde un'ignoranza diffusa, neo-analfabetismo, perfino la retrocessione dei livelli di intelligenza degli individui, la riduzione dell'umanità a soggetti chiusi, ottusi, sino a forme di neo-bestialismo dilagante. Alla possibilità di un'umanità padrona di sé, corrisponde lo sviluppo di una umanità inebetita, schiava di mode e di personaggi, di religioni, dei padri e padroni.
Alla possibilità di trattazione della contraddizione sessuale, con sviluppo qualitativo delle relazioni uomo-donna, di liberazione sessuale connessa al protagonismo delle donne, corrisponde invece una nuova e più aggressiva oppressione sessuale, che noi oggi sintetizziamo con l'espressione "gli uomini che odiano le donne".
Tutto questo mostra che la violenza sessuale contro le donne, con gli stupri, i femminicidi ma anche con le forme più subdole, di molestie, discriminazioni sessuali, suicidi delle donne, ecc., è espressione non di una cultura contro le donne-sessista che può cambiare, con l'educazione nelle scuole, ecc; nè di residui di un sistema patriarcale - che pur sono presenti soprattutto nella sovrastruttura - che si possono superare; ma della fase moderna, attuale del sistema capitalista; quindi non espressione del passato, di una fase arretrata, ma dello sviluppo di una società che per le sue stesse contraddizioni non può che generare marciume e morte, concezioni da moderno fascismo (con tutto il loro carico di maschilismo, sessismo, di odio "a prescindere" verso le donne in quanto donne), concezioni trasversali, presenti a "destra", come a "sinistra", tra la borghesia (dove le idee sono organiche alla realtà di classe) come in strati del proletariato e dei settori oppressi (dove avviene una separazione tra struttura di classe e sovrastruttura); come presenti, anche, tra alcune donne della borghesia.
Parlare invece solo di "cultura", di "patriarcato" inevitabilmente copre la realtà e che ha come risultato solo una lotta per eliminare questi aspetti della società, conservandola (con il corrispettivo a livello di leggi, di interventi che, bene che vada, sono basati sull'idea di repressione, controllo delle manifestazioni più brutali e di messa sotto tutela delle donne; non dimenticando, d'altra parte che oggi una maggiore attenzione politica su femminicidi, stupri, stalking, viene usata anche come deviazione: quando c'è "grossa crisi" bisogna spostare l'attenzione...).
Senza una rivoluzione che rovesci questo sistema sociale, esso non può che produrre intensificazione della violenza e oppressione delle donne - utilizzando tutte le armi, di cui quelle della cultura sono parte importante, ma non dobbiamo cadere nell'imbroglio, di scambiare per "arretrato" ciò che è "moderno", pur presentandosi non come sviluppo ma come un "moderno medioevo"...".
MFPR Taranto
Riportiamo da un testo in prossima uscita:
"...Questa guerra di bassa intensità contro le donne sul piano strategico è la punta di iceberg dell'inarrestabile accentuarsi del groviglio di contraddizioni di classe e sociali prodotte e in cui "precipita" questo sistema capitalista e che noi poniamo a ragione della rivoluzione come unica soluzione. Questa "guerra contro le donne" è diventata una delle manifestazioni più evidenti della dialettica barbarie o nuova umanità...
In questi anni la condizione di oppressione delle donne, del 50% dell'umanità, è stata sempre più appesantita e resa insopportabile con forme nuove e ritorno di vecchie forme di sfruttamento e oppressione sessuale, con pesanti attacchi sia alle condizioni di vita che ideologici.
La società capitalista, nella sua fase finale, di crisi, produce una trasformazione anche soggettiva delle persone, per le fondamentali ragioni di classe ma con processi omogenei che toccano tutte le classi e che dato il dominio di classe si irradiano anche nel proletariato e nelle classi oppresse.
E la violenza sessuale contro le donne è fino in fondo espressione e manifestazione delle contraddizioni laceranti e irrisolvibili che vive questo sistema:
alla possibilità concreta di formazione di un'umanità ricca, corrisponde un'ignoranza diffusa, neo-analfabetismo, perfino la retrocessione dei livelli di intelligenza degli individui, la riduzione dell'umanità a soggetti chiusi, ottusi, sino a forme di neo-bestialismo dilagante. Alla possibilità di un'umanità padrona di sé, corrisponde lo sviluppo di una umanità inebetita, schiava di mode e di personaggi, di religioni, dei padri e padroni.
Alla possibilità di trattazione della contraddizione sessuale, con sviluppo qualitativo delle relazioni uomo-donna, di liberazione sessuale connessa al protagonismo delle donne, corrisponde invece una nuova e più aggressiva oppressione sessuale, che noi oggi sintetizziamo con l'espressione "gli uomini che odiano le donne".
Tutto questo mostra che la violenza sessuale contro le donne, con gli stupri, i femminicidi ma anche con le forme più subdole, di molestie, discriminazioni sessuali, suicidi delle donne, ecc., è espressione non di una cultura contro le donne-sessista che può cambiare, con l'educazione nelle scuole, ecc; nè di residui di un sistema patriarcale - che pur sono presenti soprattutto nella sovrastruttura - che si possono superare; ma della fase moderna, attuale del sistema capitalista; quindi non espressione del passato, di una fase arretrata, ma dello sviluppo di una società che per le sue stesse contraddizioni non può che generare marciume e morte, concezioni da moderno fascismo (con tutto il loro carico di maschilismo, sessismo, di odio "a prescindere" verso le donne in quanto donne), concezioni trasversali, presenti a "destra", come a "sinistra", tra la borghesia (dove le idee sono organiche alla realtà di classe) come in strati del proletariato e dei settori oppressi (dove avviene una separazione tra struttura di classe e sovrastruttura); come presenti, anche, tra alcune donne della borghesia.
Parlare invece solo di "cultura", di "patriarcato" inevitabilmente copre la realtà e che ha come risultato solo una lotta per eliminare questi aspetti della società, conservandola (con il corrispettivo a livello di leggi, di interventi che, bene che vada, sono basati sull'idea di repressione, controllo delle manifestazioni più brutali e di messa sotto tutela delle donne; non dimenticando, d'altra parte che oggi una maggiore attenzione politica su femminicidi, stupri, stalking, viene usata anche come deviazione: quando c'è "grossa crisi" bisogna spostare l'attenzione...).
Senza una rivoluzione che rovesci questo sistema sociale, esso non può che produrre intensificazione della violenza e oppressione delle donne - utilizzando tutte le armi, di cui quelle della cultura sono parte importante, ma non dobbiamo cadere nell'imbroglio, di scambiare per "arretrato" ciò che è "moderno", pur presentandosi non come sviluppo ma come un "moderno medioevo"...".
MFPR Taranto
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