08/07/13

Dopo la combattiva mobilitazione del 6 luglio...

"Mi hanno preso la vita, rubato il futuro.."
dopo la combattiva mobilitazione del 6 luglio...continuiamo la mobilitazione a fianco di Marinella, a fianco delle donne che denunciano e che subiscono la beffa di condanne irrisorie per gli stupratori o una sostanziale impunità come nel caso degli 8 stupratori di Marinella. Sosteniamo e appoggiamo le iniziative a Roma fino all'udienza dell'11 luglio giorno dell'udienza finale del processo per lo stupro di Montalto, e oltre.
dal comunicato del 6 luglio:"Al Ministero di Grazia e Giustizia abbiamo denunciato le sentenze ultra morbide che in questi mesi sono state emesse verso gli stupratori e in particolare è stato denunciato il caso di Marinella di Montalto di Castro e attraverso una lettera consegnata al ministero è stato chiesto che venga annullata la sentenza (la cosiddetta messa in prova per gli stupratori)."
Continuiamo ad indignarci, a sostenere le donne che denunciano fuori e dentro i tribunali. Perchè non avvenga che altre donne dicano: "Mi hanno preso la vita e rubato il futuro, ho sperato ogni giorno di avere giustizia, ma se avessi saputo che finiva così non li avrei mai denunciati. Ora sono stanca, non ho più la forza di combattere”
Non lasciamo che gli stupratori siano circondati da un ambiente "amico", solidale. Perchè vi siano condanne esemplari!

mfpr

L’8 e il 9 luglio presidio prima dell’ultima udienza per lo stupro Montalto di Castro
 
L’8 e il 9 luglio dalle 20.30 alle 21.30 - Lungotevere dei Sangallo, di fronte al Tribunale dei minori di via dei Bresciani, presidio per chiedere che la “messa in prova” da parte dei servizi sociali prevista per l’udienza dell’11 luglio 2013 non sia una ulteriore presa in giro dell’ idea stessa di giustizia.

31 Marzo 2007 - 11 Luglio 2013 Sei anni per ottenere ingiustizia.

Le parole di M. "Mi hanno preso la vita e rubato il futuro, ho sperato ogni giorno di avere giustizia, ma se avessi saputo che finiva così non li avrei mai denunciati. Ora sono stanca, non ho più la forza di combattere”
Le parole della madre “Quello che hanno fatto a mia figlia lo sento ogni giorno anche sulla mia pelle, sono ferite aperte. Era poco più che una bambina, oggi vive quasi nascosta, a casa di un’amica dove fa la baby sitter, ha smesso di andare a scuola, è l’ombra della bella ragazza che era, ha paura del buio, da quella notte maledetta non ha mai più messo una gonna, e in tutti questi anni nessuno dei suoi aguzzini, o dei loro genitori, mi si è avvicinato per dirmi mi dispiace, mio figlio ha sbagliato. Anzi … durante le udienze i ragazzi ridevano"

Dalla prima udienza in poi l’UDI – Unione Donne in Italia ha assunto un impegno perché M. ottenesse verità e giustizia.
Le UDI Romane, come sempre, giovedì 11 luglio 2013 saranno presenti in via dei Bresciani, davanti al Tribunale dei minori. In quella data infatti è prevista l’ ultima udienza di quello che ormai viene chiamato il processo per lo stupro di Montalto di Castro, avvenuto nella notte tra il 31 marzo e il 1° aprile 2007 da parte del branco di otto ragazzi (allora minorenni) che usarono violenza e infierirono brutalmente sulla allora quindicenne M. “colpevole” di indossare una minigonna e … di avere fiducia nel mondo.
Con l’ordinanza del 25 marzo 2013, pur riconoscendo la colpevolezza degli imputati, il Tribunale dei Minori non ha accolto la richiesta del PM Carlo Paolella per una pena di 4 anni e ha disposto per una seconda “messa in prova” con un programma i cui termini verranno comunicati dai servizi sociali durante l’udienza dell’11 luglio prossimo.
Se il riconoscimento oggettivo da parte del tribunale dello stupro ai danni della ragazza ha sancito in maniera definitiva la colpevolezza degli imputati, la decisione dei magistrati rappresenta una nuova ferita inflitta a M. e alle donne tutte. M. è stata stuprata quella notte dal branco e poi ancora vilipesa, in questi lunghi anni in cui non è stata creduta, subendo così ulteriore intollerabile violenza.
Abbiamo trovato da subito inaccettabile questa nuova “messa in prova”. Qualora essa -a differenza della precedente durante la quale non si vide negli imputati alcun segno di ravvedimento- dovesse dare esito “positivo”, (a giudizio di chi? Di chi dovremmo fidarci?) questo porterebbe alla estinzione del reato.
E i colpevoli ne usciranno forse “riabilitati”, ma comunque impuniti, magari fino a convincersi di non aver fatto "nulla di male". E sentiremo ancora parlare di " bravi ragazzi che hanno sbagliato”, sentiremo ancora parlare delle minigonne come “istigazione a delinquere”, sentiremo ancora contrabbandare la gioia, la fiducia nel mondo e il sorriso di una quindicenne come una “provocazione”.

Abbiamo chiesto verità e giustizia la verità è accertata, ma giustizia non è stata fatta.

Le UDI Romane Monteverde e La Goccia

Nessun commento: