Riceviamo da Nadia Cario, Gruppo Toponomastica femminile:
Per legalizzare la prostituzione femminile (per quella maschile non 
si pone il problema) dovrebbe esserci una unica e forte componente 
femminile che la gestisce. Credo sia un modo per evitare lo sfruttamento
 maschile sempre in agguato feroce.
Creare libere cooperative di 
prostitute, senza uomini, che gestiscono residenze dedicate, con 
convenzioni sanitarie gestite direttamente e servizio di 
sicurezza/vigilanza al femminile. Creazione di una Garante della 
professione con poteri sanzionatori a cui rivolgersi quando ci siano 
abusi, pressioni, ricatti, tentativi di ridurre in schivitù.
Eliminando
 radicalmente i maschi dalla gestione poichè è la donna che detiene il 
mezzo di produzione del reddito utilizzando liberamente il proprio corpo
  e tenendoli esclusivamente come clienti pagatori.
La
 riapetura delle case chiuse non è un favore fatto alle donne che dalla 
strada dove sono esposte al freddo e al caldo, in base alla stagione, 
vengono protette sotto un tetto!
di questo ne sono certa. Si vuole togliere dalla strada le prostitute "per non vedere" e per fare cassa.
Perchè
 siamo in uno stato patrigno in cui non viene affrontato il problema 
della repressione sessuale indotta dalla chiesa da una parte e della 
super offerta  essuale che i media utilizzano in continuazione. 
Esiste
 la doppia morale "buon padre di famiglia" in apparenza e poi cliente di
 prostitute e trans di notte o quando la moglie è in vacanza con i 
figli. 
A livello educativo non
 vengono inseriti gli studi di genere per evidenziare e rispettare le 
diversità di appartenenza sia biologia che di identificazione: non 
sempre coincidono. E' sempre più necessario rompere con gli stereotipi 
di genere che vengono in continuazione proposti.
A
 cominciare dai giochi che le nostre figlie e i nostri fogli trovano nei
 nidi, nelle materne, i contenuti dei libri di scuola, la scrittura 
della storia, ecc.
Ma fino a 
quando non si affronta a livello di istruzione per preparare nuove 
generazioni si deve fare i conti col bisogno di perseguire il proprio 
piacere che l'uomo impone in quanto detentore del potere decisorio e 
persuasorio.
Penso che finchè 
non si arrivi ad una società matura dove far l'amore non sia basato 
sulla capacità di penetrazione come ora, ma diventi l'espressione della 
capacità di darsi il piacere nell'esplorare i propri corpi senza 
modelli, ruoli  di riferimento e prestazioni da stallone, le prostitute 
saranno cercate dagli uomini: è più semplice, sbrigativo, e non fanno 
troppe domande.
Nella seconda 
metà dell'800 in Italia donne emancipate come Jessie Whyte hanno fatto 
la battaglia per chiudere le case di tolleranza per le condizioni di 
schiavitù e denigrazione in cui vivevano. C'è riuscita la legge della 
partigiana Merlin nel 1953 cento anni dopo.
Ora ne ripropongono l'apertura per mezzo di una raccolta firme popolare segno che non c'è stata evoluzione sociale, anzi.
Con questo bisogna fare i conti.
Nadia
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